da "La volontà di potenza"
«Il cristianesimo in quanto dogma è stato rovinato dalla sua morale; così il cristianesimo in quanto morale deve andare incontro alla sua rovina».
La sessualità, la sete di dominio, il piacere di illudersi e di ingannarsi, la grande gratitudine gioiosa per la vita e i suoi stati tipici - ciò è essenziale nel culto pagano e ha dalla sua la coscienza tranquilla. - L'innaturalità (già nell'antichità greca) lotta contro ciò che è pagano, come morale, dialettica.
Nizza, 15 dicembre 1887

se eliminate le forti opposizioni e le differenze di rango, eliminate anche il forte amore, l'elevato sentire, il sentimento dell'essere per sè.
i cristiani non hanno mai messo in pratica le azioni che Gesù ha loro prescritto: le sfacciate chiacchiere sulla «fede» e sulla «giustificazione attraverso la fede» e sulla sua suprema e esclusiva significanza sono soltanto la conseguenza del fatto che la Chiesa, non aveva il coraggio né la volontà di riconoscere le opere che Gesù esigeva.
- la chiesa è proprio ciò contro cui Gesù predicò - e contro cui insegnò a lottare ai suoi discepoli.
Ciò che manca nel cristianesimo è l'astenersi da tutto quello che Cristo ha ordinato di fare.
È il vivere meschinamente, ma interpretato con l'occhio del disprezzo.
Nessun Dio è morto per i nostri peccati; non c'è nessuna redenzione per la fede; non c'è nessuna resurrezione dopo la morte - sono tutte falsificazioni del cristianesimo autentico, di cui si deve far responsabile quella nefasta testa balzana.
La vita esemplare sta nell'amore e nell'umiltà; nella pienezza del cuore, che non esclude nemmeno il più umile; nella rinuncia formale al voler aver ragione, al difendersi, al vincere nel senso del trionfo personale; nella fede nella beatitudine qui, sulla terra, malgrado povertà, ostacolo, e morte; nella riconciliazione, nel. l'assenza di ira, di disprezzo; nel non voler essere ricompensati; nel non essere vincolati a nessuno; nell'essere senza signori in senso spirituale, molto spirituale; in una vita molto orgogliosa, sotto la volontà di una vita grama e servizievole.
Dopo che la Chiesa lasciò cadere tutta la prassi cristiana e sanzionò propriamente la vita nello stato, quel genere di vita che Jesù aveva combattuto e condannato, dovette porre in qualcos'altro il senso del cristianesimo: nella credenza in cose incredibili, nel cerimoniale di preghiere, venerazione, festa ecc. I concetti di peccato», «remissione», «pena», «ricompensa» - tutti completamente irrilevanti e quasi esclusi nel primo cristianesimo - vcngono ora in risalto.
Un orribile miscuglio di filosofia greca e giudaismo; l'ascetismo, il continuo giudicare e condannare; la gerarchia;...
Gesù contrappose una vita reale, una vita nella verità a quella vita comune; nulla è più lontano da lui della grossolana insensatezza di un «Pietro eternato», di un'eterna sopravvivenza personaIe. Ciò che combatte è l'importanza della «persona» come può volerla eternare?
Allo stesso tempo combatte la gerarchia nella comunità; non promette una qualche proporzione di ricompensa secondo il merito: come può aver pensato alla pena e alla ricompensa nell'al di là?
N.B.: un inizio ingenuo di un movimento di pace buddistico, proveniente dallo specifico focolaio del ressentiment... ma trasformato da Paolo in una dottrina misterica pagana, che giunge ad accordarsi con l'intera organizzazione statale... e fa guerre, condanna, tortura, giura, odia.
Paolo parte dall'esigenza di misterico di grandi masse eccitate in senso religioso; cerca una vittima, una fantasmagoria cruenta che sopporti il confronto con le immagini dei culti segreti: Dio in croce, bere il sangue, l'unio mystica con la «vittima».
cerca di porre la sopravvivenza (la sopravvivenza beata, purificata dell'anima individuale), come risurrezione, in rapporto causale con quella della vittima (secondo il tipo di Dionisio, Mitra, Osiride)
è costretto a porre in primo piano il concetto di colpa e di peccato, non una nuova prassi (quale Gesù aveva mostrato e predicato) ma un nuovo culto, una nuova fede, in una trasmutazione miracolosa (redenzione attraverso la fede)
ha capito il grande bisogno del mondo pagano e ha operato una scelta perfettamente arbitraria dei fatti della vita e della morte di Cristo, ha accentuato tutto in maniera nuova, dislocando dappertutto il centro di gravità... ha annullato per principio il cristianesimo delle origini...
L'attentato contro sacerdoti e teologi sfociò, grazie a Paolo, in un nuovo clero e in una nuova teologia - in una classe dominante e in una Chiesa.
L'attentato contro l'eccessiva importanza della «persona» sfociò in una fede nella «persona eterna» (nella cura per la «salvezza eterna»...), nella più paradossale esagerazione dell'egoismo personale.
Sappiamo che cosa è accaduto della morte sulla croce. Paolo appare come il demone del anti-Vangelo...
Ego:
«Ero affamato e mi avete dato da mangiare - Via, lontano da me, maledetti, ecc.» Matteo, 25, 41 ss.
questo linguaggio vergognoso «ciò che non avete fatto a uno dei più umili tra i miei fratelli, non lo avete fatto neanche a me»
Cristo...
«Lo spirito del senso del peccato e della necessità della redenzione»
Con la morte di Cristo e la costrizione psicologica a non vedere in essa nessuna fine, erano ristabilite tutte le tendenze popolari: tutte le crudezze che l'opera di quel tipico spiritualista aveva trasformato in spirito il messianismo, la venuta del «regno di Dio», lo spirito di ostilità e di vendetta, l'attesa della «ricompensa» e del «castigo», la alterigia degli «eletti» (giudicano, maledicono, condannano, l'idea di sacrificio del giudaismo... la tendenza socialistica a favore dei poveri, degli «ignobili», dei disprezzati)
Gesù, che visse per adempiere a tutte le aspettative popolari, che non fece altro che dire: «qui è il regno dei cieli», che trasformò in spirito la crudezza di queste attese:
- ma con la morte tutto fu dimenticato (cioè confutato), non ci fu alcuna possibilità di riconvertire il tipo nella rappresentazione popolare del «Messia», del futuro «giudice», del profeta in lotta...
Come ripercussione di questo colpo, che questa banda insicura e fanatica non seppe sopportare, sopravvenne subito la completa degenerazione: tutto era stato inutile...
un assurdo involgarimento di tutti i valori e le formule religiose gli istinti anarchici contro la classe dominante sfacciatamente vengono messi in risalto.
l'odio per i ricchi, i potenti, i dotti - con il «regno dei cieli», con la «pace in terra» era finito: da realtà psicologica diventa una fede, un'attesa in una realtà che arriverà un giorno, «un ritorno»: una vita nell'IMMAGINAZIONE è la forma eterna della «redenzione» -
oh quanto diversamente aveva inteso Gesù!
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