Thursday, May 29, 2008

Messaggio erotico giapponese, Randy Taguchi

Il fascino universale dell'eros.
Il messaggio erotico è uguale in tutto il mondo, una sorta di lingua universale, oppure l'erotismo cambia a seconda di chi lo racconta?


Ecco l'opinione di Randy Taguchi, autrice giapponese di 46 anni che ha esordito nel 2000 col libro Presa elettrica, bestseller da un milione di copie, seguito nello stesso anno da Antenna e nel 2003 da Mosaic /trilogia/
"È un romanzo duro. Non è divertente. Tutto è urgenza, affanno, rincorsa disperata. La rabbia repressa non fa che aumentare dopo ogni contatto sessuale. Andare a letto con gli uomini per la protagonista è un servizio reso sotto la spinta del desiderio di essere amata, della solitudine, del brivido che dà, della voglia di umiliarsi, del voler affondare fino a dimenticare tutto. In realtà è l'abile uso delle parole in un dialogo a fare le veci del sesso tradizionale. Il sesso carnale è la pena autioinflitta, il desiderio di spaccare e rimescolare tutto".
-Vanity Fair

La visione dell’erotismo in Giappone è un po’ differente da quella europea. In cosa si caratterizza soprattutto?

Randy Taguchi:
Cos’è l’erotismo?… Hmm, a dire il vero non ci ho mai pensato. L’erotismo in sé non m’interessa più di tanto. Ciò che più mi affascina è il mistero della vita. Pertanto non credo di essere la persona più adatta a rispondere a una domanda del genere, soprattutto perché non sono granché attratta dall’estetica del sesso nella letteratura del mio paese. Posso solo suggerire che è forse possibile ricavare un’ottima visione dell’erotismo giapponese leggendo autori quali Tanizaki o Kawabata...
Io credo che “sesso=eros” e “morte=thanatos” si somiglino molto. Oltre a essere una forma di energia di straordinaria potenza, sesso e morte sono anche una sorta di “porte”.
L’eros genera nuova vita, una vita che è immancabilmente accompagnata dalla morte. E la morte costituisce a sua volta un nuovo varco verso la vita. Sesso e morte, al pari di un serpente che si morde la coda, sono due entità legate da una relazione molto profonda. La morte è il tema principale di buona parte dei miei romanzi e, ogni volta che tento di carpirne l’essenza, finisco sempre col riflettere anche sulla vita e sul sesso, perché in fondo si tratta di un unicum che non è possibile scindere.
Circa quattro miliardi di anni fa, la vita sul nostro pianeta ha smesso di riprodursi automaticamente e ha cominciato a perpetuarsi sulla base del legame fra sesso e morte. Nel corso dei millenni, gli esseri viventi si sono moltiplicati e la nostra Terra è divenuta il paradiso di numerose specie. La vita generata da sesso e morte continua a rinnovarsi eternamente, ma al tempo stesso non smette di portare in grembo la saggezza dei tempi antichi, legando così passato e futuro. In altre parole, si potrebbe anche dire che il sesso sia un atto che genera “vita eterna”.
Il Giappone, come tutti sanno, è situato all’estremità orientale dell’Asia. Il nostro modo di concepire il sesso, voglio dire di noi giapponesi, è prettamente asiatico, cioè molto franco e liberale. Tuttavia, con l’influenza dell’Occidente in epoca moderna, la nostra attitudine nei confronti del sesso è stata spesso giudicata antisociale e dissoluta, il che ha provocato un forte sbandamento. La nostra posizione storicamente liberale, infatti, non poteva essere negata con tanta facilità, in quanto si trattava di qualcosa che esisteva da tempo immemore nella nostra cultura. In seguito all’occidentalizzazione, il nostro desiderio di sesso è stato in poche parole represso, subendo notevoli deformazioni. Il risultato è ben visibile, oggi, nei giovani, per esempio nel fenomeno degli otaku. Per non parlare dell’industria del sesso, che offre una serie di varianti impressionanti, soprattutto agli occhi degli occidentali: locali a luci rosse di ogni tipo, striptease, peep-show, club sadomaso, caffè con cameriere in déshabillé e chi più ne ha più ne metta. La varietà offerta ha dell’incredibile, ma il punto comune è la tendenza a “teatralizzare” il tutto, ponendo l’accento, più che sull’atto sessuale in sé, su fantasie e perversioni mentali.

Presa elettrica sia stato interpretato come un “romanzo erotico”… Beh, in effetti le scene di sesso abbastanza violento e crudo non mancano…
A ogni modo, per dirla in tutta franchezza, non so cosa debba intendersi con la definizione “romanzo pornografico”. Io sono madre di una bambina e ho una famiglia come tutte le altre. Con noi vivono anche i genitori quasi novantenni di mio marito. Non ho mai letto in vita mia un “romanzo pornografico”, né ho mai avuto il desiderio di farlo.
Fino a circa mezzo secolo fa, in Giappone la prostituzione era del tutto legale, ed esistevano regolari bordelli. Si trattava di un chiaro retaggio della nostra cultura tradizionale. Fino a centocinquanta anni fa, infatti, luoghi del genere erano per gli uomini una sorta di santuario, quasi dei luoghi sacri, in cui bisognava attenersi a certe regole e norme comportamentali ben precise, spesso accompagnate da profonda sensibilità e coinvolgimento sentimentale. Tutto ciò ha creato una peculiare cultura di cui tanta letteratura e cinema sono permeati, una cultura da cui io stessa sono stata probabilmente influenzata leggendo tanti romanzi e guardando molti film sull’argomento. Quando in epoca moderna la pornografia occidentale è approdata in Giappone, siamo rimasti scioccati per la crudezza dei suoi contenuti.
In definitiva, io provo interesse verso il sesso in maniera del tutto naturale, nell’ambito di quella cultura di cui ho appena parlato, ed è solo per questo che scrivo di sesso nei miei romanzi. Non mi interessa affatto provocare il lettore o istigarne gli istinti sessuali. Io non faccio altro che esprimere qualcosa che è vivo dentro di me: un’energia di rara potenza.

........
L’erotismo in letteratura, come nel cinema, è difficile da gestire. Basta un niente per cadere nel cattivo gusto, nell’esagerato, nell’esibito o addirittura nella pornografia. Oggi, con l’inflazione televisiva, cinematografica e cartacea di corpi nudi, femminili e maschili, e con le numerose scene di sesso esplicito illustrate in tutte le salse e variazioni, fare del vero erotismo è sempre più un’arte.
Un’arte sottile che coinvolge l’istinto e tutti i sensi, e anche l’intelligenza, la cultura.
Io considero grandi maestri dell’erotismo in letteratura degli scrittori che non hanno questa reputazione: Musil , Arpino, la Highsmith. Tra gli eccelsi: Boccaccio e Nabokov /Lolita/
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Tuesday, May 27, 2008

Dona Nobis Pacem


" The Peace Globe project began in the fall of 2006 with a simple post from one blog, Mimi Writes. The post ignited a flame in the blogosphere. The flame became a passion. The passion became a movement. It amazingly traveled from blog to blog to blog across the globe. Bloggers wrote passionate articles on what peace means to them, along with the promise of three Latin words scribbled on a globe - Dona Nobis Pacem - DONA A NOI LA PACE (Grant Us Peace) - branded with the integrity of their names or blog names. It was positively inspiring to watch. And it began to happen all over the world - from Singapore to China to Afghanistan to Brooklyn.
It was simple. And powerful.
In less than two weeks bloggers from all across the globe will blog for peace.
We will speak with one voice. One subject. One day."
- MiMi


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BlogBlast For Peace: A Revolution of Words ~ June 4, 2008
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Saturday, May 24, 2008

Atomica into Lunfardo by Gutierrez

Schiele Egon-PflaumenbaumSchiele Egon-Pflaumenbaum

"This is a one of the precious poems written by Hanna Filo, distant friend and "Lunfaverseante" from Forlí-Cesena, Italy, homeland of romantic and tragic literature.
As Julio Cortázar has translated Poe´s art, I have translated Hanna Filo into Lunfardo, a dialect used by criminals in Buenos Aires, in the first years of the twentieth century.
Futhermore, this translation could demostrate the idea of Kuhn and Hilary Putman, who argued that using a specific languaje determinates the reality we understand. "- Fernando Proto Gutierrez

Atómica

Da tutte le vostre vite
imparerò la mia,
dalle vostre morti
capirò meglio me stessa
di tutte vostre idee, amori,
pensieri, arti, dolori,
costruirò una vita,
la mia,
Quanto grande sarà?
la farò rotonda, si,
come il mondo,
smossa dall' incitare roboante,
rotoloni
non si fermerà più.
Da tutte le vostre vite imparerò la mia.


Gurrumín

Translation into lunfardo by Fernando Proto Gutierrez
(from Buenos Aires, Argentina)

De todas las milonguitas,
la mía es cojuda,
más de las guadañas carcamanes
azoto sólo la mía.
Ay! Génova lejana (1)
si de bardos,
metejones,
carburados, lunfarderos
viyuyeras y amasijos
la vida guillo,
más sólo la mía,
¿cuán jetudo será?
el lance circular,
si como la lunfardía,
movido ha sido por estrilado
apronte
¡y jamás kaput!
más por eso,
de todas las milonguitas
sólo la mía es cascaruda.
_________
(1) This verse has been added to allow a better rhyme


Se Julio Cortázar ha tradotto Poe's art, io traduco questo bellissimo poema di Hanna in lunfardo, il dialetto usato da malavitosi di Buenos Aires ai primi anni venti di questo secolo.
Questa traduzione potrebbe dimostrare l'idea di Kuhn e Hilary Putman, che sostiene che l'utilizzo di uno specifico languaggio determina la realtà ricettiva
- scrive Fernando Gutierrez...
Putnam riassume così la sua posizione:
«Quel che sto dicendo, pertanto, è che gli elementi di ciò che chiamiamo “linguaggio” o “mente” permeano così profondamente ciò che chiamiamo “realtà” che l’idea stessa di immaginarci nelle vesti di “cartografi” di qualcosa di “indipendente dal linguaggio” è fatalmente compromessa fin dall’inizio»
L’analisi del linguaggio, lungo il ventesimo secolo, ha percorso una duplice strada: alcuni prescindono dai linguaggi comuni, ordinari — quelli parlati nelle circostanze più normali — e si impegnano nella costruzione di linguaggi perfetti, con cui evitare tutti i disguidi che accompagnano l’uso ordinario delle nostre lingue; altri si occuperanno invece di descrivere i linguaggi ordinari, sia per migliorarli e renderli più utili a diversi scopi, sia per trarre profitto dalle idee che vi sono contenute.... Non mancano tuttavia approcci meno funzionalistici, esemplificati tra l'altro dal lavoro di Noam Chomsky, teorizzatore di una grammatica generativa comune a tutte le lingue.
Basti analizzare i contenuti sconci di Aretino o Odasi...
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Premio Arte y Pico





Jackie-Shinade from "The Painted Veil" bestowed this very special award for my blog.

I'm indeed touched deeply. Shinade is an incredible person with such a wonderful blog himself a visit is definitely a must.

Thank you a million bella Jackie.

Award-winner and the one who has given the prize have to show the link of “Arte y Pico” blog, so everyone will know the origin of this award:

El arte es maravilloso, mas aun cuando se puede compartir con otros

Thursday, May 22, 2008

Ti presento un amico americano

..."Nel 1963, 20 dicembre, un giorno prima del solstizio, cinque giorni dal Natale, e 11 da Capodanno, in un mattino nevoso, Francis Christopher Scudellari è stato "sculacciato" dal personale medico a Providence Hospital di Washington DC. Egli è il terzo dei quattro figli nati da Marina e Antonio d'origini italiane. Da quel giorno la cronaca viene sfocata e indistinta. Molte forme ancora sconosciute. Chiunque si interessi è opportuno controllare regolarmente questo spazio per gli aggiornamenti: Caught in the stream..."
"Abstracting art from life", il blog gestito da Francis è uno dei gioielli che navigano sfera. Pieno zeppo delle poesie e dei disegni d'un immenso valore eseguiti da "Franscud"
A questo punto non m'azzardo, che poi mi sembra anche di cattivo gusto sciorinare luoghi comuni sull'arte altrui, arte di questa importanza poi, posso soltanto citare qualche commento tradotto e qualcuno degli incredibili disegni fatti da Francis, per dar idea del tipo e della sua visione di modo:
H - "literal disorder, which is the state in which my thoughts inevitably find themselves" significa caos, passione, instinto....
"One must still have chaos in oneself to give birth to a dancing star."
(F.Nietzsche)
La vita è per Nietzsche un originario e ignoto movimento di impulsi, in cui si alternano nel caos più totale momenti sublimi a momenti terribili. Ma questo caos, al quale si tenta di dare un ordine per rendere gli eventi più prevedibili e quindi consolatori, è la fonte stessa della vita e del benessere, per cui se da un lato l'uomo tenta di ingabbiare questo caos entro leggi prevedibili, dall'altro Nietzsche avverte come questo progetto finisce per allontanare l'uomo dalla fonte della vita e irrigidirlo entro un razionalismo che uccide l'istinto e la passione.
Francis - Sono d'accordo con Nietzsche circa il caos e la creatività. Ma troppo spesso cado in trappola per un eccesso di razionalizzazione, a scapito di vivere la mia vita al suo meglio...
***
Trovare il percorso spirituale che si adatti ai nostri ideali e il nostro senso del mondo, è certamente una sfida importante. Quando si è cresciuti in una religione, le convinzioni sono presentati come verità evidente, ma poi con l'esperienza si scopre che la realtà è talvolta in contrasto con quelle interpretazioni.Liberazione da teologia

Self justification
By Francis Scudellari

Hands and minds left idle,
They say, do both devil's
Work and play … read mischief
What if for false idols,
Ask I, we busy these
Fleshy, grabby pink mitts …
Or to corrupt ideals,
What then? Now, fingered, I
Pick up pen, draw strange shapes …
Shadow, light, mere idylls

AUTOGIUSTIFICAZIONE
traduzione libera di hanna

Mani e menti sfaccendate,
Pare, indiavolate entrambe,
Lavorare, giocare... leggere stronzate…
Ecco cosa, se per i falsi idoli,
Mi chiedo, abbiamo impegnato questi
Polposi, appicicosi guanti rosa…
O per corrompere ideali,
Dunque? Adesso, percepita,
sollevo la penna tra le dita,
disegno strane forme …
Ombra, luce,
idillio puro.


GODURIA INFINITA IN QUESTI DISEGNI

SCRIVERE


PIANGERE



SOLE



MERCURIO



H - Deve essere fantastico il tuo mondo, popolato da "mostriciattoli" che disegni...
Francis - Si, fantastico per me. Ora vorrei solo raggiungere ch'il resto del mondo assomigli al mio :)

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Wednesday, May 21, 2008

Dediche liriche in english

Zubli Zainordin nice and neatly dedicates this poem for Hanna Filo.

A as the alphabet

What is it dear that holds us tight if not an art,
for I know geographically we are far apart,
even in this bloggosphere so wide I am not smart,
yet a touch by you so nice at a point in time we did start,
a friendship O what a ship we send kisses like more than a dart,
sharing joys in blogging a wonderful piece we are a part,
if you can find this one word do tell me but not in a chart,
send from yours directly to my heart,
please touch this virgin gently O Hanna Queen of all Hearts,
I am awaiting in a place and space at a point longer than a yard...

Grazie tante ZZ . Thanx a million ZUBLI ZAINORDIN

Versione libera italiana:
A come l'alfabeto
Che cos'è cara, se non l'arte, che ci tiene uniti,
So che siamo geograficamente distanti,
e non sono abbastanza furbo in quella sfera tanto vasta,
ma trovando un tuo tocco piacevole,
ad un certo punto abbiam' iniziato l'amicizia
come delle navi, mandiamoci baci a mo' delle frecce,
da bel pezzo siamo parte delle gioie di blogger condivise,
se riesci trovare quella certa parola, parla, ma non graficamente,
al mio cuore inviamela direttamente ,
tocca per favore quello vergine, gentile Hanna Regina di tutti cuori,
sono in attesa nel luogo e spazio oltre un yardo.

그렇습니다 Hanna 나는 항상 당신을 역시 기억할 것이다

Tuesday, May 20, 2008

Poema di Nietzsche.Versione tedesca,inglese,spagnola e italiana

Quanto più ci innalziamo, tanto più piccoli sembriamo a quelli che non possono volare.


Ditirambi di Dionisio, le poesie, che Mittner definì «lo sconnesso balbettio di un semi-demente», in realtà testimoniano il tragico allineamento tra arte e follia, in un ermetismo che possiede il fascino di un preludio ad un'ultima esaltante ambizione di un’ottenebrata volontà di potenza: la possibilità della contraddizione...
In verità le adoro, tutte le "follie" di Nietzsche.
I “Ditirambi di Dioniso” (1885-1888), che Nietzsche preparò personalmente per la pubblicazione alla vigilia della malattia, chiudono una straordinaria parabola esistenziale; riassumono direi, tutto il "Così parlò Zarathustra"
Quella malattia che Nietzsche predisse:"Conosco la mia sorte. Un giorno sarà legato al mio nome il ricordo di qualcosa di enorme – una crisi, quale mai si era vista sulla terra, la più profonda collisione della coscienza, una decisione evocata contro ciò che finora è stato creduto, preteso, consacrato. Io non sono un uomo, sono dinamite"...
Soltanto pazzo! Soltanto poeta!
Che parla in modo variopinto,
che dalle maschere di pazzo parla confusamente,
arrampicandosi su menzogneri ponti di parole,
aggirandosi, strisciando
su arcobaleni di menzogne
tra falsi cieli-
soltanto pazzo! soltanto poeta!...

Nur Narr! Nur Dichter!
Dionysos-Dithyramben-versione originale

Bei abgehellter Luft,
wenn schon des Tau's Tröstung
zur Erde niederquillt,
unsichtbar, auch ungehört
- denn zartes Schuhwerk trägt
der Tröster Tau gleich allen Trostmilden -
gedenkst du da, gedenkst du, heisses Herz,
wie einst du durstetest,
nach himmlischen Tränen und Taugeträufel
versengt und müde durstetest,
dieweil auf gelben Graspfaden
boshaft abendliche Sonnenblicke
durch schwarze Bäume um dich liefen
blendende Sonnen-Glutblicke, schadenfrohe.
"Der Wahrheit Freier - du?" so höhnten sie
"Nein! nur ein Dichter!
ein Tier, ein listiges, raubendes, schleichendes,
das lügen muß,
das wissentlich, willentlich lügen muß,
nach Beute lüstern,
bunt verlarvt,
sich selbst zur Larve,
sich selbst zur Beute,
das - der Wahrheit Freier? ...
Nur Narr! nur Dichter!
Nur Buntes redend,
aus Narrenlarven bunt herausredend,
herumsteigend auf lügnerischen Wortbrücken,
auf Lügen-Regenbogen
zwischen falschen Himmeln
herumschweifend, herumschleichend -
nur Narr! nur Dichter! ...
Das - der Wahrheit Freier? ...
Nicht still, starr, glatt, kalt,
zum Bilde worden,
zur Gottes-Säule,
nicht aufgestellt vor Tempeln,
eines Gottes Türwart:
nein! feindselig solchen Tugend-Standbildern,
in jeder Wildnis heimischer als in Tempeln,
voll Katzen-Mutwillens
durch jedes Fenster springend
husch! in jeden Zufall,
jedem Urwalde zuschnüffelnd,
daß du in Urwäldern
unter buntzottigen Raubtieren
sündlich gesund und schön und bunt liefest,
mit lüsternen Lefzen,
selig-höhnisch, selig-höllisch, selig-blutgierig,
raubend, schleichend, lügend liefest...
Oder dem Adler gleich, der lange,
lange starr in Abgründe blickt,
in seine Abgründe ...
- o wie sie sich hier hinab,
hinunter, hinein,
in immer tiefere Tiefen ringeln! -
Dann,
plötzlich,
geraden Flugs
gezückten Zugs
auf Lämmer stoßen,
jach hinab, heißhungrig,
nach Lämmern lüstern,
gram allen Lamms-Seelen,
grimmig gram Allem, was blickt
tugendhaft, schafmässig, krauswollig,
dumm, mit Lammsmilch-Wohlwollen ...
Also
adlerhaft, pantherhaft
sind des Dichters Sehnsüchte,
sind deine Sehnsüchte unter tausend Larven,
du Narr! du Dichter!...
Der du den Menschen schautest
so Gott als Schaf -,
den Gott zerreißen im Menschen
wie das Schaf im Menschen
und zerreißend lachen -
das, das ist deine Seligkeit,
eines Panthers und Adlers Seligkeit,
eines Dichters und Narren Seligkeit!"...
Bei abgehellter Luft,
wenn schon des Monds Sichel
grün zwischen Purpurröten
und neidisch hinschleicht,
- dem Tage feind,
mit jedem Schritte heimlich
an Rosen-Hängematten
hinsichelnd, bis sie sinken,
nachtabwärts blaß hinabsinken:
so sank ich selber einstmals,
aus meinem Wahrheits-Wahnsinne,
aus meinen Tages-Sehnsüchten,
des Tages müde, krank vom Lichte,
- sank abwärts, abendwärts, schattenwärts,
von einer Wahrheit
verbrannt und durstig
- gedenkst du noch, gedenkst du, heißes Herz,
wie da du durstetest? -
daß ich verbannt sei
von aller Wahrheit!
Nur Narr! Nur Dichter! ...

Only Fool! Only Poet!
versione inglese

In the fading light of dusk,
When the dew's solace begins
To well down to the earth,
Invisible, as well as unheard —
For the comforter dew slips on
Delicate footwear as all gentle consolers —
Then do you remember, hot heart, remember
How once you thirsted
After heavenly tears and dewdrops,
Scorched and weary, thirsting
While on yellow paths of grass
The spiteful evening glances of the sun
Ran around you through black trees,
Glowing sun-glances, dazzling with malicious delight.
"The suitor of truth—you?"—thus they mocked me —
"No! Only a poet!
A cunning, plundering, stealthy beast,
That must lie,
That knowingly, willingly must lie,
Lusting after prey,
Colorfully masked,
Self-shrouded,
Prey for itself
This—the suitor of truth? ...
Only fool! Only poet!
Merely speaking colorfully,
From fools' masks shouting colorfully,
Climbing about on deceptive word-bridges,
On misleading rainbows,
Between false heavens
Rambling, lurking —
Only fool! Only poet!
This—the suitor of truth? ...
Not still, stiff, smooth, cold,
Become an image,
A pillar of God,
Not set up before temples,
A god's gatekeeper:
No! hostile to all such truth statues,
More at home in any desert than in temples,
Fraught with cats' mischief,
Leaping through every window
Swiftly! into every chance,
Sniffing for every jungle,
That you in jungles
Among motley-shagged beasts of prey
Would run sinfully sound and beautiful and colorful,
With lusting animal lips,
Blissfully sneering, blissfully hellish, blissfully bloodthirsty,
Plundering, prowling, lying would run ...
Or like the eagle that, for a long time,
A long time gazes with a fixed stare into abysses,
Into its abysses ...
— Oh how they spiral downward,
Down, down under,
Into ever deeper depths! —
Then,
Suddenly,
Plummeting straight down
Wings pulled out
To pounce on lambs,
Right down, hot-hungry,
Lusting for lambs,
Hating all lamb-souls,
Grimly hating whatever looks
Virtuous, sheepish, curly-wooled,
Dull, with lambs' milk-goodwill ...
Thus
Eagle-like, panther-like,
Are the poet's longings,
Are your longings under a thousand masks,
You fool! You poet! ...
You that have looked upon man
As god and as sheep —
Tearing to pieces the god in man
As well as the sheep in man,
And laughing while tearing —
This, this is your bliss,
A panther's and eagle's bliss,
A poet's and fool's bliss!" ...
In the fading light of dusk,
When just as the moon's sickle
In between green and crimson-reds
Enviously creeps —
The day's enemy,
With every stealthy step
At rose hammocks
Scything, till they sink,
Sink down pale in nightfall:
Thus I myself once sank,
Out of my truth-madness,
Out of my day-longings,
Weary of day, sick from the light —
Sank downward, eveningward, shadowward,
By one truth
Burnt and thirsty —
Do you still remember, hot heart, remember
How you thirsted then? —
That I be exiled
From all truth!
Only fool!
Only poet! ...

¡Sólo necio! ¡Sólo poeta!
versione spagnola

Cuando el aire va perdiendo luminosidad,
Cuando ya el consuelo del rocío
Cae gota a gota sobre la tierra,
No visible, tampoco oído: -
Pues delicado calzado lleva
El consolador rocío, como todos los suaves consoladores –
Entonces tú te acuerdas, te acuerdas, ardiente corazón,
De cómo en otro tiempo tenías sed,
De cómo, achicharrado y cansado, tenías sed
De lágrimas celestes y gotas de rocío,
Mientras en los amarillos senderos de hierba
Miradas del sol vespertino malignamente
Corrían a tu alrededor a través de negros árboles,
Ardientes y cegadoras miradas del sol, contentas de causar daño.
«¿El pretendiente de la verdad?
¿Tú? - así se burlaban ellas –
No! ¡Sólo un poeta!
Un animal, un animal astuto, rapaz, furtivo,
Que tiene que mentir,
Que, sabiéndolo, queriéndolo, tiene que mentir:
Ávido de presa,
Enmascarado bajo muchos colores,
Para sí mismo máscara,
Para sí mismo presa -
¿ Eso -el pretendiente de la verdad?
¡No! ¡Sólo necio! ¡Sólo poeta!
Sólo alguien que pronuncia discursos abigarrados,
Que abigarradamente grita desde máscaras de necio,
Que anda dando vueltas por engañosos puentes de palabras.
Por multicolores arcos iris,
Entre falsos cielos
Y falsas tierras,
Vagando, flotando, -
¡Sólo necio! ¡Sólo poeta!
¿Eso -el pretendiente de la verdad?
No silencioso, rígido, liso, frío,
Convertido en imagen,
En columna de Dios,
No colocado delante de templos,
Como guardián de un Dios:
¡No! Hostil a tales estatuas de la verdad,
Más familiarizado con las selvas que con los templos,
Lleno de petulancia gatuna,
Saltando por toda ventana,
¡Sus!, a todo azar,
Olfateando todo bosque virgen,
Olfateando anhelante y deseoso
De correr pecadoramente sano, y policromo, y bello,
En selvas vírgenes,
Entre animales rapaces de abigarrado pelaje,
De correr robando, deslizándose, mintiendo,
Con belfos lascivos,
Bienaventuradamente burlón, bienaventuradamente infernal,
Bienaventuradamente sediento de sangre: -
O, semejante al águila que largo tiempo,
Largo tiempo mira fijamente los abismos,
Sus abismos: - -
¡Oh, cómo éstos se enroscan hacia abajo,
Hacia abajo, hacia dentro,
Hacia profundidades cada vez más hondas! –
¡Luego,
De repente, derechamente,
Con extasiado vuelo,
Lanzarse sobre corderos,
Caer de golpe, voraz,
Ávido de corderos
Enojado contra todas las almas de cordero,
Furiosamente enojado contra todo lo que tiene
Miradas de cordero, ojos de cordero, lana rizada,
Aspecto gris, corderil benevolencia de borrego!
Así,
De águila, de pantera
Son los anhelos del poeta,
Son tus anhelos bajo miles de máscaras,
¡Tú necio! ¡Tú poeta!
Tú que en el hombre has visto
Tanto un Dios como un cordero –
Despedazar
al Dios que hay en el hombre
Y despedazar al cordero que hay en el hombre,
Y reír al despedazar –
¡Ésa, ésa es tu bienaventuranza!
¡Bienaventuranza de una pantera y de un águila!
¡Bienaventuranza de un poeta y de un necio!» - -
Cuando el aire va perdiendo luminosidad,
Cuando ya la hoz de la luna
Entre rojos purpúreos:
- Hostil al día,
A cada paso secretamente
Segando inclinadas praderas de rosas,
Hasta que éstas caen,
Se hunden pálidas hacia la noche: -
Así caí yo mismo en otro tiempo
Desde la demencia de mis verdades,
Desde mis anhelos del día,
Cansado del día, enfermo de luz,
- Me hundí hacia abajo, hacia la noche, hacia la sombra:
Por una sola verdad
Abrasado y sediento:
- ¿Te acuerdas aún, te acuerdas, ardiente corazón,
De cómo entonces sentías sed? -
Sea yo desterrado
De toda verdad,
¡Sólo necio! ¡Sólo poeta!


Soltanto pazzo! Soltanto poeta!
versione italiana

Nell'aria rischiarata,
quando già la consolazione
della rugiada stilla sopra la terra,
invisibile e inudita
- poiché come tutti i dolci consolatori indossa
la confortatrice rugiada delicati calzari -
allora ricordi, cuore ardente,
come fosti assestato, un tempo,
come, stanco e riarso, fosti assestato
di lacrime celesti e gocce di rugiada,
mentre su gialli sentieri d'erba
tra neri alberi ti correvano intorno
malvagi sguardi serali del sole.
Il pretendente della verità - tu? così schernivano
no! soltanto un poeta!
un astuto, rapace, strisciante animale
che deve mentire,
che sapendo, volendo, deve mentire,
bramoso di preda,
variamente mascherato,
maschera egli stesso,
egli stesso preda
questo- il pretendente della verità?...
Soltanto pazzo! Soltanto poeta!
Che parla in modo variopinto,
che dalle maschere di pazzo parla confusamente,
arrampicandosi su menzogneri ponti di parole,
aggirandosi, strisciando
su arcobaleni di menzogne
tra falsi cieli-
soltanto pazzo! soltanto poeta!...
Questo- il pretendente della verità?...
Non quieto, rigido, piano, freddo,
divenuto immagine,
pilastro di Dio,
non innalzato dinanzi ai templi,
un guardiano di Dio:
no! ostile a simili statue di virtù,
più nelle selve che nei templi di casa,
colmo di una felina spavalderia
che salta oltre ogni finestra
hop! in ogni casualità,
fiutando ogni foresta vergine,
tu che corresti nelle foreste vergini
tra variegati e arruffati animali da preda
empiamente sano e bello e variopinto,
con labbra vogliose,
beato di scherno, beato d'inferno, beato di brama di sangue,
predando, strisciando, mentendo corresti...
Oppure simile all'aquila che a lungo,
a lungo immobile scruta gli abissi,
i suoi abissi ...
- oh, come quiggiù esse
si inanellano in basso, in dentro,
in sempre più fonde profondità!-
Poi,d'un tratto,
con volo diritto
e slancio improvviso
gettarsi su agnelli a precipizio,
affamato, bramoso di agnelli, adirato
con tutte le anime d'agnello
furiosamente adirato con tutto ciò che ha
sguardi virtuosi, di pecora, sguardi dal vello ricciuto,
ottusi, muniti della benevolenza del latte d'agnello...
Quindi come di aquila, di pantera
sono le bramosie del poeta,
sono, dietro mille maschere, le tue bramosie,
tu pazzo! tu poeta!...
Tu che vedesti l'uomo
come dio e come pecora-,
sbranare il dio nell'uomo
come la pecora nell'uomo
e ridere sbranando -
questa, questa è la tua beatitudine,
la beatitudine di una pantera e di un'aquila,
la beatitudine di un poeta e di un pazzo!...
Nell'aria rischiarata,
quando già la falce della luna
verde tra rossi di porpora
e invidiosa si insinua,
-avversa al giorno,
ad ogni passo segretamente
falciando amache di rose,
fino a quando esse cadono,
pallide cadono verso la notte:
così io stesso caddì, una volta,
dalla mia follia di verità
dalle mie bramosie del giorno,
stanco del giorno, sofferente per la luce,
-caddì in giù, verso la sera, verso l'ombra,
bruciato da una sola
verità e assetato
-ricordi ancora, ricordi, cuore ardente,
com'eri assetato allora?-
ch'io sia bandito
da ogni verità!
Soltanto pazzo! soltanto poeta!...



Monday, May 19, 2008

Eros e Thanatos

Il Marchese de Sade, il divin marchese, rinchiuso per i suoi eccessi in una cella della Bastiglia, al limite della pazzia data dall’isolamento e dalla prigionia, sfoglia i petali di una rosa lasciandoli cadere nella latrina maleodorante, e ride davanti al contrasto stridente, assaporando la violenza fatta al bel fiore e la sua condanna ad una fine anticipata. È in quel mélange di fiori ed escrementi la medaglia dalle classiche due facce (Eros e Thanatos) è la Bellezza così come lo stesso Sade la intende; il profumo del bel fiore ha già in sé il fetore del suo imputridirsi, ma tale contrasto ha la funzione di esaltare il valore positivo del fiore, l’oscenità materiale sottolinea la bellezza immateriale e la giustifica. Ciò cui anche Bataille mirava era l’affermazione che né la materia né il male sono forme degradate di un qualche principio superiore, ma semplice, continuamente presente contrappunto ad una melodia preferita perché considerata “buona”. Egli vuole posizionare l’individuo in un punto, meglio, in una sfera in cui il male è possibile tanto e quanto il bene; in cui la materia ha la sua dignità e un suo principio attivo. Una sfera in cui l’uomo può farsi oggetto e soggetto del male, in quella dialettica tra vittima e boia che è insita nel desiderio di comunicazione.
Morte e DonnaMa la spoliazione della rosa, il sordido ch'essa malcelerebbe, è anticipazione di iconoclastia, quell’iconoclastia del desiderio caratteristica dell’erotologia batailleana. L’assoluto dell’erotismo è oltre la pelle, negli organi interni che essa nasconde, nella febbre che li scopre, li esplora, li mette in mostra. Perché le superfici dei corpi sono soltanto la parvenza, l’immagine, la maschera.
Tuttavia quest’attrazione così intensa esercitata da ciò che è turpe e fisicamente degradato è il trait-d’-union tra eros e morte; il disgusto che provocano la decomposizione della carne, il sangue mestruale, le deiezioni alvine, il brulicare immondo delle materie mobili, fetide e tiepide in cui
finisce e da cui nasce la vita, presenta un’affinità profonda col desiderio erotico, per quanto difficile da cogliere e da determinare nella sua essenza.
Portare all’esterno, aprire, scorticare e viceversa essere esposti, aperti, scorticati, significa perdersi in un abisso che spezza la quieta rotondità ingannevole dei corpi.
Ecco allora accanto a Dirty-cadavere, Simone, nella Storia dell’occhio, eccitata da una scena di massacro, volevo possederla ancora, prima che tornasse Granero. Ma rifiutò, pur di assistere allo sventramento dei cavalli, a cui seguiva, come diceva, la perdita e il frastuono, cioè la caduta delle budella, che la eccitavano fino al parossismo.
Il movimento del denudamento, il sensuale momento della spoliazione dai vestiti è così riconducibile ai petali della rosa che cadono nel fango, nella melma, nel presagio di quello che presto o tardi comunque diverranno. Così l’individuo, mentre si spoglia, procede alla consumazione dell’altrui e del proprio corpo, accelerando in un certo modo l’avvio alla morte riferendo alla massima beckettiana dell’uomo nato a cavallo della propria bara...
Il mio è l'accanimento della donna non ancora spoglia definitivamente.
Ovvio che dopo morta preferirei non pronunciarmi in merito.

Saturday, May 17, 2008

Traduzioni spagnolo-italiano by Fernando Proto Gutierrez

Fernando Proto Gutierrez è uno studente argentino, autore del blog Arte y Mundo
desde la perspectiva Latinoamericana, hacia el mundo.
Preziosissimo blog contenente traduzioni, articoli filosofici, storia culturale, dibatiti, critiche e poesie... il tutto opera della mente intelligente, sensibile, attenta e laboriosa di Fernando.
Fra tutti quei tesori troviamo le mie poesie tradotte in spagnolo.
La fontana
Eterno ritorno
Amare basti mai
Atomica.
E ovviamente il tema di questo post: "Non piangere", tradotta liberamente, secondo la percezione di Fernando.
Grazie.

Schiele-Agonie,Der TodeskampfSchiele-Agonie,Der Todeskampf
Non piangere

Un giorno
Seminerai il mio corpo
Nella terra
Umida di lacrime
Riscaldata dell'alito caldo di preghiere
Ad un Dio d'incongruo valore
Vi crescerà una verticale sorta d'amore
A sostenere i cieli per me.
Allora sarò laddove non sono mai stata
Nel tuo cuore crudo
Nelle promesse, rimpianti
Tanti "se" e tanti "ma"
Progenie di vita sospesa
Nella tua mente sarò più viva di prima
Tra noi interprete la morte
Fidati di me
E non piangere
Germoglierò
Germoglierò

No llores

(non-literal translation by Fernando Proto Gutierrez)

El alba, sembraré mi cuerpo en la tierra,
sumida en lágrimas,
disfrazada en el hálito tibio de la oración
a un Dios de valor incongruente;
crecerá entonces una forma tiesa de amor
y sostendré el cielo por mí misma.
pues, cuando en su corazón crudo
yo haya desaparecido
ninguna promesa, no más lamentos.
Tantos “if", tantos "peros"
y la vida suspendida
pues, yo en su mente viviré más que antes,
entre nosotros, intérprete de la muerte,
cree en mí,
y no llores
Germoglierò
Germoglierò

POST CORRELATI:

Friday, May 16, 2008

Vivere morte

E' dura per chi resta!
C'è quella confusione dolorosa.
Sofferenza sconclusionata. Attesa di chiarificazioni.
"tanti se e tanti ma,
progenie di vita sospesa"
E' morto uno dei miei contatti preferiti. MORTO!
Eppure nel Web non si muore. La rete pare un gioco.
Una combinazione di bit sovrapposti. La fisicità non si tocca.
Allora quel caos, disordine, smarrimento. Dolore.
Tod und Mann-SchieleTod und Mann-Schiele



Arouetvoltaire

Oltre la morte mi restano i suoi commenti, post senza risposta, il bot di Google che scannerizza i suoi 6 blog infinitamente preziosi, gli infiniti commenti d'ogni genere, l'infinito dolore e delle domande.

La nostra conoscenza si limitava a commenti, messagi, link e shout in network.
Tutto virtuale. Avatar e emoticon. Quel godimento d'amplesso intellettuale.
Il tutto moriva con un clik e rinasceva.
Ora che cosa resta? O forse che cosa se n'è andato?

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Preziosissimi i suoi commenti nel mio blog da ottobre a gennaio, poi più nulla:


Il giorno 26 Ottobre 2007 il primo commento:
Lui vuole me
arouetvoltaire ha detto:
Personalmente non capisco questa bagarre, un poco bacchettona, per delle poesie erotiche (almeno nell'intimo intento) che hanno una loro struttura, una costruzione corretta, esprimono sentimenti (che sono sempre e comunque virtuali) che molto spesso hanno una gran forza evocativa. Diverse da quel "Loreto impagliato e il busto d'Alfieri, di Napoleone,
i fiori in cornice (le buone cose di pessimo gusto!)"(anche se Gozzano era intriso di erotismo). Comunque, questa è la blogosfera e tu non puoi farci niente bellezza! Molte tue poesie sono buone. Auguri

26 ottobre 2007 14.42


Hanna ha detto...

Hallo Don!
lo so, lo so...ti sei perso il primo campanello ed ora a recuperare...nada,perche Traffyk ha levato altri commenti dal suo blog.
Bien,
la ragazzina mi ha aggredito non per la poesia ma per delle firme sotto i miei commenti sparsi in giro per web,sai,quelle chiusure tipo "xoxo" o "baci".
Io le ritengo un'espressione virtuale di simpatia,mica posso battere sulla spalla uno che mi piace per il suo post,no?
La poesia "lui vuole me" era già stampata giorno prima della cagnara.
Pura coincidenza!
Comunque io ho lasciato tutti questi commenti senza cancellarli.
"Tout homme qui pense est un être ‘cor-rompu’" dice Rousseau.
Sento la vita vera che ci scorre sotto. La ragazza mica voleva farmi del male, ha difeso il suo sentimento,seppur' con i mezzi a lei conosciuti /non siamo tutti acculturati ne geni/...

Per le mie poesie,
ti ringrazio dell'apprezzamento, sento di fare la mia musica al sottofondo,
non è semplice eros o amore, ma un messaggio...
Ciao Voltaire!

p.s. Gozzano sapeva di morte


arouetvoltaire ha detto:

Gozzano: "era" la morte sia perché malato, sia perché segnava la morte del romanticismo e poi, e forse, perché come i malati "eroici" godeva della dissoluzione. La poesia erotica, anche se non gradita a tutti a causa di una inveterata educazione al peccato e alla pena connessa, è invece la vita. Anzi la sfida a vivere in un mondo che come fine ultimo - escatologico - ha l'inferno come somma punizione.
26 ottobre 2007 21.59

Hanna ha detto...
Vincenzo!
notevole ti scopro!
"t'amero' d'altro amore"...
...
io vorrei fare la malata eroica, posso?
___________________________________
arouetvoltaire ha detto:

Dici: “mi piace…mercatini delle pulci,luoghi del tempo passato”. Citi: Vikram Seth, la melancolica Berberova. Un’oscillazione fra esistenzialismo e decadentismo, l’amore per la parola forbita, densa pregnante, che deve (per te imperativo categorico?) colpire con la sua ricercatezza ed essenzialità. Chi ama il proprio dolore ama forse anche “le cose che potevano essere e non furono mai?”. Chi sei ?
27 ottobre 2007 17.28

Hanna ha detto...

TORNO SUBITO...

Vincenzo ha detto...

la ho linkata su
http://var-scuolaecultura.blogspot.com/

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Non un assioma
enzorasi ha detto...
Comunque tu sia, chiunque tu sia non mi troverai cercandomi negli ectoplasmi della tua mente. Da lì son uscito prima della decadenza del tuo impero.
Sono uomo orfano di femminilità orgogliosa, da coito infinito,
sei troppo breve? O altri ti hanno decorticato i genitali voraci per lasciarti vuota di declamazioni altrui?
Sei dito puntato verso l'abisso o paracadute di sicurezza...che non si apre?
29 ottobre 2007 15.59

Hanna ha detto...
ch'io possa avvalermi del tuo membro puntato,
senza cadere,
tornerei,
devo soltanto trovare l'uscita

Vincenzo ha detto...
Ad Ungaretti dai la polvere;
La mente anche se so che non me la darai; ricordi: "Non chiedermi...
In quanto al parterre dei commentatori Sigmund avrebbe avuto eiaculazioni, multiple, isteriche SuperIo sublimi. L'Es si sarebbe autosodomizzato.
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Frammento di un discorso amoroso
Vincenzo ha detto...
"Aliquid pro aliquo dicere". Oppure un rinvio a qualcosa di altro. Questo tuo linguaggio, che è italiano sì, ma anche solo tuo. E' questa la lezione cui fai richiamo? Ricordo. Ragazzo. Ionesco.Amavo il rinoceronte e la cantarice calva. Dicevano: teatro dell'assurdo, ma era la descrizione disperata, in altro modo, dell'esistenza. Ti metto il link al posto della pagina WEB. funziona? Mistero. ma provo
2 novembre 2007 1.56

Hanna ha detto...
"il processo di decomposizione incarnato dai personaggi non si è affatto esaurito, anzi, ha proseguito imperterrito la sua opera demolitrice"....citazione dal tuo link,Vincenzo, che funziona bene,si..
Il mio intento però, sarebbe non degradare ne deridere ma trovare dei valori...
Io ho attrezzato Werther e Carlotta dandogli nelle mani mouse, mic, cam e lo schermo ...ricavandone: skypeMe.
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Un brano
VAR ha detto...

mi piace molto, per equilibrio, cadenza, ritmo e capacità descrittiva ed evocativa. L'immagine della bocca fatta di baci è molto bella così come il contrasto con la luna che si ritira al lumino.
2 novembre 2007 16.53

Hanna ha detto...
lo sai che la luna è una materia priva di qualsiasi valore,è luminosa se la abbagliamo,senno'...
uguale, se non le abbaiamo con delle strofe evocative, sta li aspettando che la popoliamo scienti e irruenti,
o irruenti e scienti

VAR ha detto...

Non mi diventare scientifica. E continua così. Altrimenti dove me lo troveresti un "Ognuno sta solo sul cuor della terra /Trafitto da un raggio di sole: ed è subito sera". Uno direbbe:ma "sul" o "nel" cuor ? un'altro , ma il sole è una spada? Divagazioni e fictiones
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La Sicula si accontenta

arouetvoltaire ha detto...

Che naturalmente è presente anche senza il soggetto. Ma fra tante parole in libertà. E’ infatti più dolce, quasi ingenuo questo accarezzarsi (così mi viene da dire) l’avvolgibile (è una casa non antica) abbassata e gli occhi chiusi per la vergogna ( che è più “peccatogenetica del pudore) più che nella premessa del piacere. Il siciliano è bellissimo, avevo un amico di Noto, spirito beffardo ed estroverso che lo ricamava. Con certi dialetti si può ricamare con altri si guerreggia. Ascolta i collegamenti al link che metto in indirizzo. Ciao, sei formidabile non solo nel tuo .Un giorno ti racconterò di una MIA diatriba sulla "resurrezione della carne" che stava per costarmi una favolosa sospensione, ma il prete fu "mallevolizzato" dalla mia grande professoressa di italiano
3 novembre 2007 17.38

Hanna ha detto...
..."abbassata e gli occhi chiusi per la vergogna ( che è più “peccatogenetica del pudore) più che nella premessa del piacere"...
vedi che è questo che intendevo, solo ch'io sono troppo fremente per spicciare un idea ad hoc!
Te Vincenzo sei più pacato e critichi fermo, con la perizia dovuta!
senti,ma se apriamo un blog insieme?
io sono molto calda ,prolifera, tu invece saggio, documentato e intellettualmente virile...chissà cosa ne uscirebbe?!-
baci
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VAR ha detto...

Ecco perché esiste l'abisso. E' il contenitore di questi "foenomena". Sai a cosa ho pensato? Alle disposizioni delle autorità sanitarie della Florida in occasione degli uragani: «Scrivete su un braccio e su una gamba il vostro numero di previdenza.Fatelo con pennarello indelebile; sarà la garanzia del vostro ricovero (ospedaliero)». Molti qui da noi vorrebbero portarci a quelle condizioni.
4 novembre 2007 22.44

Hanna ha detto...
l’infelicità dell’uomo paragonato alle bestie che sono felici è una delle grandi prove dell’immortalità dell’anima
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VAR ha detto...
un mondo di sole idee e fenomeni creati dalla TUA coscienza (O INCONSCIO?). Solipsismo ? Comunque lo scopo è intatto: rimani indecifrabile.
5 novembre 2007 12.18

Hanna ha detto...
sto da questa parte del rasoio di Ockham

VAR ha detto...

ma nel senso che elimini il superfluo? In effetti l'essenzialità, nelle poesie, è tutto e ne costituisce la forza. In skype invece sei sull'altra lama della forbice.

Hanna ha detto...
dicevo da questa parte, ma non ho detto quale ...
dipende dalle circostanze,
ed è questo il bello...
diva eclettica!

VAR ha detto...
Su "diva" siamo d'accordo. Stavo già sul punto di attribuirti l'appellativo, ma non volevo scadere nella piaggeria (sebbene...).Invece non devi sfotticchiarmi sulla «parte». Se dici questa è il lato rivolto verso di te rispetto al filo. In caso contrario -poichè sei molto razionale- avresti detto: dall'altra. Chi scrive i 5 versi /iniziali/ di "Non un assioma" non dice alcunché a caso. Ciao

Hanna ha detto...
scusa Vincenzo, se rileggi sopra...
non intendevo me come soggetto.
Esiste lo spartiacque di Kant,o il rasoio di Ockham..esiste il pre- e post- , due epoche...
posso stare in due epoche? posso sperimentare come ci si sente?
posso ritornare in me? o vado dove mi è più lecito?

Hanna
Anche questo è per Te Vincenzo!
"se ci piace pensare cosi bene degli altri è perchè temiamo per noi"- questo il pensiero di Nietzsche che ho adottato in causa...non penso mai male degli altri,non li giudico,ne denigro...ed il tutto per sentirmi attorniata di gente degna...appunto per sentirmi comodacomoda e felice....ti piace sto carosello deduttivo?
mi piace ridere della vita

VAR ha detto...
Il tuo turbillon mi confonde ed è quello cui aspiravi. Touchè. Per il resto siamo agli antipodi. vedo,squadro,valuto,giudico,esorto ed abbatto. Senza problemi che non siano quelli di essere sempre sotto il cielo stellato. Una volta, come nel mito dell' «omphalos»: la congiunzione degli antipodi. Per questo interallacciamo pensieri.

Hanna ha detto...
La verità è brutta: abbiamo l’arte per non perire a causa della verità

VAR ha detto...
Anche io dicevo euri come dicevo lire. Ebbene ho avuto diatriba con "Accademia della Crusca". prima mi hanno dato ragione, Poi, in un secondo momento: No; EURO. mi sono adeguato, adeguati. Hanna, rifletti.
un cielo convesso è opprimente, ma tu sei in espansione...
6 novembre 2007 19.50

HANNA ha detto...
ArouetVoltaire!
devo respirare, concava non ci sto..
tutto vissuto e riciclato!
per forza che ha partorito Omero e Nietzsche!

VAR ha detto...
Sono tanto per la parte "della metà che sorregge il cielo" che non penso mai il «concavo e convesso» con "articulazioni" sessuali. Fai appello a filosofia e psicologia, a quello che vuoi, ma sino a che prevarrà il dualismo divaricante invece che comprendente non ci incontreremo mai. Come sessi non come io e tu.

HANNA ha detto...
ma pensa te...
invece di capire il lugubre senso esposto...sono subito accorsa ad esplorare.. l'intrinseco,il parabolico, dei paradigmi sconci...ti adoro per le tue ripicche!
_____________________________________


Lorenzo ha detto...
Ciao,
ho scoperto quasi per caso il tuo blog e le tue opere, mi piacerebbe che partecipassi anche tu all'uscita del primissimo numero del magazine be|different.
Troverai tutte le informazioni sul nostro sito: www.bedifferent.it
Puoi inviarci sia i tuoi disegni che le tue poesie.
Grazie.
Lorenzo

VAR ha detto...

Non accettare http://www.lorenzobrusadelli.it/
Ti amo come sei e comunque sei.Vincenzo
12 novembre 2007 12.42

VAR ha detto...
distante un timore appena,/
vestita solo di sogni,/
le baciai capelli grato del sollievo,/
dormiva,accogliente/
i petali turgidi d'umido notturno/
NON CADERE IN LORENZO.
Abissi separano il tuo erotismo dal di lui abisso. Rimani Hanna perchè così ti adoro.

hanna ha detto...

@ VAR
ora mi trovo a Vienna..
non sono concentrata e cmq nn saprei trovarlo quel buonlorenzo
baci viennesi!
amami anche assente
13 novembre 2007 14.50

VAR ha detto...
@ Hanna : per te un bagno in quella Mitteleuropa che tanto ancora adoriamo


arouetvoltaire ha detto...
@ Hanna. Ci manchi e ci mancano le tue poesie,torna presto.
19 novembre 2007 2.27

arouetvoltaire ha detto...
@@ Hanna. Ti cercavo, nel cuore della notte. Per abbeverarmi alla tua fonte. Ma la mente stanca ha ingannato l'occhio e la mano. Un tasto sbagliato, una lettera sfuggita.Mi hanno reso fantasma introvabile, nell'intrigo della rete.
________________________________________
VAR ha detto...

Già: Alcuni poeti hanno l'illusione di fermare il tempo. E' solitudine. Pensa. "Ognuno sta solo ...trafitto da un raggio di sole" . E tu: "tento di fermarlo perdendomi...". Ma non lo trovi più. Come non lo trovava Lui che però -pessimista- troncava: "Ed è subito sera" CHIUSO. Invece hai una vena di ottimismo "tutto d'accapo"/"spero.../. Non tutto è perduto, quindi: c'è vitalità o (secondo) te: vince la libido freudiana ?
30 novembre 2007 23.14

HANNA ha detto...
...io mi perdo felicemente in ogni atto, in ogni momento,
pure in quello passato...

VAR! mi racconti della tua diatriba sulla "resurrezione della carne" che stava per costarti una favolosa sospensione...
Enzo!
sei un rarissimo esemplare in questo susseguirsi odierno, a essere immerso /senza resurrezioni/ in "un amore solo per tutta la vita".
Io, ogni volta che amo è l'unica volta in cui amo. Semplicemente, la differenza dell'oggetto non altera l'unicità della passione: ma la intensifica.

VAR ha detto...

@ Hanna. A raccontarla così sembra di una semplicità e banalità estreme. Ma allora si era in terza liceo e se a colazione mangiavi Hegel, a pranzo c'erano Marx,Nietzsche, Sartre e Camus. La lezione di religione era stata una lunga tirata sull'aldilà, Inferno e giudizio universale. Se leggi sul "il mio blog Libero" la pappa era uguale a quella odierna di Ratzinger. Il nostro canonico professore ci assegnò un tema in classe supplendo un'altra insegnante -favolosa- di filosofia. Il tema: "Spiegate alla luce della lezione odierna l'importanza di mantenere intatto il nostro corpo per il Giudizio nel giorno della resurrezione della carne". Imbevuto di quel maledetto illuminismo e infogato da quello zozzone di Marx ed aiutato da una certa facilità dello scrivere gli snmantellai 4 mesi di lezioni concludendo che Dio era ben ingiusto se pretendeva la resurrezione del corpo intatto : "Perchè non potranno sedere alla destra del Padre quei poveri e buoni marinai i cui corpi se li sono mangiati i pescicani? Dove è la giustizia di Dio?". Da qui il putiferio


_______________________________
VAR ha detto...

@ Hanna. Quanti cambiamenti in una volta ! E le tue poesie? . Comunque al quinto rigo "our carbon emissions"
sostituirei carbonio con "anidride carbonica", ma ti amo sempre come sei.

HANNA ha detto...
Io sono proibita

VAR ha detto...
Cosa vuoi dire? sei della dinastia Ming e Qin?. O mi vuoi dire che sei inaccessibile? Arrabbiata per la CO2? Oppure è un troncativo. «con te non voglio avere più a che fare»?. Forse ho sbagliato, sono quel ciabattino del "ne ultra crepidam, sutor". Ma io giocavo con la tua mente come tu ci sfidi con le tue poesie.Proibita a chi se ti avrebbero violato il sito? Oppure non ti si può amare? Ma allora perchè quel visino triste e pensoso che riappare -dopo un tempo infinito - sul tuo profilo?
17 dicembre 2007 17.39

HANNA ha detto...
le soluzioni sono sempre casuali

____________________________________

VAR ha detto...
Ciao, auguri, epperò il tuo post era così nuovo, piacevole ed intelligente che me lo sono portato su "La vita come viene" Sempre in alto.
24 dicembre 2007 8.02

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arouetvoltaire ha detto...

Bellissima espressione di una vita piena e finalmente sazia
12 gennaio 2008 22.22

HANNA ha detto...
Io so nulla di me!
scrivo...
poi arriva un Vincenzo Romano è mi definisce, sintetizza!
Grazie VAR

arouetvoltaire ha detto...

Perché parli di te per immagini come la protagonista del film di Alain Resnais che spero abbia visto (e che comunque puoi procurarti presso le Suore Paoline – hanno dal 7° sigillo all’Arpa Birmana): “L’ anno scorso a Marienbad” dove Ella lotta contro un ricordo di cui non è sicura, o che cerca di respingere, o che desidera. Nella villa principesca, cammina (è Delphine Serig corteggiata da un forte Albertazzi) Un altro uomo - il marito o l'amante – cupo in un gioco in cui non può perdere, cerca di trattenerla – anche per un solo istante. Ma Ella procede per scale e corridoi sfiorando arazzi meravigliosi, sotto volte en pleine aire Ma senza mai pronunciare una risposta definitiva. Misteriosa la donna si perde-non perde nel labirinto di un immenso giardino all'italiana, dove lo stesso corteggiatore non è sicuro di ritrovarla ed ella non ha certezza di uscire. Ma tutto è così delicato che tu intuisci, immagini e poi conosci, anche se solo nel profondo della tua mente. Resta lei, altera quasi irraggiungibile sogno della tua intensa vita.
14 gennaio 2008 17.43

___________________________________


arouetvoltaire ha detto...

Giro ormai da giorni attorno a questi versi. Quasi contemporaneamente scrivevo in un articolo «Già vent’anni or sono un filosofo che ama Parmenide e considera l’ essere eterno, al massimo come lo svolgersi della bobina di Einstein (Dio non gioca ai dadi) vedeva una nuova rivoluzione proletaria aggirarsi nel mondo dove i protagonisti sarebbero stati i nuovi proletari , i paria di quel terzo e quarto mondo che allora appena premevano ai confini ed ora sono ormai dentro l’impero.» Che non è una visione Vichiana (Severino non è certo per i ritorni ciclici), ma la conferma che: Non è possibile che un ente divenga “l’altro da sé”: questa impossibilità è il suo essere e la sua eternità. Se l'Essente non può divenire noi vediamo sempre la stessa bobina che viene proiettata in eterno, al massimo una persona che consideriamo morta, non lo è esce dallo sguardo dell'osservatore. Le tue conclusioni sullo specchio mi mettono quindi in imbarazzo.
22 gennaio 2008 18.43

HANNA ha detto...
fermati dunque al primo gradino VAR, senza salire oltre (niente quanti)...
Vai col tempo, avanti, strappi i fogli da calendario, conti compleanni, compri robe alla moda e posando i crisantemi un lampo di terrore: anche per me suoneranno campane! ed il tempo va, predefinito, avanti, e un giorno tu non ci sarai ....
Ma se gli cambiassimo il verso?
se tu guardi a ritroso, sfogli gli album di famiglia, rammenti, tanti "se", "ma" e "perché", rimpiangi, ammiri le tue vincite, la carriera, i nipoti.
E sommi: perché ero?

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Fare da specchio è roba di post scriptum, che qui non c'è.

arouetvoltaire ha detto...

Ma come faccio? Se L'Essente non può "divenire": il "tempo" non può essere. Si identifica, al massimo, con l'essente. Ma è impossibile perchè a dirla in parole povere esso non fu e nemmeno sarà.
22 gennaio 2008 23.32

HANNA ha detto...
Dice Clarke: "Trasformarsi in pura energia è un modo per sottrarsi alla tirannia della materia e io mi figuro tranquillamente degli esseri realmente avanzati che stanno valutando i pro e i contro di una loro trasformazione in energia. Certo, non saranno più in grado di godere di alcuni piaceri del mondo materiale, ma quando tutto diventa uno stato mentale a chi importa più?"..
Dice Jordan:"Le nuove concezioni che sono sorte dalle esperienze fisiche quantistiche e dalla loro elaborazione teoretica, significano la liquidazione dell'immagine materialistica del mondo ... L'atomo, sprovvisto di tutte le qualità sensibili, è soltanto caratterizzabile con uno schema di formule matematiche, è solo un concetto accessorio."
Dico io: così la morte è leggera

arouetvoltaire ha detto...
Io non ho capito bene Clarke oppure non ho capito nè Dante e nemmeno Einstein. Trasformarsi in pura energia non è trasformarsi in in puro stato mentale. Hiroshima ce lo insegna. Mentre il puro spirito può mantenere il godimento carnale sperimentato. "Mi prese del costui piacer si forte che come vedi ancor non m'abbandona.../...questi che mai da me non fu diviso la bocca mi baciò tutto tremante.../quel giorno più non vi leggemmo avante...
.............:)
24 gennaio 2008 23.50

HANNA ha detto...
Questo non è il "non capire"..
queste sono le ricerche di fruttuoso
e agevole spazio personale ora ad aeternum....
"Mi prese del costui piacer si forte"
questo non dura...
Invece se prendi il piacer mentale senza "toccarlo"?
cerca, cerca...
soluzione ci dev'essere,
intanto vivendo...
;0)
PS. per questo m'intriga la vita virtuale e le sexychat...devo capire ancora cosa provano gli assidui gossip masturbandosi in cam

arouetvoltaire ha detto...
Mi corrompi l'anima "sino alle midolla" .Pensavo al sesso vero ed al piacere carnale vissuto. Tu indaghi in un mondo malato e devi fare attenzione. Nelle tue sex-virtual-chats potrai trovare solo inganni. Nessuno si disvelerebbe ed anche se pensasse di farlo mentirebbe a se stesso pur di stupire te.
26 gennaio 2008 18.14

arouetvoltaire ha detto...
«O voi che siete due dentro ad un foco,
s'io meritai di voi mentre ch'io vissi,
s'io meritai di voi assai o poco

quando nel mondo li alti versi scrissi,
non vi movete; ma l'un di voi dica
dove, per lui, perduto a morir gissi».
Dante/inf/XXVI/ Adatto a noi ! :)
25 gennaio 2008 14.15


Diceva Tiziano Terzani:
"chi sa pregare, preghi, perché la dimensione del divino, che noi abbiamo eliminato eliminando, fra l’altro, la morte dalla nostra vita, è orripilante, orribile, perché toglie all’uomo questa bella dimensione dell’altro"

Parlava comunque della dimensione fisica non quella virtuale.
Dimensione virtuale è fuga dalla vita e se muore anche quella?
...nessuna soluzione.

Thursday, May 15, 2008

Tifi Odasi.Macharonea erotica

O putanarum putanissima vacha vacharum
O potifarum potissima pota potaza
Quam nunquam potui faciam catare futendi
Tu Phrosina mihi faveas mea sola voluptas
Nulla mihi poterit melius succurrere musa
Nullus Apollo magis: quam tu pulcherrima, non si
Bellorophonteum tota cum pelle caballum
Magnassem aut montem omnemque heliconidis
[umbram
Si modo ipocritos fratres chiericasque futentes
Paululum donec compono carmina linquens
Non dico semper nihil est impossibile magis
Tu tamen interea sive es mea sive fratorum


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Cognosces in me quantum tua numina possunt
Queque tua veniunt stilantia carmina pota
Tuque Leonico facilem concede potifam
Flora tuo haud aliter posset componere versum
Tu quoque Domicio faveas fornara Parenzo
Atque tuis manibus factam plenamque fenochis
At te cum veniet caldam donato fugazam
Aspices lector Prisciani vulnera mille
Gramaticamque novam quam nos docuere putanas
At nunc incipimus aures adhibete benignas.

Tu, la più gran puttana di tutte le puttane, vacca fra le vacche,
la più gran fica di tutte le fiche, fica ficazza,
che mai ho potuto trovare sazia di fottere,
tu, Frosina, mia sola voluttà, siimi bene­vola:
le Muse non potrebbero essermi d'aiuto meglio di te,
e nep­pure Apollo, o mia bellissima,
neppure se mi mangiassi il cavallo di Bellerofonte
con tutta la pelle o tutt'intero il monte ombroso d'Elicona:
se soltanto lascerai un po' perdere i frati ipocriti
e le chieriche che sempre fottono, finché compongo il mio poema.
Non oso dire sempre, finché non c'è niente di più impossibile.
Tuttavia tu, in quel mentre, la dia a me o la dia ai frati,
conosce­rai quanto potere hanno su di me i tuoi voleri
e tutte le poesie che cadono goccia a goccia dalla tua potta.
E tu, Flora, dalla al tuo Leonico: tanto, lo fai con facilità!
In nessun altro modo egli po­trebbe comporre versi!
E anche tu, fornaretta, concedi i tuoi là­vori a Domizio Parenzo
e quando viene da te, fa che riceva in do­no una focaccia appena sfornata.
Potrai vedere, lettore, le mille ferite di Prisciano,
il nuovo latino che ci hanno insegnato le put­tane
e i versi che componemmo cantando dopo cena.
Talvolta il poeta invoca come Muse le puttane!
Ma ora cominciamo: predi­sponete benignamente le vostre orecchie.
(Versione di Ivano Pac­cagnella)



Letteratura maccheronica
Genere letterario appartenente alla tradizione goliardica; prende il nome dalla Macharonea di Tifi Odasi (morto a Padova nel 1492), scritta dopo il 1448 e in seguito più volte ristampata.
Caratteristica della letteratura maccheronica è l’utilizzo della lingua letteraria in uso negli ambienti accademici di Padova fra Quattrocento e Cinquecento. Si tratta di una lingua “mista”, che su una base grammaticale e sintattica latina innesta un lessico volgare. Ne discende un effetto parodico della cultura classica, accentuato dal fatto che spesso vengono trattati temi legati alla cucina, al cibo (da qui la derivazione dal termine “maccarone” nel significato di cibo grossolano), ai bisogni fisici dell’uomo.



MACARONIC POETRY.
Macaronea or Carmen Macaronicum de Patavinisis ("Macaronic Song from Padua") a comical poem by 15th century poet Tifi Odasi. It is considered to be the earliest example of macaronic verse, and the genre's namesake.
The year of first printing is not indicated on the book itself, but is believed to be 1488 or 1489. The author's pen name is given as "Tifi" in the frontispice, and as "Tifetus" in an acrostic that precedes the text.
The title of the poem is thought to come from maccerone, a kind of pasta or dumpling eaten by peasants at the time . Macaronea tells of a prank applied by a band of university students (macaronea secta) on an apothecary. It is written in a mix of Latin and Italian, in hexameter verse (as would befit a classical Latin poem). It reads as a satire of the bogus humanism and pedantism of doctors, scholars and bureaucrats of the time.


A celuy que pluys eyme en monde,
of alle tho that I have found,
Carissima,
saluz od treye amour,
with grace and joye and alle honour,
Dulcissima.

Sachez bien, pleysant et beele,
that I am right in good heele,
Laus Christo!
et mon amour doné vous ay.
and also thine owene night and day
in cisto.

Wednesday, May 14, 2008

Biglietti della follia di Nietzsche/Madness Letters


«O grande astro! Che ne sarebbe della tua felicità se non avessi a chi risplendere?
"Great Star! What would your happiness be, if you had not those for whome you shine!
Nietzsche

I biglietti della follia sono quella serie di biglietti spediti da Nietzsche a partire da gennaio 1889, alcuni sono stati ritrovati, altri se ne conosce l'esistenza solo perchè riportato da seconde persone.
Con questi biglietti in molti concordano si sia manifestata la follia di Nietzsche.
Essendo io fan di Nietzsche, dopo aver letto tutte le sue opere, sarei propensa ch'il grande uomo si prendesse gioco dell'umano. Spiritosaggini li chiamava lui.
E perfino quelli "Wahnbriefe" contano un gran merito! Fama è fama. Qualunque cosa posti ...ops..scrivi.

On January 3, 1889, Nietzsche exhibited signs of what was perceived as a serious mental illness. Two policemen approached him after he caused a public disturbance in the streets of Turin. What actually happened remains unknown, but the often-repeated tale states that Nietzsche witnessed the whipping of a horse at the other end of the Piazza Carlo Alberto, ran to the horse, threw his arms up around the horse’s neck to protect it, and collapsed to the ground. The first dream-sequence from Dostoyevsky's Crime and Punishment has just such a scene in which Raskolnikov witnesses the whipping of a horse around the eyes. Incidentally, Nietzsche called Dostoevsky "the only psychologist from whom I have anything to learn."
In the following few days, Nietzsche sent short writings — known as the "Wahnbriefe" ("Madness Letters") — to a number of friends (including Cosima Wagner and Jacob Burckhardt). To his former colleague Burckhardt, Nietzsche wrote: "I have had Caiaphas put in fetters. Also, last year I was crucified by the German doctors in a very drawn-out manner. Wilhelm, Bismarck, and all anti-Semites abolished." Additionally, he commanded the German emperor to go to Rome in order to be shot and summoned the European powers to take military action against Germany.
On January 6, 1889, Burckhardt showed the letter he had received from Nietzsche to Overbeck. The following day, Overbeck received a similarly revealing letter, and decided that Nietzsche's friends had to bring him back to Basel. Overbeck traveled to Turin and brought Nietzsche to a psychiatric clinic in Basel...
Quotes by Nietzsche, Friedrich


Lettera spedita a Burckhardt il 5 gennaio 1889
Caro signor professore, alla fine sarei stato molto più volentieri professore basileese che Dio; ma non ho osato spingere così lontano il mio egoismo privato, da tralasciare, per causa sua, la creazione del mondo. Lei vede, bisogna fare sacrifici, come e dove si viva. – Tuttavia, mi sono riservata una piccola camera da studente che si trova di fronte al Palazzo Carignano (- nel quale sono nato come Vittorio Emanuele) e oltre a ciò permette di sentire, dal proprio tavolo di lavoro, la magnifica musica nella Galleria Subalpina. Pago 25 franche con servizio, preparo il mio tè e faccio tutte le spese da solo, soffro di stivali rotti e ringrazio ogni momento il cielo per il vecchio mondo, per il quale gli uomini non sono stati abbastanza semplici e silenziosi. – Poichè sono condannato a intrattenere la prossima eternità con cattive spiritosaggini, ho qui un’attività scrittoria, che invero non lascia nulla a desiderare, molto carina e nient’affatto faticosa. La posta è a cinque passi, imbuco io stesso le lettere per trasmettere il grande fogliettonista “der grende monde”. Naturalmente, sono in stretti rapporti con il Figaro, e affinchè lei abbia un’idea di quanto io possa essere innocuo, ascolti le mie prime due cattive spiritosaggini: Non prenda troppo sul serio il caso Prado. Io sono Prado, sono anche il padre di Prado, oso dire che sono anche Lesseps…. Vorrei dare ai miei parigini, che amo, una nuova idea - quella del criminale dabbene. Seconda spiritosaggine. Saluto gli immortali. Daudet appartiene ai quarante. Astu.

Quel che è spiacevole e nuoce alla mia modestia è che io, in fondo, sia ogni nome nella storia; anche per i figli che ho messi al mondo le cose stanno in modo tale, che rifletto con una qualche diffidenza se tutti quelli che vengono nel “regno di Dio” vengano anche da Dio. Per due volte, questo autunno, mi sono trovato, vestito il meno possibile, al mio funerale, dapprima come conte Robilant (- no, questi è mio figlio, in quanto io sono Carlo Alberto, la mia natura sotto) ma Antonelli ero proprio io. Caro signor professore, lei dovrebbe vedere questo edificio; dato che sono assolutamente inesperto nelle cose che creo, a lei qualsiasi critica; io sono grato, senza poter promettere di trarre vantaggio. Noi artisti siamo incorreggibili. – Oggi mi sono vista un’operetta –genial-moresca – e anche constatato con piacere, in questa occasione, che adesso Mosca come pure Roma sono cose grandiose. Vede, anche per il paesaggio cono mi si nega del talento. – Rifletta, facciamo una bella chiacchierata, Torino non è lontana, per ora non ci sono impegni professionali molto seri, sarebbe possibile procurare un bicchiere di valtellinese. Prescritto il negligè. Con cordiale affetto,
Suo
Nietzsche.

Vado dappertutto nel mio vestito da studente, qua e là batto sulla spalla a qualcuno e dico: siamo contenti? son Dio, ho fatto questa caricatura…
Domani viene il mio figlio Umberto con la graziosa Margherita, che qui, però, riceverò ugualmente in maniche di camicia.
Il resto per la signora Cosima… Arianna… Di quando in quando si fanno incantesimi… Ho fatto mettere in catene Caifa; l’anno scorso sono stato crocefisso in maniera molto penosa dai medici tedeschi. Aboliti Guglielmo, Bismarck e tutti gli antisemiti. Di questa lettera lei può fare qualsiasi uso che non mi diminuisca nella considerazione dei basileesi.


Citazioni di Nietzsche

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