Friday, January 18, 2008

Della fine di principio

La fontana

il tempo infinito inciampò,
cambiò il verso,
allora mi inquietai,
non perchè non ci sarò,
ma perchè fui

english version

Infinite time tripped,
changed course,
then I became unquiet,
not because I won't be
there
but because I was.

Consultazione inglese di Francis Scudellari
Grazie!

Po polsku:

Nieskończony
czas potknoł się,
i zmienił kurs,
zaniepokoiłam się
nie dlatego że zabraknę
lecz, czemu bylam?


Traducido español por Proto Gutierrez

La Fuente

"El tiempo infinito tropezó,
mutó su dirección,
y entonces me asombré,
no porque no estaría allí,
sino porque yo era"





Questa mi è venuta in mente leggendo il grandissimo libro scritto da Stephen Hawking "La grande storia del tempo" /A Brief History of Time/ (release 2005)

Dunque, attorno a noi è tutto gia deciso, sta alla nostra mente a capirlo.
Provassimo sovrapporre la relatività generale alla teoria di quanti come riflesso in specchio, ove lo specchio funge "0"
Perchè la visione che mi accompagna, pensando alle due teorie è che forse si espandono all'infinito, una esplosa in grandezza ed altra in frantumazione invisibile infinita, una di qua del "0", l'altra di là, tolti i valori di "+" e di "-".
Dunque se guardo nello specchio,
vedo il retro alle mie spalle...
vedo il tempo già trascorso,
vedo me bambina,
appena nata,
tempo a ritroso...
o clessidra rovesciata?

Invece Nietzsche nel "La gaia scienza"scrive altre cose sulla clessidra rovesciata:
"Se un giorno o una notte un demone striscias­se dentro la tua più solitaria solitudine e ti dicesse: «Questa vita, questa che adesso tu vivi ed hai vissuto, dovrai viverla ancora una volta e un numero infinito di volte; e non vi sarà niente di nuovo, ma tutto ritornerà, ogni dolore e ogni piacere, ogni pensiero e ogni sospiro, ogni cosa piccola o grande, e tutto nello stesso ordi­ne... anche questo ragno, e questo chiaro di luna tra gli alberi, ed anche questo momento, ed io stesso. L'eterna clessidra dell'esi­stenza sarà sempre di nuovo rovesciata, e tu con essa, piccolo granello di polvere». Non ti getteresti per terra digrignando i denti e maledicendo il demone che così ha parlato? Oppure hai vissuto una volta un momento meraviglioso, in cui potresti rispondergli: «Tu sei un dio, e non ho mai udito voce più divina!».
Se quel pensiero si impadronisse di te, farebbe di te un altro da quello che sei, e forse distruggerebbe quello che sei. Di fronte a tutte le cose ti porresti la domanda: «Vuoi questo di nuovo e per innumerevoli volte?», e questa domanda graverebbe come un pe­so tremendo su ogni tuo atto. Oppure, quanto dovresti amare te stesso e la vita per non desiderare altro che questa ultima eterna conferma e questo ultimo eterno sigillo?"
Problema: uno come sa quando è tempo di rovesciare clessidra?

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