Ariete: Anno in cui raccogliere i frutti del 2009, non mancheranno piacevoli sorprese nel campo del lavoro e per quanto riguarda l'amore e le persone che ti stanno vicino sarai per loro un valido punto di riferimento e non dovrai farne a meno.
Toro: segno che nell'anno 2010 godrà di un influsso positivo in tutti i campi, a cominciare dal lavoro per proseguire con l'amore. Non lasciarsi scappare le occasioni che quest'anno non mancheranno, e cogliete l'occasione per espandere il vostro ambiente di relazioni.
Gemelli: in ripresa da un 2009 non proprio felice. Il nuovo anno sarà più dolce del precedente anche se non propriamente perfetto, dovrai riacquistare la fiducia che ti era venuta meno. Dovrete saper riallacciare vecchie relazioni con quello di nuovo che avrete appreso dall'esperienza. Godrete di una buona salute, ma non approfittatene troppo.
Cancro: il 2010 porterà qualche sorpresa non sempre positiva e del turbamento, il campo lavorativo richiederà maggiore impegno e in amore raccoglierai i frutti del 2009, che, se avrete saputo mantenere la calma nei momenti meno facili, potrebbero essere tanti e non di poca rilevanza.
Leone: si avvereranno i progetti sui quali si era tanto lavorato, grazie ad una maggiore maturità finalmente acquisita. Scelte oculate da fare per quanto riguarda il denaro, mentre gli affetti vivranno dell'inerzia positiva dello scorso anno.
Vergine: un anno 2010 veramente positivo per questo segno; da cogliere l'occasione per fare progetti di lungo termine su più versanti: investimenti affettivi ma anche progetti di lavoro. Un 2010 pieno di fortuna, ma dovete cercare di non trascurare la vostra salute che nel corso dell'inverno potrebbe portarvi qualche sorpresa, che dovrete cercare di non somatizzare troppo. Oroscopo 2010 nel complesso davvero molto positivo.
Bilancia: anno non troppo difficile, passerà tanto in fretta che nemmeno ve ne accorgerete, ma richiederà pazienza e perseveranza. Non avventurarsi in nuovi campi e cercare di vivere delle rendite del 2009. Attenzione e cautela saranno indispensabili. Ma il vostro oroscopo 2010 nel complesso è senza dubbio positivo.
Scorpione: tante saranno le occasioni da non lasciarsi sfuggire, da saper cogliere l'anno 2010 fortunato che porterà con sè tante sorprese sfruttate solo con un'adeguata apertura mentale. Non lasciatevi sfuggire buone occasioni per pigrizia o per paura della novità: ogni lasciata è persa, e il 2010 ve lo dimostrerà. Davvero un buon oroscopo 2010
Sagittario: le grandi fortune del precedente anno 2009 non si ripeteranno nel 2010 e sarà fondamentale sapersi riadattare alla normalità. Saper affrontare la sfortuna con la maturata esperienza del passato, ma non siamo poi così drammatici, il vostro oroscopo 2010 può essere interpretato come un semplice ritorno alla vita di ogni giorno, in particolare dal terzo semestre dell'anno.
Capricorno: il 2010 è un occasione per andare incontro al futuro e dimenticare il passato. Cambiamenti che porteranno molta felicità, prosperità, e voglia di vivere la vita, come magari avreste voluto fare nel 2009 ma non sempre vi è stato possibile. La vostra situazione sentimentale potrebbe trovare la svolta nel secondo semestre 2010.
Acquario: (che è il mio) concentratevi sui piaceri della vita e dimenticate la non troppa fortuna dell'anno 2009. Questo è un anno per riflettere e pensare al vostro futuro, ma non mancheranno buone occasioni per mostrare agli altri chi siete. La vostra situazione lavorativa andrà migliorando nettamente a partire dal secondo trimestre dell'anno.
Pesci: un 2010 ricco di fortuna che darà tante soddisfazioni dal lato affettivo; tante soddisfazioni saranno date dagli amici anche se la vostra razionalità sarà messa alla prova, e le fortune che vi capiteranno saranno difficili da valutare.
PREVISIONI DI FOX
Nel 2010 per i segni d’Acqua il percorso potrebbe essere a ostacoli, soprattutto per quanto riguarda il lavoro.
Ma alla fine la fortuna di Giove, che quest’anno transita insieme a Urano in Ariete, bacerà la fronte dei nati in Cancro, Scorpione e Pesci. In autunno la fatica sarà premiata e i benefici si materializzeranno anche sul conto in banca. Potrebbero concretizzarsi occasioni capaci di rivoluzionare il futuro.
Segni di Fuoco i pianeti promettono battaglie dall'esito stupefacente
Che ci crediate o no, dare un’occhiata alle stelle è solo un modo per cominciare il nuovo anno sotto i migliori auspici, anche quando le posizioni dei pianeti preannunciano dure lotte e trasformazioni imprevedibili, così come gli astrologi promettono ai nati sotto i segni di Fuoco.
Saturno contro, dopo 7 anni di attesa, Urano dopo 84 anni di assenza e, ciliegina sulla torta, Giove in Ariete nella seconda parte dell’anno sono solo alcuni dei transiti planetari più significativi per gli Ariete, pioniere dello zodiaco, e per i nati sotto i segni di Fuoco. Risultato: a tutti loro il 2010 offrirà bruschi cambiamenti di rotta, battaglie per il successo, nuove esperienze e tempeste di passioni. Mica male.
Segni di Terra il 2010 sarà un anno pieno di successi
Il fautore di tanta fortuna nel lavoro per i segni di Terra è Mercurio, pianeta che quest'anno predilige proprio Toro, Capricorno e Vergine, e su ciascun segno si ferma per almeno due mesi. Questo significa che grazie alla sua protezione ci saranno ottime possibilità di fare carriera e di concludere affari. Anche il denaro, nonostante la crisi, non mancherà. Il 2010 soprattutto per Toro e Capricorno sarà l'anno giusto per togliervi qualche capriccio.
Segni d’Aria la lezione di Saturno
Quel macigno di Saturno nel 2010 finalmente si è spostato dall'orizzonte dei Gemelli, situazione astrale che garantirà il successo, renderà la vita più facile e permetterà l'impegno in storie d'amore più costruttive.
Per i Bilancia, invece, l'azione di Marte sarà preziosissima: grande spirito d'iniziativa, creatività ed eccellenti capacità di mettersi in contatto con il mondo esterno consentiranno di raggiungere ottimi risultati nel lavoro, mentre in amore la strada tracciata dagli astri conduce verso ciò che è saldo, vero e profondissimo.
Per gli Acquario, infine, nessun pianeta contrario.
In amore il 2010 promette una tempesta di emozioni e garantisce entro la primavera di toccare con mano la felicità. Ma anche nel campo professionale l'anno che sta per cominciare assicura cambiamenti capaci di migliorare la qualità del lavoro e rendere le prospettive economiche più favorevoli nel medio e lungo termine.
Thursday, December 31, 2009
Partito dell'Amore e una via a Craxi, intervista a Ministro Bondi
-Ministro Bondi, dica la verità: il "partito dell’amore" è farina del suo sacco.
- Assolutamente no. Lo stupore che la frase di Berlusconi ha suscitato dimostra che ancora si sa poco delle idee che nutrono l’impegno del presidente del Consiglio.
L’amore è un inedito in politica. Come si applica?
- L’amore è un aspetto essenziale della cultura di Berlusconi. Il premier è una personalità di successo innanzitutto perché afferma dentro di sé il pensiero positivo, senza lasciare il più piccolo spazio alle passioni negative, per riprendere un concetto di Benedetto Spinoza.
Beh, con “i comunisti” un po’ ce l’ha su...
- Chi conosce Berlusconi sa che non è minimamente sfiorato dall’odio anche verso il peggior avversario. Anche il più piccolo rancore, infatti, lo indebolirebbe, inquinando l’afflato positivo della vita, quella “follia” che rende possibile realizzare i nostri sogni più profondi.
Ministro, la derideranno.
- Vedo già coloro che sorridono. Pensano di essere intelligenti, ma non lo sono: continuano a non capire e a sottovalutare Berlusconi.
Come ha vissuto l’aggressione al premier?
- Ero a due passi da lui. Quando l’ho visto insanguinato e ho incrociato lo sguardo terrorizzato di Tremonti, ho pensato al peggio. Avevo provato un’emozione così forte solo quando al Teatro Manzoni di Milano, alla presentazione dei candidati alle Europee, svenne sul palco. Ebbi un tuffo al cuore, ricordando le immagini di Enrico Berlinguer mentre terminava un comizio.
E invece Berlusconi spiazza tutti da 15 anni. Nel ’94 quando scese in campo tutti risero e lui vinse le elezioni. Dal predellino annunciò il Pdl, tutti risero ma un mese dopo il Pdl era cosa fatta. Vincerà anche ora?
- I giudizi che esprimo io su Berlusconi sono niente rispetto ai meriti che gli storici gli riconosceranno. (Lo dico pure io! ndr.)
Ora viene l’elenco delle imprese, vero?
- Ha impedito agli eredi del Pci di conquistare il potere attraverso la scorciatoia giudiziaria; ha sdoganato la destra italiana; ha assecondato l’evoluzione della Lega da movimento secessionista a partito di governo; ha realizzato un partito unitario dei moderati. Ora è impegnato in due grandi sfide: la modernizzazione dell’Italia e la pace politica. Al suo confronto, tutti gli altri esponenti politici sono nani.
Nani?
- Politicamente si intende.
Chi sono gli iscritti al partito dell’amore?
- Sono pochi. Chi ha trascorso gran parte della propria vita nelle organizzazioni politiche difficilmente ha mantenuto uno spirito puro.
Quindi hanno tutti la tessera del partito dell’odio.
- Sono la maggioranza, prevalentemente a sinistra: i moderati, storicamente, non conoscono l’odio politico.
Fini dove si colloca?
- Fini è un uomo in ricerca, che si pone interrogativi nuovi, dopo una lunga esperienza in un partito emarginato come erede del fascismo. Da questo punto di vista lo ammiro e ritengo possa dare un contributo importante al Pdl.
E la magistratura, che ruolo giocherà in questa fase?
- In tutti i Paesi civili il giudice è una figura che rifugge dalla notorietà e ha una coscienza sofferta delle proprie responsabilità. In Italia questo ruolo sacro è quasi completamente perduto, a vantaggio dell’“imperialismo giuridico”, per citare Violante. La prima riforma è ritornare ad uno stile sobrio, misurato, davvero indipendente dei magistrati.
Ma lei è ottimista o pessimista sul 2010 anno delle riforme?
- Sono realista e prudente. Non bisogna illudersi e illudere, creare euforia, per poi ripiombare nel solito copione del conflitto più esasperato. Dipenderà dalla volontà dei principali leader, soprattutto della sinistra.
Il Pd è spaccato fra guerra e pace.
- Il Pd soffre le conseguenze di una crisi di leadership, riflesso di una grave e prolungata crisi di identità. In generale, l’atteggiamento sulle riforme è duplice. C’è chi, nel Pdl, crede che farle col Pd significhi accettare compromessi tali da snaturarle. E c’è dall’altra parte chi, come Repubblica, pur di sabotarle giunge a teorizzare il valore del conservatorismo, nella convinzione che il centrodestra voglia solo smantellare la Costituzione.
Non se ne esce.
- Se vogliamo davvero realizzare le riforme con una comune assunzione di responsabilità, si possono decidere insieme i tempi, i binari, l’agenda delle priorità.
Tradotto?
- Superando il clima di contrapposizione, sarà forse possibile trovare un compromesso accettabile per tutti.
Lei ha detto di sé che esistono due Bondi, il buono e il cattivo. Oggi è colomba o falco?
- C’è un solo Bondi. Io sono un militante di partito: come tale perseguo gli interessi del partito, prima Forza Italia ora Pdl, con assoluta lealtà al leader. Queste doti consentono di raggiungere accordi anche con gli avversari nell’interesse del Paese. La lealtà non è in antitesi con l’intelligenza politica.
A proposito di intelligenza politica. L’Udc si sta alleando un po’ col Pdl un po’ col Pd.
- Il torto più grande dell’Udc è di non avere una politica. Attendere che l’attuale sistema politico crolli e rimetta in gioco un partito di centro è una illusione e la rinuncia ad avere un progetto politico attraente per gli elettori.
Casini torna a casa.
- Avrebbe dovuto entrare nel Pdl. Ora è tardi. Ma non è tardi ricercare un rapporto di collaborazione, nell’ambito della propria autonomia. Questa strada è obbligata: il Pdl è il partito di maggioranza relativa e rimarrà tale nel futuro; entrambi facciamo parte del Ppe. E, come dimostra l’esperienza della Puglia, il Pd non può essere un interlocutore affidabile. L’ho detto al mio amico Casini: sostenete Emiliano per mantenere fede all’accordo con D’Alema, ma dimenticate che Vendola è molto meglio di Emiliano.
Questa è una notizia: Bondi tifa Vendola.
- Da un punto di vista umano, Emiliano è l’esempio di un totale involgarimento della politica.
Dice Casini che il Pdl è succube della Lega. Con la Lega sarà necessario stabilire un rapporto federativo, come segno di una omogeneità programmatica forte col Pdl.
Non è già così?
- Oggi c’è un’alleanza di governo. Serve un grado di unità più alto, con organismi comuni di consultazione.
Dedicare una via a Craxi è un primo passo verso la riconciliazione nazionale o è una provocazione?
- È un atto che in nessun Paese normale sarebbe oggetto di polemiche.
- Assolutamente no. Lo stupore che la frase di Berlusconi ha suscitato dimostra che ancora si sa poco delle idee che nutrono l’impegno del presidente del Consiglio.
L’amore è un inedito in politica. Come si applica?
- L’amore è un aspetto essenziale della cultura di Berlusconi. Il premier è una personalità di successo innanzitutto perché afferma dentro di sé il pensiero positivo, senza lasciare il più piccolo spazio alle passioni negative, per riprendere un concetto di Benedetto Spinoza.
Beh, con “i comunisti” un po’ ce l’ha su...
- Chi conosce Berlusconi sa che non è minimamente sfiorato dall’odio anche verso il peggior avversario. Anche il più piccolo rancore, infatti, lo indebolirebbe, inquinando l’afflato positivo della vita, quella “follia” che rende possibile realizzare i nostri sogni più profondi.
Ministro, la derideranno.
- Vedo già coloro che sorridono. Pensano di essere intelligenti, ma non lo sono: continuano a non capire e a sottovalutare Berlusconi.
Come ha vissuto l’aggressione al premier?
- Ero a due passi da lui. Quando l’ho visto insanguinato e ho incrociato lo sguardo terrorizzato di Tremonti, ho pensato al peggio. Avevo provato un’emozione così forte solo quando al Teatro Manzoni di Milano, alla presentazione dei candidati alle Europee, svenne sul palco. Ebbi un tuffo al cuore, ricordando le immagini di Enrico Berlinguer mentre terminava un comizio.
E invece Berlusconi spiazza tutti da 15 anni. Nel ’94 quando scese in campo tutti risero e lui vinse le elezioni. Dal predellino annunciò il Pdl, tutti risero ma un mese dopo il Pdl era cosa fatta. Vincerà anche ora?
- I giudizi che esprimo io su Berlusconi sono niente rispetto ai meriti che gli storici gli riconosceranno. (Lo dico pure io! ndr.)
Ora viene l’elenco delle imprese, vero?
- Ha impedito agli eredi del Pci di conquistare il potere attraverso la scorciatoia giudiziaria; ha sdoganato la destra italiana; ha assecondato l’evoluzione della Lega da movimento secessionista a partito di governo; ha realizzato un partito unitario dei moderati. Ora è impegnato in due grandi sfide: la modernizzazione dell’Italia e la pace politica. Al suo confronto, tutti gli altri esponenti politici sono nani.
Nani?
- Politicamente si intende.
Chi sono gli iscritti al partito dell’amore?
- Sono pochi. Chi ha trascorso gran parte della propria vita nelle organizzazioni politiche difficilmente ha mantenuto uno spirito puro.
Quindi hanno tutti la tessera del partito dell’odio.
- Sono la maggioranza, prevalentemente a sinistra: i moderati, storicamente, non conoscono l’odio politico.
Fini dove si colloca?
- Fini è un uomo in ricerca, che si pone interrogativi nuovi, dopo una lunga esperienza in un partito emarginato come erede del fascismo. Da questo punto di vista lo ammiro e ritengo possa dare un contributo importante al Pdl.
E la magistratura, che ruolo giocherà in questa fase?
- In tutti i Paesi civili il giudice è una figura che rifugge dalla notorietà e ha una coscienza sofferta delle proprie responsabilità. In Italia questo ruolo sacro è quasi completamente perduto, a vantaggio dell’“imperialismo giuridico”, per citare Violante. La prima riforma è ritornare ad uno stile sobrio, misurato, davvero indipendente dei magistrati.
Ma lei è ottimista o pessimista sul 2010 anno delle riforme?
- Sono realista e prudente. Non bisogna illudersi e illudere, creare euforia, per poi ripiombare nel solito copione del conflitto più esasperato. Dipenderà dalla volontà dei principali leader, soprattutto della sinistra.
Il Pd è spaccato fra guerra e pace.
- Il Pd soffre le conseguenze di una crisi di leadership, riflesso di una grave e prolungata crisi di identità. In generale, l’atteggiamento sulle riforme è duplice. C’è chi, nel Pdl, crede che farle col Pd significhi accettare compromessi tali da snaturarle. E c’è dall’altra parte chi, come Repubblica, pur di sabotarle giunge a teorizzare il valore del conservatorismo, nella convinzione che il centrodestra voglia solo smantellare la Costituzione.
Non se ne esce.
- Se vogliamo davvero realizzare le riforme con una comune assunzione di responsabilità, si possono decidere insieme i tempi, i binari, l’agenda delle priorità.
Tradotto?
- Superando il clima di contrapposizione, sarà forse possibile trovare un compromesso accettabile per tutti.
Lei ha detto di sé che esistono due Bondi, il buono e il cattivo. Oggi è colomba o falco?
- C’è un solo Bondi. Io sono un militante di partito: come tale perseguo gli interessi del partito, prima Forza Italia ora Pdl, con assoluta lealtà al leader. Queste doti consentono di raggiungere accordi anche con gli avversari nell’interesse del Paese. La lealtà non è in antitesi con l’intelligenza politica.
A proposito di intelligenza politica. L’Udc si sta alleando un po’ col Pdl un po’ col Pd.
- Il torto più grande dell’Udc è di non avere una politica. Attendere che l’attuale sistema politico crolli e rimetta in gioco un partito di centro è una illusione e la rinuncia ad avere un progetto politico attraente per gli elettori.
Casini torna a casa.
- Avrebbe dovuto entrare nel Pdl. Ora è tardi. Ma non è tardi ricercare un rapporto di collaborazione, nell’ambito della propria autonomia. Questa strada è obbligata: il Pdl è il partito di maggioranza relativa e rimarrà tale nel futuro; entrambi facciamo parte del Ppe. E, come dimostra l’esperienza della Puglia, il Pd non può essere un interlocutore affidabile. L’ho detto al mio amico Casini: sostenete Emiliano per mantenere fede all’accordo con D’Alema, ma dimenticate che Vendola è molto meglio di Emiliano.
Questa è una notizia: Bondi tifa Vendola.
- Da un punto di vista umano, Emiliano è l’esempio di un totale involgarimento della politica.
Dice Casini che il Pdl è succube della Lega. Con la Lega sarà necessario stabilire un rapporto federativo, come segno di una omogeneità programmatica forte col Pdl.
Non è già così?
- Oggi c’è un’alleanza di governo. Serve un grado di unità più alto, con organismi comuni di consultazione.
Dedicare una via a Craxi è un primo passo verso la riconciliazione nazionale o è una provocazione?
- È un atto che in nessun Paese normale sarebbe oggetto di polemiche.
Wednesday, December 30, 2009
Buon Anno in lingue diverse, inglese, spagnolo, francese...
In Inglese - Happy New Year
Afgano – Saale Nao Mubbarak
Africano -Gelukkige nuwe jaar
Albanese – Gezuar Vitin e Ri
Arabo – Antum salimoun
Armeno – Snorhavor Nor Tari
Bengalese – Shuvo Nabo Barsho
Cambogiano – Soursdey Chhnam Tmei
Catalano – FELIÇ ANY NOU
Chinese – Chu Shen Tan / Xin Nian Kuai Le
Croato – Sretna Nova godina!
Cecoslovaco – Scastny Novy Rok
Danese – Godt Nytår
Eskimese – Kiortame pivdluaritlo
Esperanto – Felican Novan Jaron
Ethiope – MELKAM ADDIS AMET YIHUNELIWO!
Finnese – Onnellista Uutta Vuotta
Francese – Bonne Annee
Tedesco – Prosit Neujahr
Greco – Kenourios Chronos
Ebreo – L’Shannah Tovah
Hindi – Nav varsh ka shubkamnayein
Hong Kong (Cantonese) – Sun Leen Fai Lok
Ungharese – Boldog Ooy Ayvet
Indonesiano – Selamat Tahun Baru
Iraniano – Saleh now mobarak
Iraq – Sanah Jadidah
Giapponese – Akimashite Omedetto Gozaimasu
Canadese – Hosa Varushadha Shubhashayagalu
Koreano – Saehae Bock Mani ba deu sei yo!
Kurdish – NEWROZ PIROZBE
Lituano – Laimingu Naujuju Metu
Laotiano – Sabai dee pee mai
Macedone – Srekjna Nova Godina
Maltese – Is-Sena t- Tajba
Nepalese – Nawa Barsha ko Shuvakamana
Norwegese – Godt Nyttår
Pashto – Nawai Kall Mo Mubarak Shah
Persiano – Saleh now ra tabrik migouyam
Philippinese – Manigong Bagong Taon
Polacco – Szczesliwego Nowego Roku
Portoghese – Feliz Ano Novo
Punjabi – Nave sal di mubarakan
Romanian – AN NOU FERICIT
Russo – S Novim Godom
Samoa – Manuia le Tausaga Fou
Slovacco – A stastlivy Novy Rok
Sloveno – sreèno novo leto
Somalese – Iyo Sanad Cusub Oo Fiican!
Spagnolo– Feliz Ano ~Nuevo
Swahili – Heri Za Mwaka Mpyaº
Swedese – GOTT NYTT ÅR! /Gott nytt år!
Sudanese – Warsa Enggal
Turco – Yiliniz Kutlu Olsun
Ucraino – Shchastlyvoho Novoho Roku
Vietnamita – Chuc Mung Tan Nien
Afgano – Saale Nao Mubbarak
Africano -Gelukkige nuwe jaar
Albanese – Gezuar Vitin e Ri
Arabo – Antum salimoun
Armeno – Snorhavor Nor Tari
Bengalese – Shuvo Nabo Barsho
Cambogiano – Soursdey Chhnam Tmei
Catalano – FELIÇ ANY NOU
Chinese – Chu Shen Tan / Xin Nian Kuai Le
Croato – Sretna Nova godina!
Cecoslovaco – Scastny Novy Rok
Danese – Godt Nytår
Eskimese – Kiortame pivdluaritlo
Esperanto – Felican Novan Jaron
Ethiope – MELKAM ADDIS AMET YIHUNELIWO!
Finnese – Onnellista Uutta Vuotta
Francese – Bonne Annee
Tedesco – Prosit Neujahr
Greco – Kenourios Chronos
Ebreo – L’Shannah Tovah
Hindi – Nav varsh ka shubkamnayein
Hong Kong (Cantonese) – Sun Leen Fai Lok
Ungharese – Boldog Ooy Ayvet
Indonesiano – Selamat Tahun Baru
Iraniano – Saleh now mobarak
Iraq – Sanah Jadidah
Giapponese – Akimashite Omedetto Gozaimasu
Canadese – Hosa Varushadha Shubhashayagalu
Koreano – Saehae Bock Mani ba deu sei yo!
Kurdish – NEWROZ PIROZBE
Lituano – Laimingu Naujuju Metu
Laotiano – Sabai dee pee mai
Macedone – Srekjna Nova Godina
Maltese – Is-Sena t- Tajba
Nepalese – Nawa Barsha ko Shuvakamana
Norwegese – Godt Nyttår
Pashto – Nawai Kall Mo Mubarak Shah
Persiano – Saleh now ra tabrik migouyam
Philippinese – Manigong Bagong Taon
Polacco – Szczesliwego Nowego Roku
Portoghese – Feliz Ano Novo
Punjabi – Nave sal di mubarakan
Romanian – AN NOU FERICIT
Russo – S Novim Godom
Samoa – Manuia le Tausaga Fou
Slovacco – A stastlivy Novy Rok
Sloveno – sreèno novo leto
Somalese – Iyo Sanad Cusub Oo Fiican!
Spagnolo– Feliz Ano ~Nuevo
Swahili – Heri Za Mwaka Mpyaº
Swedese – GOTT NYTT ÅR! /Gott nytt år!
Sudanese – Warsa Enggal
Turco – Yiliniz Kutlu Olsun
Ucraino – Shchastlyvoho Novoho Roku
Vietnamita – Chuc Mung Tan Nien
Ugo Finetti Storia di Craxi, miti e realtà della sinistra italiana
Frammento del libro di Ugo Finetti: "Storia di Craxi, miti e realtà della sinistra italiana" edita da Boroli.
"A dieci anni dalla scomparsa di Bettino Craxi, la ricostruzione del ruolo che svolse nella sinistra e nel governo dell'Italia dovrebbe cominciare a uscire da una sorta di "coprifuoco". La distinzione tra lo "statista" e il "latitante" non è una soluzione: prima di giudicare, bisogna capire che cosa è realmente accaduto. La storia di Craxi si sviluppa essenzialmente attraverso una successione di lotte - nel partito, nella sinistra italiana, tra le formazioni di governo, tra maggioranza e opposizione - in cui l'andare in minoranza fu anche una scelta. In particolare, nel caso di Bettino Craxi siamo di fronte alla formazione di una leadership politica che è legata alla crescita di una nuova generazione post-frontista e postmarxista nella sinistra italiana. L'ascesa di Craxi non è un colpo di Stato in Italia, lo sbarco di un alieno nel Partito socialista. Quella che fu definita come "mutazione genetica" del Psi avvenne attraverso quindici congressi in cui Craxi ebbe un ruolo prima marginale e poi, man mano, di primo piano. Furono congressi in cui vinse oppure perse, fece forzature e compromessi in un quadro in cui compaiono tante personalità e avvenimenti che lo contrastarono, lo condizionarono, lo rafforzarono. Scrivere la storia di Craxi significa quindi ripercorrere un arco di quarant'anni. Il bilancio storico riguarda non solo il Psi, ma il modo in cui nella sinistra italiana sono state gettate le basi per una cultura di governo.
L'autore
Ugo Finetti, giornalista, ha realizzato per la Rai inchieste e reportages in vari paesi europei. Tra i suoi libri si segnalano “Il dissenso nel Pci” (1978), “La partitocrazia invisibile” (1985), “La resistenza cancellata” (2003), “Togliatti-Amendola. La lotta politica nel Pci. Dalla Resistenza al terrorismo” (Ares 2008). E’ condirettore di “Critica Sociale”.
Storia di Craxi, miti e realtà della sinistra italiana
Ed. Boroli
186 pagg, 14,00 euro
"A dieci anni dalla scomparsa di Bettino Craxi, la ricostruzione del ruolo che svolse nella sinistra e nel governo dell'Italia dovrebbe cominciare a uscire da una sorta di "coprifuoco". La distinzione tra lo "statista" e il "latitante" non è una soluzione: prima di giudicare, bisogna capire che cosa è realmente accaduto. La storia di Craxi si sviluppa essenzialmente attraverso una successione di lotte - nel partito, nella sinistra italiana, tra le formazioni di governo, tra maggioranza e opposizione - in cui l'andare in minoranza fu anche una scelta. In particolare, nel caso di Bettino Craxi siamo di fronte alla formazione di una leadership politica che è legata alla crescita di una nuova generazione post-frontista e postmarxista nella sinistra italiana. L'ascesa di Craxi non è un colpo di Stato in Italia, lo sbarco di un alieno nel Partito socialista. Quella che fu definita come "mutazione genetica" del Psi avvenne attraverso quindici congressi in cui Craxi ebbe un ruolo prima marginale e poi, man mano, di primo piano. Furono congressi in cui vinse oppure perse, fece forzature e compromessi in un quadro in cui compaiono tante personalità e avvenimenti che lo contrastarono, lo condizionarono, lo rafforzarono. Scrivere la storia di Craxi significa quindi ripercorrere un arco di quarant'anni. Il bilancio storico riguarda non solo il Psi, ma il modo in cui nella sinistra italiana sono state gettate le basi per una cultura di governo.
L'autore
Ugo Finetti, giornalista, ha realizzato per la Rai inchieste e reportages in vari paesi europei. Tra i suoi libri si segnalano “Il dissenso nel Pci” (1978), “La partitocrazia invisibile” (1985), “La resistenza cancellata” (2003), “Togliatti-Amendola. La lotta politica nel Pci. Dalla Resistenza al terrorismo” (Ares 2008). E’ condirettore di “Critica Sociale”.
Storia di Craxi, miti e realtà della sinistra italiana
Ed. Boroli
186 pagg, 14,00 euro
E-mail di Natale, come essere felici
Siamo convinti che la nostra vita sarà migliore quando saremo sposati, quando avremo un primo figlio o un secondo.
Poi ci sentiamo frustrati perché i nostri figli sono troppo piccoli per questo o per quello e pensiamo che le cose andranno meglio quando saranno cresciuti.
In seguito siamo esasperati per il loro comportamento da adolescenti.
Siamo convinti che saremo più felici quando avranno superato quest'età.
Pensiamo di sentirci meglio quando il nostro partner avrà risolto i suoi problemi, quando cambieremo l'auto, quando faremo delle vacanze meravigliose, quando non saremo più costretti a lavorare. Ma se non cominciamo una vita piena e felice ora, quando lo faremo? Dovremo sempre affrontare delle difficoltà di qualsiasi genere. Tanto vale accettare questa realtà e decidere d'essere felici, qualunque cosa accada.
Alfred Souza dice "Per tanto tempo ha avuto la sensazione che la mia vita sarebbe presto cominciata, la vera vita! Ma c'erano sempre ostacoli da superare strada facendo, qualcosa d'irrisolto, un affare che richiedeva ancora tempo, dei debiti che non erano stati ancora regolati. In seguito la vita sarebbe cominciata. Finalmente ho capito che questi ostacoli erano la vita."
Questo modo di percepire le cose ci aiuta a capire che non c'é un mezzo per essere felici ma la felicita è il mezzo. Di conseguenza, gustate ogni istante della vostra vita, e gustatelo ancora di più perché lo potete dividere con una persona cara, una persona molto cara per passare insieme dei momenti preziosi della vita, ricordatevi che il tempo non aspetta nessuno. Allora smettete di aspettare di finire la scuola, di tornare a scuola, di perdere 5 kg, di prendere 5 kg, di avere dei figli, di vederli andare via di casa. Smettete di aspettare di cominciare a lavorare, di andare in pensione, di sposarvi, di divorziare.
Smettete di aspettare il venerdì sera, la domenica mattina, di avere una nuova macchina o una casa nuova.
Smettete di aspettare la primavera, l'estate, l'autunno o l'inverno. Smettete di aspettare di lasciare questa vita, di rinascere nuovamente, e decidete che non c'è momento migliore per essere felici che il momento presente.
La felicita e le gioie della vita non sono delle mete ma un viaggio. Un pensiero per oggi: Lavorate, come se non aveste bisogno di soldi; Amate, come se non doveste soffrire; Ballate, come se nessuno vi guardasse.
Ora rifletti bene e cerca di rispondere a queste domande:
1 - Nomina le 5 persone più ricche del mondo.
2 - Nomina le 5 ultime vincitrici del concorso Miss Universo.
3 - Nomina 10 vincitori del premio Nobel.
4 - Nomina i 5 ultimi vincitori del premio Oscar come miglior attore o attrice.
Come va? Male? Non preoccuparti.
Nessuno di noi ricorda i migliori di ieri. E gli applausi se ne vanno!
E i trofei si impolverano! I vincitori si dimenticano!
Adesso rispondi a queste altre:
1 - Nomina 3 professori che ti hanno aiutato nella tua formazione.
2 - Nomina 3 amici che ti hanno aiutato in tempi difficili.
3 - Pensa ad alcune persone che ti hanno fatto sentire speciale.
4 - Nomina 5 persone con cui passi il tuo tempo.
Come va? Meglio?
Le persone che segnano la differenza nella tua vita non sono quelle con le migliori credenziali, con molti soldi, o i migliori premi... Sono quelle che si preoccupano per te, che si prendono cura di te, quelle che ad ogni modo stanno con te.
Rifletti un momento. La vita è molto corta!
Tu, in che lista sei?
Non lo sai?...
Permettimi di darti un aiuto... Non sei tra i famosi, però sei tra quelli che ricordo per mandargli questo messaggio.
Qualche anno fa, alle Paraolimpiadi di Seattle, nove atleti, tutti mentalmente o fisicamente disabili erano pronti sulla linea di partenza dei 100 metri.
Allo sparo della pistola, iniziarono la gara, non tutti correndo, ma con la voglia di arrivare e vincere.
In tre correvano, un piccolo ragazzino cadde sull'asfalto, fece un paio di capriole e cominciò a piangere. Gli altri otto sentirono il ragazzino piangere. Rallentarono e guardarono indietro. Si fermarono e tornarono indietro...ciascuno di loro. Una ragazza con la sindrome di Down si sedette accanto a lui e cominciò a baciarlo e a dire: "Adesso stai meglio?"
Allora, tutti e nove si abbracciarono e camminarono verso la linea del traguardo. Tutti nello stadio si alzarono, e gli applausi andarono avanti per parecchi minuti. Persone che erano presenti raccontano ancora la storia. Perché? Perché dentro di noi sappiamo che: La cosa importante nella vita va oltre il vincere per se stessi. La cosa importante in questa vita è aiutare gli altri a vincere, anche se comporta rallentare e cambiare la nostra corsa.
Se invii questa mail, magari riusciamo a cambiare il nostro cuore e quello di qualcun altro...
"Una candela non ci perde niente nell'accendere un'altra candela"
Allora, cosa fai, invii o cancelli?
Poi ci sentiamo frustrati perché i nostri figli sono troppo piccoli per questo o per quello e pensiamo che le cose andranno meglio quando saranno cresciuti.
In seguito siamo esasperati per il loro comportamento da adolescenti.
Siamo convinti che saremo più felici quando avranno superato quest'età.
Pensiamo di sentirci meglio quando il nostro partner avrà risolto i suoi problemi, quando cambieremo l'auto, quando faremo delle vacanze meravigliose, quando non saremo più costretti a lavorare. Ma se non cominciamo una vita piena e felice ora, quando lo faremo? Dovremo sempre affrontare delle difficoltà di qualsiasi genere. Tanto vale accettare questa realtà e decidere d'essere felici, qualunque cosa accada.
Alfred Souza dice "Per tanto tempo ha avuto la sensazione che la mia vita sarebbe presto cominciata, la vera vita! Ma c'erano sempre ostacoli da superare strada facendo, qualcosa d'irrisolto, un affare che richiedeva ancora tempo, dei debiti che non erano stati ancora regolati. In seguito la vita sarebbe cominciata. Finalmente ho capito che questi ostacoli erano la vita."
Questo modo di percepire le cose ci aiuta a capire che non c'é un mezzo per essere felici ma la felicita è il mezzo. Di conseguenza, gustate ogni istante della vostra vita, e gustatelo ancora di più perché lo potete dividere con una persona cara, una persona molto cara per passare insieme dei momenti preziosi della vita, ricordatevi che il tempo non aspetta nessuno. Allora smettete di aspettare di finire la scuola, di tornare a scuola, di perdere 5 kg, di prendere 5 kg, di avere dei figli, di vederli andare via di casa. Smettete di aspettare di cominciare a lavorare, di andare in pensione, di sposarvi, di divorziare.
Smettete di aspettare il venerdì sera, la domenica mattina, di avere una nuova macchina o una casa nuova.
Smettete di aspettare la primavera, l'estate, l'autunno o l'inverno. Smettete di aspettare di lasciare questa vita, di rinascere nuovamente, e decidete che non c'è momento migliore per essere felici che il momento presente.
La felicita e le gioie della vita non sono delle mete ma un viaggio. Un pensiero per oggi: Lavorate, come se non aveste bisogno di soldi; Amate, come se non doveste soffrire; Ballate, come se nessuno vi guardasse.
Ora rifletti bene e cerca di rispondere a queste domande:
1 - Nomina le 5 persone più ricche del mondo.
2 - Nomina le 5 ultime vincitrici del concorso Miss Universo.
3 - Nomina 10 vincitori del premio Nobel.
4 - Nomina i 5 ultimi vincitori del premio Oscar come miglior attore o attrice.
Come va? Male? Non preoccuparti.
Nessuno di noi ricorda i migliori di ieri. E gli applausi se ne vanno!
E i trofei si impolverano! I vincitori si dimenticano!
Adesso rispondi a queste altre:
1 - Nomina 3 professori che ti hanno aiutato nella tua formazione.
2 - Nomina 3 amici che ti hanno aiutato in tempi difficili.
3 - Pensa ad alcune persone che ti hanno fatto sentire speciale.
4 - Nomina 5 persone con cui passi il tuo tempo.
Come va? Meglio?
Le persone che segnano la differenza nella tua vita non sono quelle con le migliori credenziali, con molti soldi, o i migliori premi... Sono quelle che si preoccupano per te, che si prendono cura di te, quelle che ad ogni modo stanno con te.
Rifletti un momento. La vita è molto corta!
Tu, in che lista sei?
Non lo sai?...
Permettimi di darti un aiuto... Non sei tra i famosi, però sei tra quelli che ricordo per mandargli questo messaggio.
Qualche anno fa, alle Paraolimpiadi di Seattle, nove atleti, tutti mentalmente o fisicamente disabili erano pronti sulla linea di partenza dei 100 metri.
Allo sparo della pistola, iniziarono la gara, non tutti correndo, ma con la voglia di arrivare e vincere.
In tre correvano, un piccolo ragazzino cadde sull'asfalto, fece un paio di capriole e cominciò a piangere. Gli altri otto sentirono il ragazzino piangere. Rallentarono e guardarono indietro. Si fermarono e tornarono indietro...ciascuno di loro. Una ragazza con la sindrome di Down si sedette accanto a lui e cominciò a baciarlo e a dire: "Adesso stai meglio?"
Allora, tutti e nove si abbracciarono e camminarono verso la linea del traguardo. Tutti nello stadio si alzarono, e gli applausi andarono avanti per parecchi minuti. Persone che erano presenti raccontano ancora la storia. Perché? Perché dentro di noi sappiamo che: La cosa importante nella vita va oltre il vincere per se stessi. La cosa importante in questa vita è aiutare gli altri a vincere, anche se comporta rallentare e cambiare la nostra corsa.
Se invii questa mail, magari riusciamo a cambiare il nostro cuore e quello di qualcun altro...
"Una candela non ci perde niente nell'accendere un'altra candela"
Allora, cosa fai, invii o cancelli?
Tuesday, December 29, 2009
Racconto di Natale, Piccole donne di Louisa May Alcott, inglese-italiano
UN LIETO NATALE - Louisa May Alcott
VERSIONE INGLESE
chapter two:
Merry Christmas
Nella grigia luce del mattino di Natale, la prima a svegliarsi fu Jo; rimase delusa nel vedere che non vi erano calze appese al camino ma, ricordandosi della promessa della mamma, cercò sotto il cuscino e ne trasse un libretto rilegato in rosso. Era la bellissima storia della vita del miglior Uomo che fosse vissuto; Jo la conosceva bene e sapeva che non poteva esistere un miglior libro-guida per un pellegrino in cammino.
Con un allegro "Buon Natale" destò Meg e le ricordò di cercare sotto il cuscino. Anch'essa trovò un libro con la copertina verde e con alcune parole di dedica scritte dalla mamma. Questo, rendeva il dono ancor più prezioso. Poco dopo Beth ed Amy si svegliarono e, frugando sotto i guanciali, trovarono la prima un libro color cenere, la seconda uno color turchino. Le ragazze cominciarono a sfogliare i libri commentandoli, mentre il cielo si tingeva di rosa per il sorgere del sole.
Margherita, malgrado le sue piccole vanità, era molto buona e saggia ed aveva una certa influenza sulle sorelline, specialmente su Jo che le voleva molto bene.
- Ragazze - disse Meg, abbracciando con un solo sguardo le quattro testine arruffate - la mamma desidera che noi leggiamo ed amiamo i libri: dobbiamo ubbidire fin da ora.
Così detto cominciò a leggere. Io le passò un braccio attorno alle spalle e iniziò la lettura con la guancia appoggiata a quella della sorella.
- Meg è proprio buona - esclamò Beth commossa. - Vieni, Amy, seguiamo il loro esempio; ti spiegherò le parole che non conosci ed io, se non capirò qualcosa, mi rivolgerò a loro.
- Ho piacere che la copertina del mio libro sia turchina! - disse Amy.
Tutta la casa piombò nel silenzio, interrotto soltanto dal frusciare delle pagine. Intanto il sole inondava la camera, augurando il "Buon Natale" alle quattro testine bionde.
- Dov'è la mamma, Anna? - domandò Meg, dopo una mezz'ora, mentre scendeva le scale insieme a Jo.
- Dio solo lo sa! È venuto un povero a chiedere l'elemosina e dopo essersi informata su ciò che gli abbisognava, è uscita con lui. Non conosco nessuna donna più generosa nel donare cibi ed abiti ai poveri.
- Immagino che tornerà presto: prepara intanto le torte: poi prepariamo il resto, - disse Meg, guardando i regali dentro al paniere.
- Ma dov'è l'acqua di Colonia di Amy?
- L'ha presa lei pochi momenti fa per metterci un nastro o non so quale altra cosa - rispose Jo, saltellando per la casa.
- Sono belli i miei fazzoletti? Anna me li ha lavati e stirati ed io li ho cifrati, - disse Beth guardando le cifre piuttosto irregolari.
- Ma guarda, invece di ricamare "M.M." ha fatto "Mamma"! - esclamò Jo, guardandone uno.
- Ho forse fatto male? Anche Meg ha come cifra una doppia "M" ed io voglio che questi fazzoletti li adoperi soltanto la mamma! - rispose Beth turbata.
- Hai fatto benissimo, tesoro! La mamma sarà molto contenta, - disse Meg lanciando una severa occhiata a Jo e sorridendo a Beth.
- Ho sentito dei passi, presto, nascondiarno i regali! - esclamò Jo concitatamente, ma non era la mamma: era Amy che entrava in gran fretta, tutta confusa nel vedere che le sorelle l'aspettavano già.
- Dove sei stata e cosa nascondi, lì dietro? - chiese Meg molto meravigliata nel constatare che la pigra sorellina era uscita così di buon'ora.
- Non ridere, Jo. Non volevo dirlo a nessuno, ma mi avete scoperto. Sono andata a cambiare la boccetta di profumo con una più grande: ho speso tutti i miei risparmi. Voglio diventare veramente buona.
Amy mostrò la bella bottiglia che avrebbe sostituito quella più piccola ed era così bello ed umile il suo gesto che Meg non potè fare a meno di abbracciarla.
- Stamattina dopo aver letto il libro - mi sono vergognata del mio egoismo. Appena alzata sono uscita per cambiare la boccetta, ma adesso sono contenta perchè il mio regalo è il più bello di tutti - soggiunse Amy.
La porta di casa si chiuse di nuovo e le ragazze fecero sparire rapidamente il paniere sotto il divano.
- Buon Natale, mamma! Buon Natale! Grazie dei libri: abbiamo già cominciato a leggerli e saranno la nostra lettura di ogni mattina - gridarono allegramente le quattro ragazze.
"Buon Natale a voi, figlie mie! Sono contenta che abbiate già iniziato e spero che continuerete. Ma
prima di sederci, devo dirvi una cosa. Poco lontano da qui, una donna ha appena avuto un bimbo. Ne ha già altri sei, che stanno rannicchiati in un unico letto per non gelare. Infatti, non hanno né legna per il fuoco, né qualcosa da mangiare... Bambine mie, vorreste donare loro la vostra colazione come regalo di Natale?"
Per un momento nessuna parlò: avevano un grande appetito poichè attendevano già da un'ora. L'indecisione durò per poco.
- Sono contenta che tu sia arrivata prima che cominciassimo.
- Vengo io ad aiutarti? - chiese Beth con premura.
- Io porto la crema e le focaccine, - soggiunse Amy.
- Sapevo che le mie bambine avrebbero fatto questo piccolo sacrificio - disse sorridendo la signora March. - Verrete tutte con me e quando torneremo faremo colazione con latte, pane, burro.
In pochi minuti tutte furono pronte per uscire. Per loro fortuna, le strade erano deserte e nessuno si meravigliò di quella processione.
La stanza che videro era veramente una stamberga! Il fuoco era spento, le finestre sconquassate; le coperte lacere e in un angolo la madre ammalata col piccolo che strillava. Sotto una vecchia coperta erano sei bambini che, quando videro entrare le fanciulle, sorrisero spalancando gli occhi per la meraviglia.
- Mio Dio! Sono gli angeli che vengono ad aiutarci, - esclamò la povera madre commossa.
- Strani angeli con cappucci e guanti! - esclamò Jo e tutti risero allegramente.
Pochi minuti dopo la stanza aveva mutato aspetto. Anna, che aveva portato la legna da casa, accese il fuoco. Poi, con cappelli vecchi e perfino il suo scialle, chiuse le aperture dei vetri rotti. Intanto la signora March preparava per la madre il tè e una minestra, promettendole nuovi aiuti. Le ragazze preparavano la tavola ed imboccavano i sei bambini, ridendo, chiacchierando e cercando di capire il loro strano modo di parlare. I bambini, tra un boccone e l'altro, le chiamavano "angeli" e questo divertiva molto le ragazze che prima di allora non erano mai state chiamate così, specialmente Jo che, fin dalla nascita, era stata considerata un " sanciopancia ".
Terminata la colazione, tutte tornarono a casa e forse in tutta la città non vi erano quattro fanciulle più liete.
- Sono contenta di aver fatto un po' di bene ai nostri simpatici vicini! - esclamò Meg mentre disponeva sulla tavola i doni per la mamma che, in quel momento, stava cercando al piano superiore indumenti per i piccoli Hummel.
Benchè i regali non fossero gran cosa, la tavola così preparata con le rose, i crisantemi e l'edera, faceva un bell'effetto.
Le opere benefiche e la distribuzione dei doni occupò le ragazze per tutta la mattinata; il pomeriggio, invece, trascorse tra i preparativi per la festa di quella sera. Essendo ancora troppo giovani per andare a teatro e non avendo la possibilità di comperare tutto il necessario per le loro rappresentazioni, le ragazze dovevano aguzzare il loro ingegno. Alcune delle loro trovate erano veramente ingegnose: chitarre di cartone colorato, lumi antichi ricavati dalle scatole di burro, abiti di cotonina ornati con diamanti di stagnola, armature di lamina di zinco. Il mobilio della stanza era abituato ad essere messo sossopra per quelle ingenue baldorie. Alle recite erano ammesse solo le bambine, così Jo poteva divertirsi ad impersonare tutte le parti maschili. Essa andava molto orgogliosa di un paio di stivaloni di cuoio che le erano stati regalati da un'amica e di un vecchio fioretto che compariva in tutte le rappresentazioni. L'esiguo numero di attori richiedeva che i principali recitassero varie parti, mutando in tutta fretta gli abiti.
La sera di Natale, su una brandina che fungeva da platea, erano sedute una dozzina di spettatrici: grande era l'attesa davanti al sipario di tela azzurra. Dietro al sipario si udivano fruscii, rumori di passi, un parlare sommesso e le risatine soffocate di Amy, che era in preda ad una grande agitazione.
Finalmente il sipario si alzò e cominciò la " Tragedia musicale ". La scena rappresentava una foresta oscura: qua e là vi erano vasi di piante, un vecchio tappeto verde simulava il prato. Nel fondo vi era una grotta le cui pareti erano fatte con diverse scrivanie; la scena era resa tenebrosa da un fuoco acceso nella caverna su cui bolliva una pentola, sorvegliata da una vecchia strega. L'effetto era grande specialmente quando la strega alzava il coperchio della pentola, lasciando sfuggire sbuffi di denso fumo nero.
Dopo un attimo di pausa, Ugo, il personaggio malvagio della tragedia, entra sbatacchiando la porta, col cappello calato sugli occhi e gli immancabili stivali. Dopo aver camminato un po' per il palcoscenico, comincia a cantare il suo odio per Roderigo, il suo amore per Zara e il proposito di uccidere il primo e di farsi amare dalla seconda.
Il sipario si chiuse tra gli applausi degli spettatori che commentarono l'opera masticando frutta candita.
Colpi di martelli risuonarono per tutto l'intervallo, ma quando il sipario si alzò, nessuno ebbe il coraggio di lamentarsi per il ritardo. Una torre si ergeva fino al soffitto, nel centro vi era una finestrella illuminata, attraverso la quale appariva Zara in un elegante vestito azzurro.
Zara doveva uscire dalla finestra, e stava per metter piede a terra, quando lo strascico della sua veste, impigliandosi nelle finestrelle, fa crollare la torre e seppellisce gli infelici amanti. Dalla platea sorse un urlo generale che presto si tramutò in una risata clamorosa mentre, dalle macerie, uscivano agitandosi due stivaloni gialli e una testolina tutta riccioli che gridava:
- L'avevo detto io! l'avevo detto!
Fortunatamente l'incidente si risolse assai felicemente.
Il terzo atto si svolge nel salone del castello dove è nascosta Agar, pronta ad uccidere Ugo e a liberare i due prigionieri. Sentendolo giungere, essa si nasconde e lo vede preparare le bevande, poi volgersi a un servo e dire:
- Porta queste bevande ai due prigionieri e di che verrò tra poco.
Ma Agar, approfittando di un momento di distrazione del malvagio, sostituisce due coppe innocue a quelle avvelenate. Il servo esce e Ugo, dopo un lungo canto, preso dalla sete beve la coppa contenente il veleno destinato a Roderigo. Dopo vari gesti e contorsioni egli cade morto per terra mentre Agar compie interamente la sua vendetta informandolo di tutto il suo operato con una bellissima romanza.
Il quarto atto rivela come Roderigo, che si credeva abbandonato da Zara, voglia uccidersi. Ma un dolce canto lo informa della fedeltà della sua amata e una chiave lanciata dentro la sua prigione gli permette di liberarla.
Il pubblico applaudì freneticamente e l'applauso sarebbe durato a lungo se non fosse accaduto uno strano incidente. La branda su cui erano seduti gli spettatori si chiuse improvvisamente, soffocando il generale entusiasmo.
Ridevano ancor tutti quando Anna entrò portando gli auguri di Buon Natale da parte della signora March ed invitando tutti ad un piccolo trattenimento. Fu una sorpresa anche per le ragazze; sapevano che la mamma avrebbe offerto qualcosa, ma una cena così bella non l'avevano più veduta dal tempo della lontana ricchezza. C'erano due gelati; uno bianco ed uno rosso; torta, frutta, un vassoio di fondante e, nel centro della tavola, quattro bellissimi mazzi di fiori. Le bambine guardarono meravigliate, poi assalirono la madre di domande:
- Sono le fate? - domandò Amy.
- È il Babbo Natale! - disse Beth.
- È stata la mamma! - esclamò Meg, sorridendo felice.
- Per una volta tanto la zia March ha avuta una buona idea! - esclamò Jo improvvisamente.
- Avete sbagliato! - rispose la signora March. - Ha mandato tutto il Sig. Laurence!
- Il Sig. Laurence? Ma se non ci conosce neppure! - esclamò Meg, stupita.
- Anna ha raccontato ad una delle sue domestiche la nostra spedizione di questa mattina in casa Hummel. La storia lo ha commosso, molti anni fa egli era amico del mio babbo, ed oggi mi ha scritto un bigliettino chiedendomi il permesso di mandarvi qualche ghiottoneria, in onore del giorno di Natale. Non potevo rifiutare ed ecco qui un banchetto che certamente vi ricompenserà del pane e latte di questa mattina.
- È certamente opera del suo nipotino: è un ragazzo molto simpatico e mi piacerebbe di conoscerlo. Credo che anche a lui piacerebbe di fare la nostra conoscenza ma è piuttosto timido, e Meg non mi permette di salutarlo quando lo incontriamo, - disse Jo mentre i piatti dei dolci circolavano e l'allegria aumentava sempre.
- È un ragazzo molto educato e non ho alcuna difficoltà che facciate amicizia con lui; i fiori li ha portati lui, lo avrei invitato volentieri se avessi saputo che cosa stavate combinando lassù. Credo che avrebbe accettato molto volentieri, ma...
- Per fortuna non l'ha fatto! la recita è stato un vero fiasco, ma ne faremo delle altre e avremo occasione di invitarlo: forse potrà anche aiutarci. Non sarebbe bello? - disse Jo con entusiasmo.
- Com'è grazioso il mio mazzo di fiori! - esclamò Meg. - È il primo che ricevo!
- Sì, davvero grazioso, ma io preferisco le rose di Beth. - Così dicendo, la signora March aspirò il profumo delle rose ormai appassite che teneva alla cintura.
Beth l'abbracciò e sussurrò:
- Vorrei mandare qualche rosa anche al babbo, non credo che abbia trascorso un Natale così felice come il nostro!
Con un allegro "Buon Natale" destò Meg e le ricordò di cercare sotto il cuscino. Anch'essa trovò un libro con la copertina verde e con alcune parole di dedica scritte dalla mamma. Questo, rendeva il dono ancor più prezioso. Poco dopo Beth ed Amy si svegliarono e, frugando sotto i guanciali, trovarono la prima un libro color cenere, la seconda uno color turchino. Le ragazze cominciarono a sfogliare i libri commentandoli, mentre il cielo si tingeva di rosa per il sorgere del sole.
Margherita, malgrado le sue piccole vanità, era molto buona e saggia ed aveva una certa influenza sulle sorelline, specialmente su Jo che le voleva molto bene.

Così detto cominciò a leggere. Io le passò un braccio attorno alle spalle e iniziò la lettura con la guancia appoggiata a quella della sorella.
- Meg è proprio buona - esclamò Beth commossa. - Vieni, Amy, seguiamo il loro esempio; ti spiegherò le parole che non conosci ed io, se non capirò qualcosa, mi rivolgerò a loro.
- Ho piacere che la copertina del mio libro sia turchina! - disse Amy.
Tutta la casa piombò nel silenzio, interrotto soltanto dal frusciare delle pagine. Intanto il sole inondava la camera, augurando il "Buon Natale" alle quattro testine bionde.
- Dov'è la mamma, Anna? - domandò Meg, dopo una mezz'ora, mentre scendeva le scale insieme a Jo.
- Dio solo lo sa! È venuto un povero a chiedere l'elemosina e dopo essersi informata su ciò che gli abbisognava, è uscita con lui. Non conosco nessuna donna più generosa nel donare cibi ed abiti ai poveri.
- Immagino che tornerà presto: prepara intanto le torte: poi prepariamo il resto, - disse Meg, guardando i regali dentro al paniere.
- Ma dov'è l'acqua di Colonia di Amy?
- L'ha presa lei pochi momenti fa per metterci un nastro o non so quale altra cosa - rispose Jo, saltellando per la casa.
- Sono belli i miei fazzoletti? Anna me li ha lavati e stirati ed io li ho cifrati, - disse Beth guardando le cifre piuttosto irregolari.
- Ma guarda, invece di ricamare "M.M." ha fatto "Mamma"! - esclamò Jo, guardandone uno.
- Ho forse fatto male? Anche Meg ha come cifra una doppia "M" ed io voglio che questi fazzoletti li adoperi soltanto la mamma! - rispose Beth turbata.
- Hai fatto benissimo, tesoro! La mamma sarà molto contenta, - disse Meg lanciando una severa occhiata a Jo e sorridendo a Beth.
- Ho sentito dei passi, presto, nascondiarno i regali! - esclamò Jo concitatamente, ma non era la mamma: era Amy che entrava in gran fretta, tutta confusa nel vedere che le sorelle l'aspettavano già.
- Dove sei stata e cosa nascondi, lì dietro? - chiese Meg molto meravigliata nel constatare che la pigra sorellina era uscita così di buon'ora.
- Non ridere, Jo. Non volevo dirlo a nessuno, ma mi avete scoperto. Sono andata a cambiare la boccetta di profumo con una più grande: ho speso tutti i miei risparmi. Voglio diventare veramente buona.
Amy mostrò la bella bottiglia che avrebbe sostituito quella più piccola ed era così bello ed umile il suo gesto che Meg non potè fare a meno di abbracciarla.
- Stamattina dopo aver letto il libro - mi sono vergognata del mio egoismo. Appena alzata sono uscita per cambiare la boccetta, ma adesso sono contenta perchè il mio regalo è il più bello di tutti - soggiunse Amy.
La porta di casa si chiuse di nuovo e le ragazze fecero sparire rapidamente il paniere sotto il divano.
- Buon Natale, mamma! Buon Natale! Grazie dei libri: abbiamo già cominciato a leggerli e saranno la nostra lettura di ogni mattina - gridarono allegramente le quattro ragazze.
"Buon Natale a voi, figlie mie! Sono contenta che abbiate già iniziato e spero che continuerete. Ma
prima di sederci, devo dirvi una cosa. Poco lontano da qui, una donna ha appena avuto un bimbo. Ne ha già altri sei, che stanno rannicchiati in un unico letto per non gelare. Infatti, non hanno né legna per il fuoco, né qualcosa da mangiare... Bambine mie, vorreste donare loro la vostra colazione come regalo di Natale?"
Per un momento nessuna parlò: avevano un grande appetito poichè attendevano già da un'ora. L'indecisione durò per poco.
- Sono contenta che tu sia arrivata prima che cominciassimo.
- Vengo io ad aiutarti? - chiese Beth con premura.
- Io porto la crema e le focaccine, - soggiunse Amy.
- Sapevo che le mie bambine avrebbero fatto questo piccolo sacrificio - disse sorridendo la signora March. - Verrete tutte con me e quando torneremo faremo colazione con latte, pane, burro.
In pochi minuti tutte furono pronte per uscire. Per loro fortuna, le strade erano deserte e nessuno si meravigliò di quella processione.
La stanza che videro era veramente una stamberga! Il fuoco era spento, le finestre sconquassate; le coperte lacere e in un angolo la madre ammalata col piccolo che strillava. Sotto una vecchia coperta erano sei bambini che, quando videro entrare le fanciulle, sorrisero spalancando gli occhi per la meraviglia.
- Mio Dio! Sono gli angeli che vengono ad aiutarci, - esclamò la povera madre commossa.
- Strani angeli con cappucci e guanti! - esclamò Jo e tutti risero allegramente.
Pochi minuti dopo la stanza aveva mutato aspetto. Anna, che aveva portato la legna da casa, accese il fuoco. Poi, con cappelli vecchi e perfino il suo scialle, chiuse le aperture dei vetri rotti. Intanto la signora March preparava per la madre il tè e una minestra, promettendole nuovi aiuti. Le ragazze preparavano la tavola ed imboccavano i sei bambini, ridendo, chiacchierando e cercando di capire il loro strano modo di parlare. I bambini, tra un boccone e l'altro, le chiamavano "angeli" e questo divertiva molto le ragazze che prima di allora non erano mai state chiamate così, specialmente Jo che, fin dalla nascita, era stata considerata un " sanciopancia ".
Terminata la colazione, tutte tornarono a casa e forse in tutta la città non vi erano quattro fanciulle più liete.

Benchè i regali non fossero gran cosa, la tavola così preparata con le rose, i crisantemi e l'edera, faceva un bell'effetto.
Le opere benefiche e la distribuzione dei doni occupò le ragazze per tutta la mattinata; il pomeriggio, invece, trascorse tra i preparativi per la festa di quella sera. Essendo ancora troppo giovani per andare a teatro e non avendo la possibilità di comperare tutto il necessario per le loro rappresentazioni, le ragazze dovevano aguzzare il loro ingegno. Alcune delle loro trovate erano veramente ingegnose: chitarre di cartone colorato, lumi antichi ricavati dalle scatole di burro, abiti di cotonina ornati con diamanti di stagnola, armature di lamina di zinco. Il mobilio della stanza era abituato ad essere messo sossopra per quelle ingenue baldorie. Alle recite erano ammesse solo le bambine, così Jo poteva divertirsi ad impersonare tutte le parti maschili. Essa andava molto orgogliosa di un paio di stivaloni di cuoio che le erano stati regalati da un'amica e di un vecchio fioretto che compariva in tutte le rappresentazioni. L'esiguo numero di attori richiedeva che i principali recitassero varie parti, mutando in tutta fretta gli abiti.
La sera di Natale, su una brandina che fungeva da platea, erano sedute una dozzina di spettatrici: grande era l'attesa davanti al sipario di tela azzurra. Dietro al sipario si udivano fruscii, rumori di passi, un parlare sommesso e le risatine soffocate di Amy, che era in preda ad una grande agitazione.
Finalmente il sipario si alzò e cominciò la " Tragedia musicale ". La scena rappresentava una foresta oscura: qua e là vi erano vasi di piante, un vecchio tappeto verde simulava il prato. Nel fondo vi era una grotta le cui pareti erano fatte con diverse scrivanie; la scena era resa tenebrosa da un fuoco acceso nella caverna su cui bolliva una pentola, sorvegliata da una vecchia strega. L'effetto era grande specialmente quando la strega alzava il coperchio della pentola, lasciando sfuggire sbuffi di denso fumo nero.
Dopo un attimo di pausa, Ugo, il personaggio malvagio della tragedia, entra sbatacchiando la porta, col cappello calato sugli occhi e gli immancabili stivali. Dopo aver camminato un po' per il palcoscenico, comincia a cantare il suo odio per Roderigo, il suo amore per Zara e il proposito di uccidere il primo e di farsi amare dalla seconda.
Il sipario si chiuse tra gli applausi degli spettatori che commentarono l'opera masticando frutta candita.
Colpi di martelli risuonarono per tutto l'intervallo, ma quando il sipario si alzò, nessuno ebbe il coraggio di lamentarsi per il ritardo. Una torre si ergeva fino al soffitto, nel centro vi era una finestrella illuminata, attraverso la quale appariva Zara in un elegante vestito azzurro.
Zara doveva uscire dalla finestra, e stava per metter piede a terra, quando lo strascico della sua veste, impigliandosi nelle finestrelle, fa crollare la torre e seppellisce gli infelici amanti. Dalla platea sorse un urlo generale che presto si tramutò in una risata clamorosa mentre, dalle macerie, uscivano agitandosi due stivaloni gialli e una testolina tutta riccioli che gridava:
- L'avevo detto io! l'avevo detto!
Fortunatamente l'incidente si risolse assai felicemente.
Il terzo atto si svolge nel salone del castello dove è nascosta Agar, pronta ad uccidere Ugo e a liberare i due prigionieri. Sentendolo giungere, essa si nasconde e lo vede preparare le bevande, poi volgersi a un servo e dire:
- Porta queste bevande ai due prigionieri e di che verrò tra poco.
Ma Agar, approfittando di un momento di distrazione del malvagio, sostituisce due coppe innocue a quelle avvelenate. Il servo esce e Ugo, dopo un lungo canto, preso dalla sete beve la coppa contenente il veleno destinato a Roderigo. Dopo vari gesti e contorsioni egli cade morto per terra mentre Agar compie interamente la sua vendetta informandolo di tutto il suo operato con una bellissima romanza.
Il quarto atto rivela come Roderigo, che si credeva abbandonato da Zara, voglia uccidersi. Ma un dolce canto lo informa della fedeltà della sua amata e una chiave lanciata dentro la sua prigione gli permette di liberarla.
Il pubblico applaudì freneticamente e l'applauso sarebbe durato a lungo se non fosse accaduto uno strano incidente. La branda su cui erano seduti gli spettatori si chiuse improvvisamente, soffocando il generale entusiasmo.
Ridevano ancor tutti quando Anna entrò portando gli auguri di Buon Natale da parte della signora March ed invitando tutti ad un piccolo trattenimento. Fu una sorpresa anche per le ragazze; sapevano che la mamma avrebbe offerto qualcosa, ma una cena così bella non l'avevano più veduta dal tempo della lontana ricchezza. C'erano due gelati; uno bianco ed uno rosso; torta, frutta, un vassoio di fondante e, nel centro della tavola, quattro bellissimi mazzi di fiori. Le bambine guardarono meravigliate, poi assalirono la madre di domande:
- Sono le fate? - domandò Amy.
- È il Babbo Natale! - disse Beth.
- È stata la mamma! - esclamò Meg, sorridendo felice.
- Per una volta tanto la zia March ha avuta una buona idea! - esclamò Jo improvvisamente.
- Avete sbagliato! - rispose la signora March. - Ha mandato tutto il Sig. Laurence!
- Il Sig. Laurence? Ma se non ci conosce neppure! - esclamò Meg, stupita.
- Anna ha raccontato ad una delle sue domestiche la nostra spedizione di questa mattina in casa Hummel. La storia lo ha commosso, molti anni fa egli era amico del mio babbo, ed oggi mi ha scritto un bigliettino chiedendomi il permesso di mandarvi qualche ghiottoneria, in onore del giorno di Natale. Non potevo rifiutare ed ecco qui un banchetto che certamente vi ricompenserà del pane e latte di questa mattina.
- È certamente opera del suo nipotino: è un ragazzo molto simpatico e mi piacerebbe di conoscerlo. Credo che anche a lui piacerebbe di fare la nostra conoscenza ma è piuttosto timido, e Meg non mi permette di salutarlo quando lo incontriamo, - disse Jo mentre i piatti dei dolci circolavano e l'allegria aumentava sempre.
- È un ragazzo molto educato e non ho alcuna difficoltà che facciate amicizia con lui; i fiori li ha portati lui, lo avrei invitato volentieri se avessi saputo che cosa stavate combinando lassù. Credo che avrebbe accettato molto volentieri, ma...
- Per fortuna non l'ha fatto! la recita è stato un vero fiasco, ma ne faremo delle altre e avremo occasione di invitarlo: forse potrà anche aiutarci. Non sarebbe bello? - disse Jo con entusiasmo.
- Com'è grazioso il mio mazzo di fiori! - esclamò Meg. - È il primo che ricevo!
- Sì, davvero grazioso, ma io preferisco le rose di Beth. - Così dicendo, la signora March aspirò il profumo delle rose ormai appassite che teneva alla cintura.
Beth l'abbracciò e sussurrò:
- Vorrei mandare qualche rosa anche al babbo, non credo che abbia trascorso un Natale così felice come il nostro!
VERSIONE INGLESE
chapter two:
Merry Christmas
Jo was the first to wake in the gray dawn of Christmas morning. No stockings hung at the fireplace, and for a moment she felt as much disappointed as she did long ago, when her little sock fell down because it was crammed so full of goodies. Then she remembered her mother's promise and, slipping her hand under her pillow, drew out a little crimson-covered book. She knew it very well, for it was that beautiful old story of the best life ever lived, and Jo felt that it was a true guidebook for any pilgrim going on a long journey. She woke Meg with a Merry Christmas, and bade her see what was under her pillow. A green-covered book appeared, with the same picture inside, and a few words written by their mother, which made their one present very precious in their eyes. Presently Beth and Amy woke to rummage and find their little books also, one dove-colored, the other blue, and all sat looking at and talking about them, while the east grew rosy with the coming day.
In spite of her small vanities, Margaret had a sweet and pious nature, which unconsciously influenced her sisters, especially Jo, who loved her very tenderly, and obeyed her because her advice was so gently given.
Girls, said Meg seriously, looking from the tumbled head beside her to the two little night-capped ones in the room beyond, Mother wants us to read and love and mind these books, and we must begin at once. We used to be faithful about it, but since Father went away and all this war trouble unsettled us, we have neglected many things. You can do as you please, but I shall keep my book on the table here and read a little every morning as soon as I wake, for I know it will do me good and help me through the day.
Then she opened her new book and began to read. Jo put her arm round her and, leaning cheek to cheek, read also, with the quiet expression so seldom seen on her restless face.
How good Meg is! Come, Amy, let's do as they do. I'll help you with the hard words, and they'' explain things if we don't understand, whispered Beth, very much impressed by the pretty books and her sisters, example.
I'm glad mine is blue, said Amy. and then the rooms were every still while the pages were softly turned, and the winter sunshine crept in to touch the bright heads and serious faces with a Christmas greeting.
Where is Mother? asked Meg, as she and Jo ran down to thank her for their gifts, half an hour later.
Goodness only knows. some poor creature came a-beggin', and your ma went straight off to see what was needed. There never was such a woman for givin' away vittles and drink, clothes and firin', replied Hannah, who had lived with the family since Meg was born, and was considered by them all more as a friend than a servant.
She will be back soon, I think, so fry your cakes, and have everything ready, said Meg, looking over the presents which were collected in a basket and kept under the sofa, ready to be produced at the proper time. why, where is Amy's bottle of cologne? she added, as the little flask did not appear.
She took it out a minute ago, and went off with it to put a ribbon on it, or some such notion, replied Jo, dancing about the room to take the first stiffness off the new army slippers.
How nice my handkerchiefs look, don't they? Hannah washed and ironed them for me, and I marked them all myself, said Beth, looking proudly at the somewhat uneven letters which had cost her such labor.
Bless the child! She's gone and put `Mother' on them instead of `M.March'. How funny! cried Jo, taking one up.
Isn't that right? I thought it was better to do it so, because Meg's initials are M.M., and I don't want anyone to use these but Marmee, said Beth;, looking troubled.
It's all right, dear, and a very pretty idea, quite sensible too, for no one can ever mistake now. It will please her very much, I know, said Meg, with a frown for Jo and a smile for Beth.
There's Mother. Hide the basket, quick! cried Jo, as a door slammed and steps sounded in the hall.
Amy came in hastily, and looked rather abashed when she saw her sisters all waiting for her.
Where have you been, and what are you hiding behind you? asked Meg, surprised to see, by her hood and cloak, that lazy Amy had been out so early.
Don't laugh at me, Jo! I didn't mean anyone should know till the time came. I only meant to change the little bottle for a bygone, and I gave all my money to get it, and I'm truly trying not to be selfish any more.
As she spoke, Amy showed the handsome flask which replaced the cheap one, and looked so earnest and humble in her little effort to forget herself that Meg hugged her on the spot, and Jo pronounced her `a trump', while Beth ran to the window, and picked her finest rose to ornament the stately bottle.
You see I felt ashamed of my present, after reading and talking about being good this morning, so I ran round the corner and changed it the minute I was up, and I'm so glad, for mine is the handsomest now.
Another bang of the street door sent the basket under the sofa, and the girls to the table, eager for breakfast.
Merry Christmas, Marmee! Many of them! Thank you for our books. We read some, and mean to every day, they all cried in chorus.
Merry Christmas, little daughters! I'm glad you began at once, and hope you will keep on. But I want to say one word before we sit down. Not far away from here lies a poor woman with a little newborn baby. Six children are huddled into one bed to keep from freezing, for they have no fire. There is nothing to eat over there, and the oldest boy came to tell me they were suffering hunger and cold. My girls, will you give them your breakfasts a Christmas present?
They were all unusually hungry, having waited nearly an hour, and for a minute no one spoke, only a minute, for Jo exclaimed impetuously, I'm so glad you came before we began!
May I go and help carry the things to the poor little children? asked Beth eagerly.
I shall take the cream and the muffins, added Amy, heroically giving up the article she most liked.
Meg was already covering the buckwheat's, and piling the bread into one big plate.
I thought you'd do it, said Mrs. March, smiling as if satisfied. You shall all go and help me, and when we come back we will have bread and milk for breakfast, and make it up at dinnertime.
They were soon ready, and the procession set out. Fortunately it was early, and they went through back streets, so few people saw them, and no one laughed at the queer party.
A poor, bare, miserable room it was, with broken windows, no fire, ragged bedclothes, a sick mother, wailing baby, and a group of pale, hungry children cuddled under one old quilt, trying to keep warm.
How the big eyes stared and the blue lips smiled as the girls went in.
Ach, mein Gott! It is good angels come to us! said the poor woman, crying for joy.
Funny angels in hoods and mittens, said Jo, and set them to laughing.
In a few minutes it really did seem as if kind spirits had been at work there. Hannah, who had carried wood, made a fire, and stopped up the broken panes with old hats and her own cloak. Mrs.March gave the mother tea and gruel, and comforted her with promises of help, while she dressed the little baby as tenderly as if it had been her own. The girls meantime spread the table, set the children round the fire, and fed them like so many hungry birds, laughing, talking, and trying to understand the funny broken English.
Das ist gut! Die Engel-kinder! cried the poor things as they ate and warmed their purple hands at the comfortable blaze.
The girls had never been called angel children before, and thought it very agreeable, especially Jo, who had been considered `Sancho' ever since she was born. That was a very happy breakfast, though they didn't get any of it. And when they went away, leaving comfort behind, I think there were not in all the city four merrier people than the hungry little girls who gave away their breakfasts and contented themselves with bread and milk on Christmas morning.
That's loving our neighbor better than ourselves, and I like it, said Meg, as they set out their presents while their mother was upstairs collecting clothes for the poor Hummels.
Not a very splendid show, but there was a great deal of love done up in the few little bundles, and the tall vase of red roses, white chrysanthemums, and trailing vines, which stood in the middle, gave quite an elegant air to the table.
She's coming! Strike up, Beth! Open the door, Amy! Three cheers for Marmee! cried Jo, prancing about while Meg went to conduct Mother to the seat of honor.
Beth played her gayest march, Amy threw open the door, and Meg enacted escort with great dignity. Mrs. March was both surprised and touched, and smiled with her eyes full as she examined her presents and read the little notes which accompanied them. The slippers went on at once, a new handkerchief was slipped into her pocket, well scented with Amy's cologne, the rose was fastened in her bosom, and the nice gloves were pronounced a perfect fit.
There was a good deal of laughing and kissing and explaining, in the simple, loving fashion which makes these home festivals so pleasant at the time, so sweet to remember long afterward, and then all fell to work.
The morning charities and ceremonies took so much time that the rest of the day was devoted to preparations for the evening festivities. Being still too young to go often to the theater, and not rich enough to afford any great outlay for private performances, the girls put their wits to work, and necessity being the mother of invention, made whatever they needed. Very clever were some of their productions, pasteboard guitars, antique lampshade of old-fashioned butter boats covered with silver paper, gorgeous robes of old cotton, glittering with tin spangles from a pickle factory, and armor covered with the same useful diamond shaped bits left inn sheets when the lids of preserve pots were cut out. The big chamber was the scene of many innocent revels.
No gentleman were admitted, so Jo played male parts to her heart's content and took immense satisfaction in a pair of russet leather boots given her by a friend, who knew a lady who knew an actor. These boots, an old foil, and a slashed doublet once used by an artist for some picture, were Jo's chief treasures and appeared on all occasions. The smallness of the company made it necessary for the two principal actors to take several parts apiece, and they certainly deserved some credit for the hard work they did in learning three or four different parts, whisking in and out of various costumes, and managing the stage besides. It was excellent drill for their memories, a harmless amusement, and employed many hours which otherwise would have been idle, lonely, or spent in less profitable society.
On Christmas night, a dozen girls piled onto the bed which was the dress circle, and sat before the blue and yellow chintz curtains in a most flattering state of expectancy. There was a good deal of rustling and whispering behind the curtain, a trifle of lamp smoke, and an occasional giggle from Amy, who was apt to get hysterical in the excitement of the moment. Presently a bell sounded, the curtains flew apart, and the OPERATIC TRAGEDY began.
A gloomy wood, according to the one playbill, was represented by a few shrubs in pots, green baize on the floor, and a cave in the distance. This cave was made with a clothes horse for a roof, bureaus for walls, and in it was a small furnace in full blast, with a black pot on it and an old witch bending over it. The stage was dark and the glow of the furnace had a fine effect, especially as real steam issued from the kettle when the witch took off the cover. A moment was allowed for the first thrill to subside, then Hugo, the villain, stalked in with a clanking sword at his side, a slouching hat, black beard, mysterious cloak, and the boots. After pacing to and fro in much agitation, he struck his forehead, and burst out in a wild strain, singing of his hatred to Roderigo, his love for Zara, and his pleasing resolution to kill the one and win the other. The gruff tones of Hugo's voice, with an occasional shout when his feelings overcame him, were very impressive, and the audience applauded the moment he paused for breath. bowing with the air of one accustomed to public praise, he stole to the cavern and ordered Hagar to come forth with a commanding, What ho, minion!I need thee!
Out came Meg, with gray horsehair hanging about her face, a red and black robe, a staff, and cabalistic signs upon her cloak. Hugo demanded a potion to make Zara adore him, and destroy Roderigo. Hagar, in a fine dramatic melody, promised both, and proceeded to call up the spirit who would bring the love philter.Hither, hither, from thy home,Airy sprite, I bid thee come!Born of roses, fed on dew,Charms and potions canst thou brew?Bring me here, with elfin speed,The fragrant philter which I need.Make it sweet and swift and strong,Spirit, answer now my song!
A soft strain of music sounded, and then at the back of the cave appeared a little figure in cloudy white, with glitteringwings, golden hair, and a garland of roses on its head. Waving a wand, it sang . . .Hither I come,From my airy home,Afar in the silver moon.Take the magic spell,And use it well,Or its power will vanish soon!
And dropping a small, gilded bottle at the witch's feet, the spirit vanished. Another chant from Hagar produced another apparition, not a lovely one, for with a bang an ugly black imp appeared and, having croaked a reply, tossed a dark bottle at Hugo and disappeared with a mocking laugh. Having warbled his thanks and put the potions in his boots, Hugo departed, and Hagar informed the audience that as he had killed a few of her friends in times past, she had cursed him, and intends to thwart his plans, and be revenged on him. Then the curtain fell, and the audience reposed and ate candy while discussing the merits of the play.
A good deal of hammering went on before the curtain rose again, but when it became evident what a masterpiece of stage carpentry had been got up, no one murmured at the delay. It was truly superb. A tower rose to the ceiling, halfway up appeared a window with a lamp burning in it, and behind the white curtain appeared Zara in a lovely blue and silver dress, waiting for Roderigo. He came in gorgeous array, with plumed cap, red cloak, chestnut love locks, a guitar, and the boots, of course. Kneeling at the foot of the tower, he sang a serenade in melting tones. Zara replied and, after a musical dialogue, consented to fly. Then came the grand effect of the play. Roderigo produced a rope ladder, with five steps to it, threw up one end, and invited Zara to descend. Timidly she crept from her lattice, put her hand on Roderigo's shoulder, and was about to leap gracefully down when Alas! Alas for Zara! she forgot her train. It caught in the window, the tower tottered, leaned forward, fell with a crash, and buried the unhappy lovers in the ruins.
A universal shriek arose as the russet boots waved wildly from the wreck and a golden head emerged, exclaiming, I told you so! I told you so! With wonderful presence of mind, Don Pedro, the cruel sire, rushed in, dragged out his daughter, with a hasty aside . . .
Don't laugh! Act as if it was all right! and, ordering Roderigo up, banished him form the kingdom with wrath and scorn. Though decidedly shaken by the fall from the tower upon him, Roderigo defied the old gentleman and refused to stir. This dauntless example fired Zara. She also defied her sire, and he ordered them both to the deepest dungeons of the castle. A stout little retainer came in with chains and led them away, looking very much frightened and evidently forgetting the speech he ought to have made.
Act third was the castle hall, and here Hagar appeared, having come to free the lovers and finish Hugo. She hears him coming and hides, sees him put the potions into two cups of wine and bid the timid little servant, Bear them to the captives in their cells, and tell them I shall come anon. The servant takes Hugo aside to tell him something, and Hagar changes the cups for two others which are harmless. Ferdinando, the `minion', carries them away, and Hagar puts back the cup which holds the poison meant for Roderigo. Hugo, getting thirsty after a long warble, drinks it, loses his wits, and after a good deal of clutching and stamping, falls flat and dies, while Hagar informs him what she has done in a song of exquisite power and melody.
This was a truly thrilling scene, though some persons might have thought that the sudden tumbling down of a quantity of long red hair rather marred the effect of the villain's death. He was called before the curtain, and with great propriety appeared, leading Hagar, whose singing was considered more wonderful than all the rest of the performance put together.
Act fourth displayed the despairing Roderigo on the point of stabbing himself because he has been told that Zara has deserted him. Just as the dagger is at his heart, a lovely song is sung under his window, informing him that Zara is true but in danger, and he can save her if he will. A key is thrown in, which unlocks the door, and in a spasm of rapture he tears off his chains and rushes away to find and rescue his lady love.
Act fifth opened with a stormy scene between Zara and Don Pedro. He wishes her to go into a convent, but she won't hear of it, and after a touching appeal, is about to faint when Roderigo dashes in and demands her hand. Don Pedro refuses, because he is not rich. They shout and gesticulate tremendously but cannot agree, and Rodrigo is about to bear away the exhausted Zara, when the timid servant enters with a letter and a bag from Hagar, who has mysteriously disappeared. The latter informs the party that she bequeaths untold wealth to the young pair and an awful doom to Don Pedro, if he doesn't make them happy. The bag is opened, and several quarts of tin money shower down upon the stage till it is quite glorified with the glitter. This entirely softens the stern sire. He consents without a murmur, all join in a joyful chorus, and the curtain falls upon the lovers kneeling to receive Don Pedro's blessing in attitudes of the most romantic grace.
Tumultuous applause followed but received an unexpected check, for the cot bed, on which the dress circle was built, suddenly shutup and extinguished the enthusiastic audience. Roderigo and DonPedro flew to the rescue, and all were taken out unhurt, though many were speechless with laughter. the excitement had hardly subsided when Hannah appeared, with Mrs. March's compliments, and would the ladies walk down to supper.
This was a surprise even to the actors, and when they saw the table, they looked at one another in rapturous amazement. It was like Marmee to get up a little treat for them, but anything so fine as this was unheard of since the departed days of plenty. There was ice cream, actually two dishes of it, pink and white, and cake and fruit and distracting French bonbons and, in the middle of the table, four great bouquets of hot house flowers.
It quite took their breath away, and they stared first at the table and then at their mother, who looked as if she enjoyed it immensely.
Is it fairies? asked Amy.
Santa Claus, said Beth.
Mother did it. And Meg smiled her sweetest, in spite of her gray beard and white eyebrows.
Aunt March had a good fit and sent the supper, cried Jo, with a sudden inspiration.
All wrong. Old Mr. Laurence sent it, replied Mrs. March.
The Laurence boy's grandfather! What in the world put such a thing into his head? We don't know him!' exclaimed Meg.
Hannah told one of his servants about your breakfast party. He is an odd old gentleman, but that pleased him. He knew my father years ago, and he sent me a polite note this afternoon, saying he hoped I would allow him to express his friendly feeling toward my children by sending them a few trifles in honor of the day. I could not refuse, and so you have a little feast at night to makeup for the bread-and-milk breakfast.
That boy; put it into his head, I know he did! He's a capital fellow, and I wish we could get acquainted. He looks as if he'd like to know us but he's bashful, and Meg is so prim she won't let me speak to him when we pass, said Jo, as the plates went round, and the ice began to melt out of sight, with ohs and ahs of satisfaction.
You mean the people who live in the big house next door, don't you? asked one of the girls. My mother knows old Mr. Laurence, but says he's very proud and doesn't like to mix with his neighbors. He keeps his grandson shut up, when he isn't riding or walking with his tutor, and makes him study very hard. We invited him to our party, but he didn't come. Mother says he's very nice, though when ever speaks to us girls.
Our cat ran away once, and he brought her back, and we talked over the fence, and were getting on capitally, all about cricket, and so on, when he saw Meg coming, and walked off. I mean to know him some day, for he needs fun, I'm sure he does, said Jo decidedly.
I like his manners, and he looks like a little gentleman, soI've no objection to your knowing him, if a proper opportunity comes. He brought the flowers himself, and I should have asked him in, if I had been sure what was going on upstairs. He looked so wistfully he went away, hearing the frolic and evidently having none of his own.
It's a mercy you didn't , Mother! laughed Jo, looking at her boots. But we'll have another play sometime that he can see. Perhaps he'll help act. Wouldn't that be jolly?
I never had such a fine bouquet before! How pretty it is! And Meg examined her flowers with great interest.
They are lovely. But Beth's roses are sweeter to me, said Mrs.. March, smelling the half-dead posy in her belt.
Beth nestled up to her, and whispered softly, I wish I could send my bunch to Father. I'm afraid he isn't having such a merry Christmas as we are.
In spite of her small vanities, Margaret had a sweet and pious nature, which unconsciously influenced her sisters, especially Jo, who loved her very tenderly, and obeyed her because her advice was so gently given.
Girls, said Meg seriously, looking from the tumbled head beside her to the two little night-capped ones in the room beyond, Mother wants us to read and love and mind these books, and we must begin at once. We used to be faithful about it, but since Father went away and all this war trouble unsettled us, we have neglected many things. You can do as you please, but I shall keep my book on the table here and read a little every morning as soon as I wake, for I know it will do me good and help me through the day.
Then she opened her new book and began to read. Jo put her arm round her and, leaning cheek to cheek, read also, with the quiet expression so seldom seen on her restless face.
How good Meg is! Come, Amy, let's do as they do. I'll help you with the hard words, and they'' explain things if we don't understand, whispered Beth, very much impressed by the pretty books and her sisters, example.
I'm glad mine is blue, said Amy. and then the rooms were every still while the pages were softly turned, and the winter sunshine crept in to touch the bright heads and serious faces with a Christmas greeting.
Where is Mother? asked Meg, as she and Jo ran down to thank her for their gifts, half an hour later.
Goodness only knows. some poor creature came a-beggin', and your ma went straight off to see what was needed. There never was such a woman for givin' away vittles and drink, clothes and firin', replied Hannah, who had lived with the family since Meg was born, and was considered by them all more as a friend than a servant.
She will be back soon, I think, so fry your cakes, and have everything ready, said Meg, looking over the presents which were collected in a basket and kept under the sofa, ready to be produced at the proper time. why, where is Amy's bottle of cologne? she added, as the little flask did not appear.
She took it out a minute ago, and went off with it to put a ribbon on it, or some such notion, replied Jo, dancing about the room to take the first stiffness off the new army slippers.
How nice my handkerchiefs look, don't they? Hannah washed and ironed them for me, and I marked them all myself, said Beth, looking proudly at the somewhat uneven letters which had cost her such labor.
Bless the child! She's gone and put `Mother' on them instead of `M.March'. How funny! cried Jo, taking one up.
Isn't that right? I thought it was better to do it so, because Meg's initials are M.M., and I don't want anyone to use these but Marmee, said Beth;, looking troubled.
It's all right, dear, and a very pretty idea, quite sensible too, for no one can ever mistake now. It will please her very much, I know, said Meg, with a frown for Jo and a smile for Beth.
There's Mother. Hide the basket, quick! cried Jo, as a door slammed and steps sounded in the hall.
Amy came in hastily, and looked rather abashed when she saw her sisters all waiting for her.
Where have you been, and what are you hiding behind you? asked Meg, surprised to see, by her hood and cloak, that lazy Amy had been out so early.
Don't laugh at me, Jo! I didn't mean anyone should know till the time came. I only meant to change the little bottle for a bygone, and I gave all my money to get it, and I'm truly trying not to be selfish any more.
As she spoke, Amy showed the handsome flask which replaced the cheap one, and looked so earnest and humble in her little effort to forget herself that Meg hugged her on the spot, and Jo pronounced her `a trump', while Beth ran to the window, and picked her finest rose to ornament the stately bottle.
You see I felt ashamed of my present, after reading and talking about being good this morning, so I ran round the corner and changed it the minute I was up, and I'm so glad, for mine is the handsomest now.
Another bang of the street door sent the basket under the sofa, and the girls to the table, eager for breakfast.
Merry Christmas, Marmee! Many of them! Thank you for our books. We read some, and mean to every day, they all cried in chorus.
Merry Christmas, little daughters! I'm glad you began at once, and hope you will keep on. But I want to say one word before we sit down. Not far away from here lies a poor woman with a little newborn baby. Six children are huddled into one bed to keep from freezing, for they have no fire. There is nothing to eat over there, and the oldest boy came to tell me they were suffering hunger and cold. My girls, will you give them your breakfasts a Christmas present?
They were all unusually hungry, having waited nearly an hour, and for a minute no one spoke, only a minute, for Jo exclaimed impetuously, I'm so glad you came before we began!
May I go and help carry the things to the poor little children? asked Beth eagerly.
I shall take the cream and the muffins, added Amy, heroically giving up the article she most liked.
Meg was already covering the buckwheat's, and piling the bread into one big plate.
I thought you'd do it, said Mrs. March, smiling as if satisfied. You shall all go and help me, and when we come back we will have bread and milk for breakfast, and make it up at dinnertime.
They were soon ready, and the procession set out. Fortunately it was early, and they went through back streets, so few people saw them, and no one laughed at the queer party.
A poor, bare, miserable room it was, with broken windows, no fire, ragged bedclothes, a sick mother, wailing baby, and a group of pale, hungry children cuddled under one old quilt, trying to keep warm.
How the big eyes stared and the blue lips smiled as the girls went in.
Ach, mein Gott! It is good angels come to us! said the poor woman, crying for joy.
Funny angels in hoods and mittens, said Jo, and set them to laughing.
In a few minutes it really did seem as if kind spirits had been at work there. Hannah, who had carried wood, made a fire, and stopped up the broken panes with old hats and her own cloak. Mrs.March gave the mother tea and gruel, and comforted her with promises of help, while she dressed the little baby as tenderly as if it had been her own. The girls meantime spread the table, set the children round the fire, and fed them like so many hungry birds, laughing, talking, and trying to understand the funny broken English.
Das ist gut! Die Engel-kinder! cried the poor things as they ate and warmed their purple hands at the comfortable blaze.
The girls had never been called angel children before, and thought it very agreeable, especially Jo, who had been considered `Sancho' ever since she was born. That was a very happy breakfast, though they didn't get any of it. And when they went away, leaving comfort behind, I think there were not in all the city four merrier people than the hungry little girls who gave away their breakfasts and contented themselves with bread and milk on Christmas morning.
That's loving our neighbor better than ourselves, and I like it, said Meg, as they set out their presents while their mother was upstairs collecting clothes for the poor Hummels.
Not a very splendid show, but there was a great deal of love done up in the few little bundles, and the tall vase of red roses, white chrysanthemums, and trailing vines, which stood in the middle, gave quite an elegant air to the table.
She's coming! Strike up, Beth! Open the door, Amy! Three cheers for Marmee! cried Jo, prancing about while Meg went to conduct Mother to the seat of honor.
Beth played her gayest march, Amy threw open the door, and Meg enacted escort with great dignity. Mrs. March was both surprised and touched, and smiled with her eyes full as she examined her presents and read the little notes which accompanied them. The slippers went on at once, a new handkerchief was slipped into her pocket, well scented with Amy's cologne, the rose was fastened in her bosom, and the nice gloves were pronounced a perfect fit.
There was a good deal of laughing and kissing and explaining, in the simple, loving fashion which makes these home festivals so pleasant at the time, so sweet to remember long afterward, and then all fell to work.
The morning charities and ceremonies took so much time that the rest of the day was devoted to preparations for the evening festivities. Being still too young to go often to the theater, and not rich enough to afford any great outlay for private performances, the girls put their wits to work, and necessity being the mother of invention, made whatever they needed. Very clever were some of their productions, pasteboard guitars, antique lampshade of old-fashioned butter boats covered with silver paper, gorgeous robes of old cotton, glittering with tin spangles from a pickle factory, and armor covered with the same useful diamond shaped bits left inn sheets when the lids of preserve pots were cut out. The big chamber was the scene of many innocent revels.
No gentleman were admitted, so Jo played male parts to her heart's content and took immense satisfaction in a pair of russet leather boots given her by a friend, who knew a lady who knew an actor. These boots, an old foil, and a slashed doublet once used by an artist for some picture, were Jo's chief treasures and appeared on all occasions. The smallness of the company made it necessary for the two principal actors to take several parts apiece, and they certainly deserved some credit for the hard work they did in learning three or four different parts, whisking in and out of various costumes, and managing the stage besides. It was excellent drill for their memories, a harmless amusement, and employed many hours which otherwise would have been idle, lonely, or spent in less profitable society.
On Christmas night, a dozen girls piled onto the bed which was the dress circle, and sat before the blue and yellow chintz curtains in a most flattering state of expectancy. There was a good deal of rustling and whispering behind the curtain, a trifle of lamp smoke, and an occasional giggle from Amy, who was apt to get hysterical in the excitement of the moment. Presently a bell sounded, the curtains flew apart, and the OPERATIC TRAGEDY began.
A gloomy wood, according to the one playbill, was represented by a few shrubs in pots, green baize on the floor, and a cave in the distance. This cave was made with a clothes horse for a roof, bureaus for walls, and in it was a small furnace in full blast, with a black pot on it and an old witch bending over it. The stage was dark and the glow of the furnace had a fine effect, especially as real steam issued from the kettle when the witch took off the cover. A moment was allowed for the first thrill to subside, then Hugo, the villain, stalked in with a clanking sword at his side, a slouching hat, black beard, mysterious cloak, and the boots. After pacing to and fro in much agitation, he struck his forehead, and burst out in a wild strain, singing of his hatred to Roderigo, his love for Zara, and his pleasing resolution to kill the one and win the other. The gruff tones of Hugo's voice, with an occasional shout when his feelings overcame him, were very impressive, and the audience applauded the moment he paused for breath. bowing with the air of one accustomed to public praise, he stole to the cavern and ordered Hagar to come forth with a commanding, What ho, minion!I need thee!
Out came Meg, with gray horsehair hanging about her face, a red and black robe, a staff, and cabalistic signs upon her cloak. Hugo demanded a potion to make Zara adore him, and destroy Roderigo. Hagar, in a fine dramatic melody, promised both, and proceeded to call up the spirit who would bring the love philter.Hither, hither, from thy home,Airy sprite, I bid thee come!Born of roses, fed on dew,Charms and potions canst thou brew?Bring me here, with elfin speed,The fragrant philter which I need.Make it sweet and swift and strong,Spirit, answer now my song!
A soft strain of music sounded, and then at the back of the cave appeared a little figure in cloudy white, with glitteringwings, golden hair, and a garland of roses on its head. Waving a wand, it sang . . .Hither I come,From my airy home,Afar in the silver moon.Take the magic spell,And use it well,Or its power will vanish soon!
And dropping a small, gilded bottle at the witch's feet, the spirit vanished. Another chant from Hagar produced another apparition, not a lovely one, for with a bang an ugly black imp appeared and, having croaked a reply, tossed a dark bottle at Hugo and disappeared with a mocking laugh. Having warbled his thanks and put the potions in his boots, Hugo departed, and Hagar informed the audience that as he had killed a few of her friends in times past, she had cursed him, and intends to thwart his plans, and be revenged on him. Then the curtain fell, and the audience reposed and ate candy while discussing the merits of the play.
A good deal of hammering went on before the curtain rose again, but when it became evident what a masterpiece of stage carpentry had been got up, no one murmured at the delay. It was truly superb. A tower rose to the ceiling, halfway up appeared a window with a lamp burning in it, and behind the white curtain appeared Zara in a lovely blue and silver dress, waiting for Roderigo. He came in gorgeous array, with plumed cap, red cloak, chestnut love locks, a guitar, and the boots, of course. Kneeling at the foot of the tower, he sang a serenade in melting tones. Zara replied and, after a musical dialogue, consented to fly. Then came the grand effect of the play. Roderigo produced a rope ladder, with five steps to it, threw up one end, and invited Zara to descend. Timidly she crept from her lattice, put her hand on Roderigo's shoulder, and was about to leap gracefully down when Alas! Alas for Zara! she forgot her train. It caught in the window, the tower tottered, leaned forward, fell with a crash, and buried the unhappy lovers in the ruins.
A universal shriek arose as the russet boots waved wildly from the wreck and a golden head emerged, exclaiming, I told you so! I told you so! With wonderful presence of mind, Don Pedro, the cruel sire, rushed in, dragged out his daughter, with a hasty aside . . .
Don't laugh! Act as if it was all right! and, ordering Roderigo up, banished him form the kingdom with wrath and scorn. Though decidedly shaken by the fall from the tower upon him, Roderigo defied the old gentleman and refused to stir. This dauntless example fired Zara. She also defied her sire, and he ordered them both to the deepest dungeons of the castle. A stout little retainer came in with chains and led them away, looking very much frightened and evidently forgetting the speech he ought to have made.
Act third was the castle hall, and here Hagar appeared, having come to free the lovers and finish Hugo. She hears him coming and hides, sees him put the potions into two cups of wine and bid the timid little servant, Bear them to the captives in their cells, and tell them I shall come anon. The servant takes Hugo aside to tell him something, and Hagar changes the cups for two others which are harmless. Ferdinando, the `minion', carries them away, and Hagar puts back the cup which holds the poison meant for Roderigo. Hugo, getting thirsty after a long warble, drinks it, loses his wits, and after a good deal of clutching and stamping, falls flat and dies, while Hagar informs him what she has done in a song of exquisite power and melody.
This was a truly thrilling scene, though some persons might have thought that the sudden tumbling down of a quantity of long red hair rather marred the effect of the villain's death. He was called before the curtain, and with great propriety appeared, leading Hagar, whose singing was considered more wonderful than all the rest of the performance put together.
Act fourth displayed the despairing Roderigo on the point of stabbing himself because he has been told that Zara has deserted him. Just as the dagger is at his heart, a lovely song is sung under his window, informing him that Zara is true but in danger, and he can save her if he will. A key is thrown in, which unlocks the door, and in a spasm of rapture he tears off his chains and rushes away to find and rescue his lady love.
Act fifth opened with a stormy scene between Zara and Don Pedro. He wishes her to go into a convent, but she won't hear of it, and after a touching appeal, is about to faint when Roderigo dashes in and demands her hand. Don Pedro refuses, because he is not rich. They shout and gesticulate tremendously but cannot agree, and Rodrigo is about to bear away the exhausted Zara, when the timid servant enters with a letter and a bag from Hagar, who has mysteriously disappeared. The latter informs the party that she bequeaths untold wealth to the young pair and an awful doom to Don Pedro, if he doesn't make them happy. The bag is opened, and several quarts of tin money shower down upon the stage till it is quite glorified with the glitter. This entirely softens the stern sire. He consents without a murmur, all join in a joyful chorus, and the curtain falls upon the lovers kneeling to receive Don Pedro's blessing in attitudes of the most romantic grace.
Tumultuous applause followed but received an unexpected check, for the cot bed, on which the dress circle was built, suddenly shutup and extinguished the enthusiastic audience. Roderigo and DonPedro flew to the rescue, and all were taken out unhurt, though many were speechless with laughter. the excitement had hardly subsided when Hannah appeared, with Mrs. March's compliments, and would the ladies walk down to supper.
This was a surprise even to the actors, and when they saw the table, they looked at one another in rapturous amazement. It was like Marmee to get up a little treat for them, but anything so fine as this was unheard of since the departed days of plenty. There was ice cream, actually two dishes of it, pink and white, and cake and fruit and distracting French bonbons and, in the middle of the table, four great bouquets of hot house flowers.
It quite took their breath away, and they stared first at the table and then at their mother, who looked as if she enjoyed it immensely.
Is it fairies? asked Amy.
Santa Claus, said Beth.
Mother did it. And Meg smiled her sweetest, in spite of her gray beard and white eyebrows.
Aunt March had a good fit and sent the supper, cried Jo, with a sudden inspiration.
All wrong. Old Mr. Laurence sent it, replied Mrs. March.
The Laurence boy's grandfather! What in the world put such a thing into his head? We don't know him!' exclaimed Meg.
Hannah told one of his servants about your breakfast party. He is an odd old gentleman, but that pleased him. He knew my father years ago, and he sent me a polite note this afternoon, saying he hoped I would allow him to express his friendly feeling toward my children by sending them a few trifles in honor of the day. I could not refuse, and so you have a little feast at night to makeup for the bread-and-milk breakfast.
That boy; put it into his head, I know he did! He's a capital fellow, and I wish we could get acquainted. He looks as if he'd like to know us but he's bashful, and Meg is so prim she won't let me speak to him when we pass, said Jo, as the plates went round, and the ice began to melt out of sight, with ohs and ahs of satisfaction.
You mean the people who live in the big house next door, don't you? asked one of the girls. My mother knows old Mr. Laurence, but says he's very proud and doesn't like to mix with his neighbors. He keeps his grandson shut up, when he isn't riding or walking with his tutor, and makes him study very hard. We invited him to our party, but he didn't come. Mother says he's very nice, though when ever speaks to us girls.
Our cat ran away once, and he brought her back, and we talked over the fence, and were getting on capitally, all about cricket, and so on, when he saw Meg coming, and walked off. I mean to know him some day, for he needs fun, I'm sure he does, said Jo decidedly.
I like his manners, and he looks like a little gentleman, soI've no objection to your knowing him, if a proper opportunity comes. He brought the flowers himself, and I should have asked him in, if I had been sure what was going on upstairs. He looked so wistfully he went away, hearing the frolic and evidently having none of his own.
It's a mercy you didn't , Mother! laughed Jo, looking at her boots. But we'll have another play sometime that he can see. Perhaps he'll help act. Wouldn't that be jolly?
I never had such a fine bouquet before! How pretty it is! And Meg examined her flowers with great interest.
They are lovely. But Beth's roses are sweeter to me, said Mrs.. March, smelling the half-dead posy in her belt.
Beth nestled up to her, and whispered softly, I wish I could send my bunch to Father. I'm afraid he isn't having such a merry Christmas as we are.
Monday, December 28, 2009
Moonwalk, youtube con il soldato svizzero
Famosissimo e cliccatissimo su youtube il video di un militare svizzero che, nella caserma di Kloten, improvvisa cinque minuti di "Moonwalk", il celebre ballo inventato da Michael Jackson.
La canzone in sottofondo è "They dont care about us" fatta per le strade del brasile uscita nel 1995 con History.
Spike Lee, quello dello clip ufficiale per "This is it", produsse due video musicali per questa canzone.
La canzone in sottofondo è "They dont care about us" fatta per le strade del brasile uscita nel 1995 con History.
Spike Lee, quello dello clip ufficiale per "This is it", produsse due video musicali per questa canzone.
Sunday, December 27, 2009
Body Art Girls Sexy Body Painted Body Sunflower Art
Body Art girls Sexy Body. Look at the painted art but not her sexy body. The painting is made with the creative hand and mind. Beast girls body paintings.
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Miami Dolphins Tattoos
What we have here, are some really cool tattoos of the professional NFL football team, Miami Dolphins.
The first tattoo of the dolphin with a football, is such a great design!





The first tattoo of the dolphin with a football, is such a great design!






Saturday, December 26, 2009
Lettera a Susanna Maiolo di Martin Sileno
Si fa presto a dire psicolabile di questi tempi. Qualsiasi persona che esca dal gregge pare debba avere qualche rotella fuori posto. Anche gli slanci d’amore, il semplice contatto carne contro carne pare sia rubricata come violenza, una barbarie inaccettabile. Forse il lancio del souvenir del Duomo di Milano da parte del famigerato Tartaglia (e la visita a Berlusconi di un torinese con le mazze ndr.) ha costretto in tanti a fare questa associazione di idee e considerare anche te, Susanna, una povera pazza.
Satollo dal cenone e leggermente inebriato da uno spumante commerciale, vengo bombardato dalle prime agenzie di stampa che parlano di aggressione, di un Papa che ruzzola a terra tra urla di panico. Un autentico psicodramma post cenone. Immagino una sorta di Ali Agca pettoruta buttarsi sopra un sorpreso Benedetto XVI, vedo distintamente la Madonna placcare il proiettile umano come un angelico rugbista.
Qualche alka seltzer dopo, arrivano le immagini che chiariscono la dinamica dell’evento. Che delusione! Quanto rumore per nulla! Vedo te Susanna scavalcare la recinzione con la stessa fervida eccitazione di una groupie nel voler toccare la propria rockstar. ("volevo toccare il Santo Padre, non volevo fargli del male" ndr) Non è la Madonna, bensì guardie nerborute, che per fermarti travolgo tutti e tutto. Il Papa sparisce dall’immagine, coperto dagli astanti, un altro cardinale cade e si fa male sul serio.(non si dica che la colpa della frattura dell'anca sia di Maiolo!)
L’unica differenza tra te e gli altri fedeli presenti e che tu sei solo un po’ più affettuosa, ed è strano che chi parla di fratellanza, di amore universale, non sappia riconoscere uno slancio d’amore da un pugno.
Siamo arrivati a questo Susanna, al punto che se sei un personaggio famoso puoi vedere ed abbracciare il Papa senza appuntamento, mentre tu, semplice “pazza”, devi aspettare la messa di natale,(anno dopo anno ndr.) venendo assalita ed arrestata per giunta.(e d'obbligo internata)
Anche i gruppi di facebook sono vittime di questa allucinazione collettiva, ti dipingono come eroina (e lo sei) ma per il motivo sbagliato. Ti credono violenta, pericolosa e che volessi fare del male all’odiato pontefice. Insomma, saresti la prima serial killer che uccide le proprie vittime con degli abbracci. Non è buffo?
Susanna io so che sei buona e sei vittima di un tremendo malinteso, e deve essere orribile vedere scambiato il proprio affetto per minaccia. Quando tutto sarà finito per il meglio puoi venire da me, da gente disposta a capirti ed ascoltarti. Per metterti a tuo agio posso benissimo mettere qualcosa di bianco e recitarti un paio di banalità, di quelle che ti piacciono tanto. (magari armato di crocefisso ndr.) Tu se vuoi porta qualcosa di rosso, (tanto è Natale ndr.) magari quella giacchina che ti sta così bene, e non preoccuparti nemmeno per i miei femori, essi possiedono ancora una certa elasticità.
Se vuoi contattarmi io rimango a tua disposizione. Baci ed altre squisitezze - Martin Sileno
Devi sapere Martin, che la Susanna Maiolo è stata internata, sedata e isolata rigidamente dal mondo intero. E se vogliono dire che è pazza, lo dicono, contro una prova contraria.
Satollo dal cenone e leggermente inebriato da uno spumante commerciale, vengo bombardato dalle prime agenzie di stampa che parlano di aggressione, di un Papa che ruzzola a terra tra urla di panico. Un autentico psicodramma post cenone. Immagino una sorta di Ali Agca pettoruta buttarsi sopra un sorpreso Benedetto XVI, vedo distintamente la Madonna placcare il proiettile umano come un angelico rugbista.

L’unica differenza tra te e gli altri fedeli presenti e che tu sei solo un po’ più affettuosa, ed è strano che chi parla di fratellanza, di amore universale, non sappia riconoscere uno slancio d’amore da un pugno.
Siamo arrivati a questo Susanna, al punto che se sei un personaggio famoso puoi vedere ed abbracciare il Papa senza appuntamento, mentre tu, semplice “pazza”, devi aspettare la messa di natale,(anno dopo anno ndr.) venendo assalita ed arrestata per giunta.(e d'obbligo internata)
Anche i gruppi di facebook sono vittime di questa allucinazione collettiva, ti dipingono come eroina (e lo sei) ma per il motivo sbagliato. Ti credono violenta, pericolosa e che volessi fare del male all’odiato pontefice. Insomma, saresti la prima serial killer che uccide le proprie vittime con degli abbracci. Non è buffo?
Susanna io so che sei buona e sei vittima di un tremendo malinteso, e deve essere orribile vedere scambiato il proprio affetto per minaccia. Quando tutto sarà finito per il meglio puoi venire da me, da gente disposta a capirti ed ascoltarti. Per metterti a tuo agio posso benissimo mettere qualcosa di bianco e recitarti un paio di banalità, di quelle che ti piacciono tanto. (magari armato di crocefisso ndr.) Tu se vuoi porta qualcosa di rosso, (tanto è Natale ndr.) magari quella giacchina che ti sta così bene, e non preoccuparti nemmeno per i miei femori, essi possiedono ancora una certa elasticità.
Se vuoi contattarmi io rimango a tua disposizione. Baci ed altre squisitezze - Martin Sileno
Devi sapere Martin, che la Susanna Maiolo è stata internata, sedata e isolata rigidamente dal mondo intero. E se vogliono dire che è pazza, lo dicono, contro una prova contraria.
Friday, December 25, 2009
New York Yankees Tattoos
Are you a lifelong New York Yankees fan and looking for a way to pay tribute to the best MLB baseball team in the world?
Feast your eyes on these super cool New York Yankees tattoos, etched on loyal fans.
Really great quality tattoos and nice pictures.







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Thursday, December 24, 2009
Superman Tattoos
Superman, also known as the "Man of Steel" is the legendary comic book superhero who first appeared in issues of DC Comics, while captivating a nation with his sheer determination and will to serve and protect.
If you live and breath Superman's heroic history, getting a tattoo of his famous shield or full portrait might be perfect for you.
Feast your eyes on these superman tattoos.







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Silent night, Susan Boyle, youtube e testo
Silent Night
Silent night, holy night,
All is calm, all is bright
Round yon Virgin Mother and Child
Holy Infant so tender and mild
Sleep in heavenly peace
Sleep in heavenly peace
Silent night, holy night
Shepherds quake at the sight
Glories stream from heaven afar
Heavenly hosts sing Alleluia!
Christ the Saviour is born
Christ the Saviour is born
Silent night, holy night,
Son of God, love's pure light;
radiant beams from thy holy face
with the dawn of redeeming grace,
Jesus, Lord, at thy birth,
Jesus, Lord, at thy birth.
Silent night, holy night,
wondrous star, lend thy light;
with the angels let us sing,
Alleluia to our King;
Christ the Savior is born,
Christ the Savior is born!
Notte silenziosa, notte santa!
tutto calmo, tutto luminoso
intorno alla Vergine Madre e al Bambino
bambino santo sì tenero e mite.
dormi in pace celeste
dormi in pace celeste
Notte silenziosa, notte santa!
i pastori tremano in vista!
la gloria scende dal cielo lontano
gli angeli cantano Alleluia.
è nato Cristo il Salvatore
è nato Cristo il Salvatore
Notte silenziosa, notte santa!
figlio di Dio, pura luce dell'amore
raggiante brilla il viso santo
con la grazia di salvezza dell'alba
è nato Gesù nostro Signore
è nato Gesù nostro Signore
Notte silenziosa, notte santa!
meravigliosa stella dacci la luce!
con gli angeli lasciaci cantare
Alleluia al nostro Re!
E' nato Cristo il Salvatore
E' nato Cristo il Salvatore
Gli autori: un prete ventiseienne di un villaggio tirolese vicino Salisburgo Joseph Mohr, che lo scrisse nel 1916, ed il trentunenne organista della chiesa locale Franz Gruber.
Il manoscritto del brano fu ritrovato più tardi ed il canto divenne il favorito del re Guglielmo IV di Prussia, il cui direttore del Coro di Corte, dopo accurate ricerche ritrovò le origini del brano.
Da allora il brano è diventato uno dei simboli del Natale ed è stato tradotto in più di 230 lingue, compreso ovviamente l'italiano con il titolo Astro del ciel, interpretata da innumervoli artisti.
La prima e terza strofa della versione inglese sono dovute a John Freeman Young, mentre le altre sono di attribuzione ignota.
VERSIONE TEDESCA:
STILLE NACHT, HEILIGE NACHT
Stille Nacht, heilige Nacht,
Alles schläft, einsam wacht
Nur das traute, hochheilige Paar,
Holder Knabe im lockigen Haar
Schlaf in himmlischer Ruh'!
Schlaf in himmlischer Ruh'!
Stille Nacht, heilige Nacht,
Hirten erst kund gemacht
Durch der Engel Halleluja
Tönt es laut von fern und nah:
Christ, der Retter, ist da!
Christ, der Retter, ist da!
Stille Nacht, heilige Nacht,
Gottes Sohn, o wie lacht
Lieb' aus deinem göttlichen Mund,
Da uns schlägt die rettende Stund'.
Christ, in Deiner Geburt!
Christ, in Deiner Geburt!
Silent night, holy night,
All is calm, all is bright
Round yon Virgin Mother and Child
Holy Infant so tender and mild
Sleep in heavenly peace
Sleep in heavenly peace
Silent night, holy night
Shepherds quake at the sight
Glories stream from heaven afar
Heavenly hosts sing Alleluia!
Christ the Saviour is born
Christ the Saviour is born
Silent night, holy night,
Son of God, love's pure light;
radiant beams from thy holy face
with the dawn of redeeming grace,
Jesus, Lord, at thy birth,
Jesus, Lord, at thy birth.
Silent night, holy night,
wondrous star, lend thy light;
with the angels let us sing,
Alleluia to our King;
Christ the Savior is born,
Christ the Savior is born!
Notte silenziosa, notte santa!
tutto calmo, tutto luminoso
intorno alla Vergine Madre e al Bambino
bambino santo sì tenero e mite.
dormi in pace celeste
dormi in pace celeste
Notte silenziosa, notte santa!
i pastori tremano in vista!
la gloria scende dal cielo lontano
gli angeli cantano Alleluia.
è nato Cristo il Salvatore
è nato Cristo il Salvatore
Notte silenziosa, notte santa!
figlio di Dio, pura luce dell'amore
raggiante brilla il viso santo
con la grazia di salvezza dell'alba
è nato Gesù nostro Signore
è nato Gesù nostro Signore
Notte silenziosa, notte santa!
meravigliosa stella dacci la luce!
con gli angeli lasciaci cantare
Alleluia al nostro Re!
E' nato Cristo il Salvatore
E' nato Cristo il Salvatore
Gli autori: un prete ventiseienne di un villaggio tirolese vicino Salisburgo Joseph Mohr, che lo scrisse nel 1916, ed il trentunenne organista della chiesa locale Franz Gruber.
Il manoscritto del brano fu ritrovato più tardi ed il canto divenne il favorito del re Guglielmo IV di Prussia, il cui direttore del Coro di Corte, dopo accurate ricerche ritrovò le origini del brano.
Da allora il brano è diventato uno dei simboli del Natale ed è stato tradotto in più di 230 lingue, compreso ovviamente l'italiano con il titolo Astro del ciel, interpretata da innumervoli artisti.
La prima e terza strofa della versione inglese sono dovute a John Freeman Young, mentre le altre sono di attribuzione ignota.
VERSIONE TEDESCA:
STILLE NACHT, HEILIGE NACHT
Stille Nacht, heilige Nacht,
Alles schläft, einsam wacht
Nur das traute, hochheilige Paar,
Holder Knabe im lockigen Haar
Schlaf in himmlischer Ruh'!
Schlaf in himmlischer Ruh'!
Stille Nacht, heilige Nacht,
Hirten erst kund gemacht
Durch der Engel Halleluja
Tönt es laut von fern und nah:
Christ, der Retter, ist da!
Christ, der Retter, ist da!
Stille Nacht, heilige Nacht,
Gottes Sohn, o wie lacht
Lieb' aus deinem göttlichen Mund,
Da uns schlägt die rettende Stund'.
Christ, in Deiner Geburt!
Christ, in Deiner Geburt!
Tuesday, December 22, 2009
Native American Tattoos
Are you looking to get a cool and meaningful tattoo which represents your heritage as a Native American?
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Friday, December 18, 2009
Chi canta Sanremo 2010, programma
Saranno 16 i big che si sfideranno al 60° festival di Sanremo. La Rai ha accolto la richiesta del direttore artistico Gianmarco Mazzi e di Antonella Clerici che, a fronte dell'originalita' delle canzoni presentate a Sanremo 2010, hanno proposto di portare il numero degli Artisti da 14 a 16.
"Sono molto felice, è un cast effervescente e di qualità. Artisti di talento, belle canzoni e grandi ospiti saranno i protagonisti di questa grande festa. Il Festival compie 60 anni ma non li dimostra!" - commenta Antonella Clerici.
"Le canzoni del prossimo Sanremo sono sorprendenti, faranno parlare ed emozioneranno" ha dichiarato il direttore artistico Gianmarco Mazzi "abbiamo lavorato per portare sul palco del Festival alcune delle più belle espressioni della nuova musica italiana insieme ad artisti che hanno fatto la storia di questa manifestazione".
Ecco l'elenco degli artisti in gara:
POVIA - La verita' (La dolce morte, Eluana)
ARISA - Malamorenò
MALIKA AYANE - Ricomincio da qui
SIMONE CRISTICCHI - Meno male (una ballata per Carla Bruni)
TOTO CUTUGNO - Aeroplani
NINO D'ANGELO - Jammo ja'
IRENE GRANDI - La cometa di Halley
MORGAN - La sera
FABRIZIO MORO - Non e' una canzone
NOMADI - Feat. IRENE Grandi- Il mondo piange
NOEMI - Per tutta la vita
PUPO, EMANUELE FILIBERTO con il tenore Luca Canonici - Italia amore mio
ENRICO RUGGERI - La notte delle fate
VALERIO SCANU - Un attimo con te
SONOHRA - Baby
e MARCO MENGONI - Credimi ancora.
Ed ecco i 10 nomi che saliranno sul palco del prossimo Sanremo, nella categoria "Nuova Generazione".
Nicolas Bonazzi - "Dirsi che è normale",
Jessica Brando - "Dove non ci sono ore",
Broken Heart College - "Mesi",
Mattia De Luca - "Non parlare più",
La fame di Camilla - "Buio e luce",
Luca Marino - "Non mi dai pace",
Jacopo Ratini - "Su questa panchina",
Romeus - "Come l'autunno",
Tony - "Il linguaggio della resa"
Nina Zilli - "L'uomo che amava le donne".
Gli artisti sono stati selezionati dalla commissione Sanremo Academy, presieduta dal direttore artistico Gianmarco Mazzi e composta dagli esperti di musica Andrea Lo Vecchio, Massimo Cotto, Mariolina Simone e Gigio D’Ambrosio.
Ed ecco la lista degli attesi ospiti che, da martedì 16 a sabato 20 febbraio 2010, affiancheranno Antonella Clerici sul palco del Teatro Ariston per la 60ma edizione del Festival di Sanremo.
Dovrebbe esserci la regina Rania di Giordania, che parteciperà come ospite alla serata finale del 20 gennaio. Ancora nel campo delle ipotesi le presenze di Peter Gabriel e Lady Gaga. Nella stessa serata è previsto anche un intermezzo piccante della più amata dagli italiani. Proprio lei, Lorella Cuccarini, protagonista del musical rock Il pianeta proibito. A Sanremo la showgirl proporrà i sei minuti più hot dello spettacolo: sarà nuda sul palco, o meglio coperta unicamente da una chitarra bianca, e interpreterà il brano Fever.
Nel corso della kermesse sono attesi a Sanremo anche la cantante scozzese Susan Boyle, rivelazione della trasmissione Britain's Got Talent; (martedì 16),
Robbie Williams che ritornerebbe sul palco dell'Ariston a distanza di dieci anni (mercoledì 17), i tedeschi idoli delle teenager di tutto il mondo Tokyo Hotel (venerdì 19)
e i ballerini di Michael Jackson, gli stessi che hanno accompagnato il Re del Pop nelle prove dei concerti londinesi che nessuno vedrà mai (sabato 20).
E SORPRESA! Bill Clinton con il suo sax e "in forse" Jennifer Lopez.
Poi ci sono i valletti: insieme ad Antonella Clerici, ogni sera un ospite maschile: per ora i nomi certi sembrano essere la coppia Paolo Bonolis e Luca Laurenti (martedì 16), Christian De Sica (giovedì 18) e Maurizio Costanzo (sabato 20).
"Sono molto felice, è un cast effervescente e di qualità. Artisti di talento, belle canzoni e grandi ospiti saranno i protagonisti di questa grande festa. Il Festival compie 60 anni ma non li dimostra!" - commenta Antonella Clerici.
"Le canzoni del prossimo Sanremo sono sorprendenti, faranno parlare ed emozioneranno" ha dichiarato il direttore artistico Gianmarco Mazzi "abbiamo lavorato per portare sul palco del Festival alcune delle più belle espressioni della nuova musica italiana insieme ad artisti che hanno fatto la storia di questa manifestazione".
Ecco l'elenco degli artisti in gara:
POVIA - La verita' (La dolce morte, Eluana)
ARISA - Malamorenò
MALIKA AYANE - Ricomincio da qui
SIMONE CRISTICCHI - Meno male (una ballata per Carla Bruni)
TOTO CUTUGNO - Aeroplani
NINO D'ANGELO - Jammo ja'
IRENE GRANDI - La cometa di Halley
MORGAN - La sera
FABRIZIO MORO - Non e' una canzone
NOMADI - Feat. IRENE Grandi- Il mondo piange
NOEMI - Per tutta la vita
PUPO, EMANUELE FILIBERTO con il tenore Luca Canonici - Italia amore mio
ENRICO RUGGERI - La notte delle fate
VALERIO SCANU - Un attimo con te
SONOHRA - Baby
e MARCO MENGONI - Credimi ancora.
Ed ecco i 10 nomi che saliranno sul palco del prossimo Sanremo, nella categoria "Nuova Generazione".
Nicolas Bonazzi - "Dirsi che è normale",
Jessica Brando - "Dove non ci sono ore",
Broken Heart College - "Mesi",
Mattia De Luca - "Non parlare più",
La fame di Camilla - "Buio e luce",
Luca Marino - "Non mi dai pace",
Jacopo Ratini - "Su questa panchina",
Romeus - "Come l'autunno",
Tony - "Il linguaggio della resa"
Nina Zilli - "L'uomo che amava le donne".
Gli artisti sono stati selezionati dalla commissione Sanremo Academy, presieduta dal direttore artistico Gianmarco Mazzi e composta dagli esperti di musica Andrea Lo Vecchio, Massimo Cotto, Mariolina Simone e Gigio D’Ambrosio.
Ed ecco la lista degli attesi ospiti che, da martedì 16 a sabato 20 febbraio 2010, affiancheranno Antonella Clerici sul palco del Teatro Ariston per la 60ma edizione del Festival di Sanremo.
Dovrebbe esserci la regina Rania di Giordania, che parteciperà come ospite alla serata finale del 20 gennaio. Ancora nel campo delle ipotesi le presenze di Peter Gabriel e Lady Gaga. Nella stessa serata è previsto anche un intermezzo piccante della più amata dagli italiani. Proprio lei, Lorella Cuccarini, protagonista del musical rock Il pianeta proibito. A Sanremo la showgirl proporrà i sei minuti più hot dello spettacolo: sarà nuda sul palco, o meglio coperta unicamente da una chitarra bianca, e interpreterà il brano Fever.
Nel corso della kermesse sono attesi a Sanremo anche la cantante scozzese Susan Boyle, rivelazione della trasmissione Britain's Got Talent; (martedì 16),
Robbie Williams che ritornerebbe sul palco dell'Ariston a distanza di dieci anni (mercoledì 17), i tedeschi idoli delle teenager di tutto il mondo Tokyo Hotel (venerdì 19)
e i ballerini di Michael Jackson, gli stessi che hanno accompagnato il Re del Pop nelle prove dei concerti londinesi che nessuno vedrà mai (sabato 20).
E SORPRESA! Bill Clinton con il suo sax e "in forse" Jennifer Lopez.
Poi ci sono i valletti: insieme ad Antonella Clerici, ogni sera un ospite maschile: per ora i nomi certi sembrano essere la coppia Paolo Bonolis e Luca Laurenti (martedì 16), Christian De Sica (giovedì 18) e Maurizio Costanzo (sabato 20).
Sacred Heart of Jesus Tattoos
Here we have some extremely beautiful Sacred Heart tattoos for you to choose from.
The Sacred Heart, also known as Sacred Heart of Jesus is perhaps the most famous religious devotions to Jesus Christ and the representation of His divine love for Humanity.
Enjoy this photo gallery of some very meaningful tattoos of the Sacred Heart of Jesus.








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