Uscita nelle sale Italiane: 25/02/2011
Distributore: Filmauro S.r.l.
Genere: Commedia
Regia: Giovanni Veronesi
Produttore Aurelio De Laurentis.
Cast: Carlo Verdone, Robert De Niro, Monica Bellucci, Riccardo Scamarcio, Michele Placido, Laura Chiatti, Valeria Solarino
Sceneggiatura: Ugo Chiti, Giovanni Veronesi
Nazione: Italia
Durata: 125 min
La novità della colonna sonora di Manuale d'amore 3 è l'interpretazione di Laura Chiatti di Io sì, brano di Luigi Tenco. Nella tracklist anche il successo di Morgan, Altrove e Follia d'amore, il brano di Raphael Gualazzi trionfatore a Sanremo 2011.
Io sì
t'avrei insegnato
qualcosa dell'amore
che per lui è peccato
Giovanni Veronesi, l'apprezzabile regista riuscì nella dura impresa di affrontare in maniera eccellente, tra amarezza ed ironia, quattro fondamentali tappe sentimentali che bene o male si presentano, prima o poi, nella vita di chiunque: l'innamoramento, la crisi, il tradimento e l'abbandono attraverso altrettanti episodi.
Wednesday, February 23, 2011
Saturday, February 19, 2011
Follia d'amore, Raphael Gualazzi - testo e video
Dire si dire mai non è facile sai
se tutti quanti siamo in orbita nella follia
io non so più chi sei
non mi importa chi sei
mi basta perdere l’incanto di una nostalgia
Ma vedrai un altro me in un sogno fragile
riderai come se
non ti avessi amato mai
cercherai un altro me
oltre all’ombra di un caffè
troverai solo me
se mi fermo un attimo
io non so più chi sei
Qui si vive così
day by day
night by night
e intanto il mondo si distoglie
dalla sua poesia
non dipingermi mai
non costringermi mai
abbandoniamoci alla soglia
della mia pazzia
se tutti quanti siamo in orbita nella follia
io non so più chi sei
non mi importa chi sei
mi basta perdere l’incanto di una nostalgia
Ma vedrai un altro me in un sogno fragile
riderai come se
non ti avessi amato mai
cercherai un altro me
oltre all’ombra di un caffè
troverai solo me
se mi fermo un attimo
io non so più chi sei
Qui si vive così
day by day
night by night
e intanto il mondo si distoglie
dalla sua poesia
non dipingermi mai
non costringermi mai
abbandoniamoci alla soglia
della mia pazzia
Friday, February 18, 2011
Odio gli indifferenti Antonio Gramsci, testo
Odio gli indifferenti. Credo come Federico Hebbel che "vivere vuol dire essere partigiani". Non possono esistere i solamente uomini, gli estranei alla città. Chi vive veramente non può non essere cittadino, e parteggiare. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
L'indifferenza è il peso morto della storia. E' la palla di piombo per il novatore, è la materia inerte in cui affogano spesso gli entusiasmi più splendenti, è la palude che recinge la vecchia città e la difende meglio delle mura più salde, meglio dei petti dei suoi guerrieri, perché inghiottisce nei suoi gorghi limosi gli assalitori, e li decima e li scora e qualche volta li fa desistere dall'impresa eroica.
L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. E' la fatalità; e ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che si ribella all'intelligenza e la strozza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, il possibile bene che un atto eroico (di valore universale) può generare, non è tanto dovuto all'iniziativa dei pochi che operano, quanto all'indifferenza, all'assenteismo dei molti. Ciò che avviene, non avviene tanto perché alcuni vogliono che avvenga, quanto perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia fare, lascia aggruppare i nodi che poi solo la spada potrà tagliare, lascia promulgare le leggi che poi solo la rivolta farà abrogare, lascia salire al potere gli uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. La fatalità che sembra dominare la storia non è altro appunto che apparenza illusoria di questa indifferenza, di questo assenteismo. Dei fatti maturano nell'ombra, poche mani, non sorvegliate da nessun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa. I destini di un'epoca sono manipolati a seconda delle visioni ristrette, degli scopi immediati, delle ambizioni e passioni personali di piccoli gruppi attivi, e la massa degli uomini ignora, perché non se ne preoccupa. Ma i fatti che hanno maturato vengono a sfociare; ma la tela tessuta nell'ombra arriva a compimento: e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto, del quale rimangono vittima tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. E questo ultimo si irrita, vorrebbe sottrarsi alle conseguenze, vorrebbe apparisse chiaro che egli non ha voluto, che egli non è responsabile. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi anch'io fatto il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, il mio consiglio, sarebbe successo ciò che è successo? Ma nessuno o pochi si fanno una colpa della loro indifferenza, del loro scetticismo, del non aver dato il loro braccio e la loro attività a quei gruppi di cittadini che, appunto per evitare quel tal male, combattevano, di procurare quel tal bene si proponevano.
I più di costoro, invece, ad avvenimenti compiuti, preferiscono parlare di fallimenti ideali, di programmi definitivamente crollati e di altre simili piacevolezze. Ricominciano così la loro assenza da ogni responsabilità. E non già che non vedano chiaro nelle cose, e che qualche volta non siano capaci di prospettare bellissime soluzioni dei problemi più urgenti, o di quelli che, pur richiedendo ampia preparazione e tempo, sono tuttavia altrettanto urgenti. Ma queste soluzioni rimangono bellissimamente infeconde, ma questo contributo alla vita collettiva non è animato da alcuna luce morale; è prodotto di curiosità intellettuale, non di pungente senso di una responsabilità storica che vuole tutti attivi nella vita, che non ammette agnosticismi e indifferenze di nessun genere.
Odio gli indifferenti anche per ciò che mi dà noia il loro piagnisteo di eterni innocenti. Domando conto ad ognuno di essi del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime. Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze virili della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'èin essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano nel sacrifizio; e colui che sta alla finestra, in agguato, voglia usufruire del poco bene che l'attività di pochi procura e sfoghi la sua delusione vituperando il sacrificato, lo svenato perché non è riuscito nel suo intento.
Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.
L'indifferenza è il peso morto della storia. E' la palla di piombo per il novatore, è la materia inerte in cui affogano spesso gli entusiasmi più splendenti, è la palude che recinge la vecchia città e la difende meglio delle mura più salde, meglio dei petti dei suoi guerrieri, perché inghiottisce nei suoi gorghi limosi gli assalitori, e li decima e li scora e qualche volta li fa desistere dall'impresa eroica.
L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. E' la fatalità; e ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che si ribella all'intelligenza e la strozza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, il possibile bene che un atto eroico (di valore universale) può generare, non è tanto dovuto all'iniziativa dei pochi che operano, quanto all'indifferenza, all'assenteismo dei molti. Ciò che avviene, non avviene tanto perché alcuni vogliono che avvenga, quanto perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia fare, lascia aggruppare i nodi che poi solo la spada potrà tagliare, lascia promulgare le leggi che poi solo la rivolta farà abrogare, lascia salire al potere gli uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. La fatalità che sembra dominare la storia non è altro appunto che apparenza illusoria di questa indifferenza, di questo assenteismo. Dei fatti maturano nell'ombra, poche mani, non sorvegliate da nessun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa. I destini di un'epoca sono manipolati a seconda delle visioni ristrette, degli scopi immediati, delle ambizioni e passioni personali di piccoli gruppi attivi, e la massa degli uomini ignora, perché non se ne preoccupa. Ma i fatti che hanno maturato vengono a sfociare; ma la tela tessuta nell'ombra arriva a compimento: e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto, del quale rimangono vittima tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. E questo ultimo si irrita, vorrebbe sottrarsi alle conseguenze, vorrebbe apparisse chiaro che egli non ha voluto, che egli non è responsabile. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi anch'io fatto il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, il mio consiglio, sarebbe successo ciò che è successo? Ma nessuno o pochi si fanno una colpa della loro indifferenza, del loro scetticismo, del non aver dato il loro braccio e la loro attività a quei gruppi di cittadini che, appunto per evitare quel tal male, combattevano, di procurare quel tal bene si proponevano.
I più di costoro, invece, ad avvenimenti compiuti, preferiscono parlare di fallimenti ideali, di programmi definitivamente crollati e di altre simili piacevolezze. Ricominciano così la loro assenza da ogni responsabilità. E non già che non vedano chiaro nelle cose, e che qualche volta non siano capaci di prospettare bellissime soluzioni dei problemi più urgenti, o di quelli che, pur richiedendo ampia preparazione e tempo, sono tuttavia altrettanto urgenti. Ma queste soluzioni rimangono bellissimamente infeconde, ma questo contributo alla vita collettiva non è animato da alcuna luce morale; è prodotto di curiosità intellettuale, non di pungente senso di una responsabilità storica che vuole tutti attivi nella vita, che non ammette agnosticismi e indifferenze di nessun genere.
Odio gli indifferenti anche per ciò che mi dà noia il loro piagnisteo di eterni innocenti. Domando conto ad ognuno di essi del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime. Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze virili della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'èin essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano nel sacrifizio; e colui che sta alla finestra, in agguato, voglia usufruire del poco bene che l'attività di pochi procura e sfoghi la sua delusione vituperando il sacrificato, lo svenato perché non è riuscito nel suo intento.
Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.
Wednesday, February 16, 2011
Chiamami ancora amore, Vecchioni, testo, youtube
Chiamami ancora amore, Vecchioni il vincitore di Sanremo 2011!!!
E per la barca che è volata in cielo
che i bimbi ancora stavano a giocare
che gli avrei regalato il mare intero
pur di vedermeli arrivare
Per il poeta che non può cantare
per l’operaio che non ha più il suo lavoro
per chi ha vent’anni e se ne sta a morire
in un deserto come in un porcile
e per tutti i ragazzi e le ragazze
che difendono un libro, un libro vero
così belli a gridare nelle piazze
perché stanno uccidendo il pensiero
per il bastardo che sta sempre al sole
per il vigliacco che nasconde il cuore
per la nostra memoria gettata al vento
da questi signori del dolore
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Che questa maledetta notte
dovrà pur finire
perché la riempiremo noi da qui
di musica e di parole
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
In questo disperato sogno
tra il silenzio e il tuono
difendi questa umanità
anche restasse un solo uomo
Chiamami ancora amore
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Perché le idee sono come farfalle
che non puoi togliergli le ali
perché le idee sono come le stelle
che non le spengono i temporali
perché le idee sono voci di madre
che credevano di avere perso
e sono come il sorriso di Dio
in questo sputo di universo
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Che questa maledetta notte
dovrà pur finire
perché la riempiremo noi da qui
di musica e parole
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Continua a scrivere la vita
tra il silenzio e il tuono
difendi questa umanità
che è così vera in ogni uomo
Chiamami ancora amore
x4
Che questa maledetta notte
dovrà pur finire
perché la riempiremo noi da qui
di musica e parole
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
In questo disperato sogno
tra il silenzio e il tuono
difendi questa umanità
anche restasse un solo uomo
Chiamami ancora amore
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Perché noi siamo amore
E per la barca che è volata in cielo
che i bimbi ancora stavano a giocare
che gli avrei regalato il mare intero
pur di vedermeli arrivare
Per il poeta che non può cantare
per l’operaio che non ha più il suo lavoro
per chi ha vent’anni e se ne sta a morire
in un deserto come in un porcile
e per tutti i ragazzi e le ragazze
che difendono un libro, un libro vero
così belli a gridare nelle piazze
perché stanno uccidendo il pensiero
per il bastardo che sta sempre al sole
per il vigliacco che nasconde il cuore
per la nostra memoria gettata al vento
da questi signori del dolore
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Che questa maledetta notte
dovrà pur finire
perché la riempiremo noi da qui
di musica e di parole
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
In questo disperato sogno
tra il silenzio e il tuono
difendi questa umanità
anche restasse un solo uomo
Chiamami ancora amore
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Perché le idee sono come farfalle
che non puoi togliergli le ali
perché le idee sono come le stelle
che non le spengono i temporali
perché le idee sono voci di madre
che credevano di avere perso
e sono come il sorriso di Dio
in questo sputo di universo
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Che questa maledetta notte
dovrà pur finire
perché la riempiremo noi da qui
di musica e parole
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Continua a scrivere la vita
tra il silenzio e il tuono
difendi questa umanità
che è così vera in ogni uomo
Chiamami ancora amore
x4
Che questa maledetta notte
dovrà pur finire
perché la riempiremo noi da qui
di musica e parole
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
In questo disperato sogno
tra il silenzio e il tuono
difendi questa umanità
anche restasse un solo uomo
Chiamami ancora amore
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Perché noi siamo amore
Saturday, February 12, 2011
Poesia inglese per San Valentino, be my valentine
Be my Valentine
I think of you often...I do,
From morning 'til evening I do,
When memories bring laughter
Or moments bring pain,
There is faithfulness, too, once again.
And time always shows me
And God always shows me
Both sunshine and rain,
How, we gain yearly
From the love we're share dearly.
So, my dear, my sweet bubbaloo,
Remember our love, dulce bubbaloo,
For we've come so far and there's so much to come
And I have love to yet give
For the life we will live...together.
Make little of what makes you cry,
Be sure that what makes you cry
Has greater desire and a more certain will
To pray for His help from above
and restore the feelings of love.
So let's stir up our passion today,
Let memories give way today,
To the now and the future
For the joys and hopes and for all
Send Valentine's Day Poem The times my heart hears you call.
I'm so glad,
I'm so glad,
I love you
You love me fine
Be my Valentine.
I think of you often...I do,
From morning 'til evening I do,
When memories bring laughter
Or moments bring pain,
There is faithfulness, too, once again.
And time always shows me
And God always shows me
Both sunshine and rain,
How, we gain yearly
From the love we're share dearly.
So, my dear, my sweet bubbaloo,
Remember our love, dulce bubbaloo,
For we've come so far and there's so much to come
And I have love to yet give
For the life we will live...together.
Make little of what makes you cry,
Be sure that what makes you cry
Has greater desire and a more certain will
To pray for His help from above
and restore the feelings of love.
So let's stir up our passion today,
Let memories give way today,
To the now and the future
For the joys and hopes and for all
Send Valentine's Day Poem The times my heart hears you call.
I'm so glad,
I'm so glad,
I love you
You love me fine
Be my Valentine.

Simboli di San Valentino
-CUORE: simbolo per eccellenza della vita, dell'amore; San Valentino mentre era in prigione aspettando la sua esecuzione si affezionò della figlia del suo guardiano e le fece ritrovare la sua vista. Poco prima di essere decapitato le diede dei fogli a forma di CUORE con la scritta: DAL TUO VALENTINO!
-AMORINI: angioletti che rappresentano la purezza, la sincerità...e che proteggono gli innamorati;
Nella mitologia romana Cupido è il dio dell’amore. Viene rappresentato da un ragazzo poco vestito con arco e freccia. Si dice che se una di queste frecce ti colpisce ti innamori della prima persona che incontri.
-CIOCCOLATINI: dolci e morbidi sono diventati il regalo per eccellenza tra gli innamorati: è un allusione alla dolcezza, alla tenerezza e all'intensità che suscita l'altra persona in chi li regala. Infatti, i ricercatori hanno scoperto che esiste un ormone per il desiderio d’amore, feniletilamina, presente anche nella cioccolata.
- ROSE ROSSE: fiori simbolo di amore e sensualità per anonomasia, erano il fiore preferito della dea Venere, la dea dell'Amore presso i Romani. Inoltre, il rosso è sempre stato il colore che significa sentimenti molto forti.
- MERLETTO: è sempre stato usato per ricamare fazzoletti. A volte le dame lasciavano cadere il proprio fazzoletto apposta per farlo raccogliere dall'uomo che le interessava. I merletti sono diventati sinonimo di romanticismo.
- NODI D'AMORE: una serie di giri e nodi senza fine e senza inizio. Simbolo di amore eterno, presenti anche nelle tradizione celtiche.
- CARTOLINE D'AMORE ; Uno dei più semplici e popolari regali di San Valentino è il biglietto di auguri, che inviamo al nostro amato.
La cartolina più vecchia ritrovata era stata inviata da Carlo, duca di Orleans, incarcerato nella torre di Londra. Mandò una cartolina (14 FEBBRAIO) a sua moglie Maria di Clèves con una poesia d’amore.
Se si scrivono queste „XXX“ alla fine di una lettera d’amore si dimentica probabilmente che si tratta di una tradizione che risale agli inizi del cristianesimo quando la X rappresentava la croce come simbolo della fede. Per tanto tempo la croce rappresentava anche la firma dal momento che solo poche persone era capaci di scrivere. Scrivendo una X bisognava baciare la croce con valore di un giuramento. Da questo baciare la croce risulta la X come simbolo per baci.
-AMORINI: angioletti che rappresentano la purezza, la sincerità...e che proteggono gli innamorati;
Nella mitologia romana Cupido è il dio dell’amore. Viene rappresentato da un ragazzo poco vestito con arco e freccia. Si dice che se una di queste frecce ti colpisce ti innamori della prima persona che incontri.
-CIOCCOLATINI: dolci e morbidi sono diventati il regalo per eccellenza tra gli innamorati: è un allusione alla dolcezza, alla tenerezza e all'intensità che suscita l'altra persona in chi li regala. Infatti, i ricercatori hanno scoperto che esiste un ormone per il desiderio d’amore, feniletilamina, presente anche nella cioccolata.
- ROSE ROSSE: fiori simbolo di amore e sensualità per anonomasia, erano il fiore preferito della dea Venere, la dea dell'Amore presso i Romani. Inoltre, il rosso è sempre stato il colore che significa sentimenti molto forti.
- MERLETTO: è sempre stato usato per ricamare fazzoletti. A volte le dame lasciavano cadere il proprio fazzoletto apposta per farlo raccogliere dall'uomo che le interessava. I merletti sono diventati sinonimo di romanticismo.
- NODI D'AMORE: una serie di giri e nodi senza fine e senza inizio. Simbolo di amore eterno, presenti anche nelle tradizione celtiche.
- CARTOLINE D'AMORE ; Uno dei più semplici e popolari regali di San Valentino è il biglietto di auguri, che inviamo al nostro amato.
La cartolina più vecchia ritrovata era stata inviata da Carlo, duca di Orleans, incarcerato nella torre di Londra. Mandò una cartolina (14 FEBBRAIO) a sua moglie Maria di Clèves con una poesia d’amore.
Se si scrivono queste „XXX“ alla fine di una lettera d’amore si dimentica probabilmente che si tratta di una tradizione che risale agli inizi del cristianesimo quando la X rappresentava la croce come simbolo della fede. Per tanto tempo la croce rappresentava anche la firma dal momento che solo poche persone era capaci di scrivere. Scrivendo una X bisognava baciare la croce con valore di un giuramento. Da questo baciare la croce risulta la X come simbolo per baci.
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