Tuesday, August 26, 2008

Shall I compare thee...Shakespeare in italiano

SONNET XVIII

Shall I compare thee to a summer's day?
Thou art more lovely and more temperate:
Rough winds do shake the darling buds of May,
And summer's lease hath all too short a date:
Sometime too hot the eye of heaven shines,
And often is his gold complexion dimmed,
And every fair from fair sometime declines,
By chance, or nature's changing course untrimmed:
But thy eternal summer shall not fade,
Nor lose possession of that fair thou ow'st,
Nor shall death brag thou wander'st in his shade,
When in eternal lines to time thou grow'st,
So long as men can breathe, or eyes can see,
So long lives this, and this gives life to thee.



foto bello shakespeareCommento inglese:

This is one of the most famous of all the sonnets, justifiably so. But it would be a mistake to take it entirely in isolation, for it links in with so many of the other sonnets through the themes of the descriptive power of verse; the ability of the poet to depict the fair youth adequately, or not; and the immortality conveyed through being hymned in these 'eternal lines'. It is noticeable that here the poet is full of confidence that his verse will live as long as there are people drawing breath upon the earth, whereas later he apologises for his poor wit and his humble lines which are inadequate to encompass all the youth's excellence. Now, perhaps in the early days of his love, there is no such self-doubt and the eternal summer of the youth is preserved forever in the poet's lines. The poem also works at a rather curious level of achieving its objective through dispraise. The summer's day is found to be lacking in so many respects (too short, too hot, too rough, sometimes too dingy), but curiously enough one is left with the abiding impression that 'the lovely boy' is in fact like a summer's day at its best, fair, warm, sunny, temperate, one of the darling buds of May, and that all his beauty has been wonderfully highlighted by the comparison.



SONETTO XVIII

Ti paragono a un giorno d’estate?
Tu sei più incantevole e più mite.
Violenti venti scuotono i cari germogli di maggio,
E la durata dell’estate ha una scadenza troppo breve.
A volte troppo caldo l’occhio del cielo splende,
E spesso la sua dorata carnagione è oscurata;
Ed ogni bellezza dalla bellezza qualche volta declina,
Per caso, o dal mutevole corso della natura privata d'ornamenti;
Ma la tua eterna estate non morirà
Né perderai possesso di quella bellezza che ti distingue;
Fino a quando gli uomini possono respirare o gli occhi vedere,
Fino a quando vive questo, e da questo vita a te.

Commento:

Il poeta si chiede se possa paragonare il proprio amico ad un giorno d'estate, ma si rende conto che questo è più amabile, la sua dolcezza dura più dell'estate in sè, poichè giornata estiva si trova ad essere carente in molti aspetti che dopo un breve tempo muore con l'autunno. Ogni bellezza è destinata a scomparire e a morire, o per la sorte o per il ciclo naturale: ma il suo amico, paragonato ad una estate eterna, non scomparirà né perderà la sua bellezza né vagherà nell'ombra della morte, poiché la poesia, immortale, gli donerà vita fino a quando gli uomini possono respirare o gli occhi possono vedere, fino a quando vive questo sonetto e questo da vita a te.

VERSIONE FRANCESE
Irai-je te comparer au jour d'été?
Tu es plus tendre et bien plus tempéré:
des vents violents secouent
les chers boutons de mai et le bail
de l'été est trop proche du terme;
Parfois trop chaud
est brillant l'oeil du ciel,
souvent ternie sa complexion dorée,
toute beauté parfois diminue de beauté,
par hasard, ou abîmée au cours changeant de la nature;
Mais ne se flétrira ton éternel été ,
ni perdra possession de ce beau que tu as ,
et ne se vantera la mort que tu erres parmi son ombre,
quand en rimes éternelles à travers temps tu grandiras;
Tant que les hommes respireront et tant que les yeux verront,
aussi longtemps ceci vivra,
ceci donnera vie à toi.

Friday, August 22, 2008

Erotismo e realta', tra uomini e animali, lezione di Bissoli

bacio francese by Sergio Delgado



I giovani (e gli scrittori incompetenti) credono che il desiderio sessuale sia uguale nell’uomo e nella donna.

La donna ha un minor interesse sessuale. Solo gli uomini pagano le prostitute per fare l’amore; non succede mai che le donne paghino gli uomini.

Alle donne l’erotismo non piace. I giornali per uomini raffigurano donne nude. I giornali per donne presentano donne vestite alla moda.

Gli uomini e le donne: due universi differenti e separati. Gli uomini sono avventurosi, fantasiosi. Le donne sono frivole e pratiche.

Solo il sesso riunisce uomini e donne, nel periodo dell’amore. Bambini e bambine stanno separati. I giovani si cercano. Le coppie sposate tendono a separarsi: la moglie sta con le amiche e il marito con gli amici. I vecchi stanno anche essi separati.

Solamente nel periodo dell’accoppiamento i sessi si cercano e stanno insieme. Ma i due sessi vogliono due cose diverse: il maschio vuole montare. La femmina vuole protezione, una casa, un figlio.

Il comportamento sessuale dei maschi e delle femmine è identico in tutti, anche negli animali. Ho visto cani che corteggiavano. Il maschio era desideroso e servizievole. La femmina era sprezzante e indifferente. Proprio come succede fra uomini e donne. (Ho visto addirittura un cane omosessuale. Ho osservato un maschio che tentava di montare un altro maschio anche se una femmina era lì vicino).

Il comportamento sessuale è formato da un percorso a tappe rigidamente obbligate.
In amore c’è un percorso rigido, obbligato da seguire. Non è possibile ottenere subito un pompino da una donna. Prima ci sono gli sguardi, poi il corteggiamento, le conversazioni tenere, poi i baci, poi le carezze, poi si palpa il seno, poi il sesso, poi ci sono i rapporti tradizionali e poi le varianti.

Queste sono fasi fisse che all’inizio bisogna svolgere nell’ordine citato. Non è possibile palpare prima il sesso e poi il seno. Non è possibile invertire l’ordine di successione delle fasi. Se il maschio tenta di saltare una fase, la femmina si offende e il rapporto si interrompe.
Esaminiamo brevemente queste tappe.

L’erotismo inizia con l’amore platonico, poetico, sentimentale, fatto di sguardi, sogni, sospiri, silenzi....
L’amore platonico è una malattia, è una piccola morte. È una diminuzione dell’individualità a vantaggio dell’altro.

Scrive Frank Graegorius: «Amore e morte. La stessa cosa, in fondo. Nell’uno e nell’altra si rinunzia alla propria individualità, ci si dona, ci si annulla».
Un essere profondamente innamorato è triste, romantico, ispirato, creativo. (All’inizio tristezza e paura accompagnano ogni forma di sessualità fino all’orgasmo che è estasi, incoscienza, annullamento).

Durante l’innamoramento l’uomo si eleva dal mondo; idealizza il mondo e la donna. L’innamorato è un mistico, un poeta, un sognatore.
L’amore platonico è il grande trucco della Natura che sprofonda l’uomo nella materialità attraverso l’illusione della Poesia, dell’Etereo, del Sogno, della Felicità, dell’Estasi.
Adesso incomincia il secondo stadio fatto di parole, carezze, dolcezze, baci, passeggiate mano nella mano, piccole offerte di doni. Anche questo stadio è molto romantico ma prosegue lentamente e inesorabilmente verso lo stadio successivo.

Arriva un momento in cui i baci e le carezze si fanno sempre più caldi e profondi ma non bastano più. Incomincia l’amore fisico. Il terzo stadio è quello del coito e dei rapporti sessuali normali, uguali e ripetitivi che spesso culminano nel matrimonio. Incomincia lo stadio della materialità, della brutalità della vita, della cruda realtà fatta di bisogni, di obblighi sociali, di doveri. La sessualità è il vertice della materialità.

Scrive Sai Baba:
Il quarto stadio comprende le varianti. La coppia, stanca della routine vuole provare le fantasie: fellazione, cunnilinguo, rapporti anali, sessantanove, spagnola e altre: sadismo, masochismo, voyeurismo, feticismo, ecc. Arrivati a questo punto, arriva la stanchezza e la nausea. Oppure può incominciare l’amore platonico per un’altra donna e il ciclo si ripete.
Durante la storia si alternano periodi di repressione sessuale e periodi di permissivismo. Attualmente l’uomo del duemila ha ancora paura a mostrare il suo corpo nudo.
L’eccessivo permissivismo ha i suoi svantaggi, come pure la repressione. Il permissivismo eccessivo porta alla nausea e all’aumento di malattie veneree.

È conveniente per l’uomo seguire senza freni l’istinto della Natura? Chi segue ciecamente gli istinti della natura rovina la propria vita. Chi dà libero sfogo ai propri impulsi (avidità, ira, odio, sopraffazione, ecc.) finisce per rovinare se stesso. Anche il perseguimento sfrenato dell’istinto sessuale porta a conseguenze disastrose: perdita di denaro, di salute, ecc.
La Natura non è completamente nostra amica. Dobbiamo esercitare sempre l’autocontrollo sugli istinti. Inoltre la Natura, nella scelta fra la sopravvivenza del singolo o della specie, sceglie la specie sacrificando il singolo. Esempio: in alcuni insetti il maschio muore dopo la fecondazione.

All’estremo opposto la repressione genera individui insoddisfatti e affamati in uno dei tre bisogni fondamentali: cibo, sesso, riposo.

La società ha creato i divieti in erotismo, variabilissimi con i tempi e con la latitudine.
Tutti i divieti in erotismo, come conseguenza, innalzano la soglia di eccitabilità nel maschio. Se il seno nudo è normale esso non eccita più. Se i moralisti coprono il seno esso diventa eccitante. Se coprono le braccia, le braccia nude diventano eccitanti.

Se i moralisti allungano la minigonna, le ginocchia diventano eccitanti. Se allungano ancor di più la gonna, le caviglie diventano eccitanti. Se i moralisti impongono vestiti che coprono totalmente il corpo femminile, anche le gambe delle tavole danno scandalo e bisogna coprirle come in Inghilterra nel 1800.

tratto da:
EROTISMO E REALTÁ - di Sergio Bissoli


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Wednesday, August 13, 2008

Body Paintings Head Tree

Body Paintings Head TreeColorful body paintings art. girls painted her body with colorful paint. also wearing tree shape in her head and peacock feather. So much artistic paintings.
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Monday, August 11, 2008

Lettera erotica d'addio by Bevilacqua

Kneeling Girl-Schiele

Lettera crudele, su una carezza, a un'amante che ha avuto molti amanti:
"... ti ho sentito, nei polpastrelli, una donna non più sola, non più perduta in un mondo di uomini egoisti, vanitosi, che un tempo tu compiacevi, forse un po' smarrita, o forse simile a loro; ho avvertito, al tatto, la complicità erotica che hai invano cercato in tanti letti altrui. Nelle dita, che sfioravano il tuo pro­filo, c'era anche l'emozione per quell'ora impagabile che stavamo vivendo, in un pomeriggio di quelli che si ricordano per la bellezza con cui non accade nul­la, se non cose impercettibili, come la mia carezza.
L'Eros può essere anche questo: un'inezia. La mia carezza, che mi pareva illuminata dall'estate che sta tornando, passava su di te come la più profonda del­le anime, mentre tu scrutavi dalla finestra i pioppi lombardi, e poi ti pettinavi, pensosa, con chissà quali pensieri in tanta quiete.
La mia carezza poteva apparire uguale a tante al­tre, invece aveva la luce di un gesto inedito, di una nuova trovata d'amore, di quelle che inventavamo insieme come un delizioso gioco. Ti ho accarezzato con un sentimento di eternità, pensa. C'era, alle nostre spalle, il letto sfatto, il tuo cuscino ancora vela­to dal tuo sudore di amante, cosi buono... Non era semplicemente questione d'amore, ma l'esserne noi il complicato espediente che nella carezza si scio­glieva, come la nuvoletta solare, lassù, e i rondoni stridevàno a bassa quota.
Un pomeriggio tanto limpido, verso i monti, da tremare al pensiero di Dio. E anche questo pensiero passava attraverso la mia carezza.
Essa stava al nostro bisogno di confidarci, e co­municarci anche i segreti peggiori, come la parola desiderata fino alla follia ristagna nella lingua di un muto. Misuravo il mio bisogno di te da questa ca­rezza. Era come quando la gatta Gina mi si acciam­bella sopra con tutta la sua voglia di essere il battere stesso del mio cuore che si fonde col suo.
Avrei voluto riposare con te, serenamente, all'om­bra dei pioppi allineati lungo il greto, non provare quel rammarico, e le ipotesi oscure, per i tanti ma­schi che ti hanno avuta prima di me. C'era un picco­lo silenzio d'universo, lo avvertivi?, nelle mie dita.
Come ci era lontana la morte in quel momento... Nel mio gesto, ascoltavo la tua purezza, che nono­stante tutto è sopravvissuta, simile alla musica delle parole che sta prima del dire. La mia carezza ci ren­deva perfetti insieme. E tu hai avuto la certezza che si sia dissolto per sempre un modo di vivere certe tue abitudini un po' turpi di un tempo, mentre le mie dita scendevano dai tuoi occhi al tuo collo, co­me la mano di un bambino che sfiora.la tastiera di un pianoforte a cui non può dare suono, ma solo memoria di una melodia udita, sublime.
Una carezza meravigliata dal suo stesso, inatteso incanto.
La mano che ti ha scritto questa lettera è la stessa che l'altro giorno ti ha accarezzato. Deporrà, fra po­co, la penna. Resterà ferma sul tavolo.
Pensavo, accarezzandoti: saremo un giorno lonta­ni, saremo un improvviso, reciproco pensiero, di quelli che ci afferrano con una morsa di rimpianto uscendo per strada in un mattino sereno; saremo una reciproca memoria sepolta.
Era una carezza d'addio.
Non l'hai capito, non lo potevi capire.
Ti ho dato, di me, tutto ciò che mi era possibile; perciò non potrai provare, in futuro, che una grati­tudine, quando vorrai, se vorrai. Che dirti? Non tor­nare a buttarti via, con un uomo, un altro, solo per sfogare la loro libidine di un attimo, altrimenti di­stratta e senza forza.
Ho ancora il tuo calore nella mia mano.
Provo un desiderio crudele anche per me, autodi­struttivo. Vorrei dirti: tradiscimi subito, in fretta, e fai in modo che io lo sappia. Così sarà meno feroce la mia nostalgia di te.
Ti ricorderò per sempre. E passando sotto le fine­stre di casa tua, sarà sempre con un grande dolore che guarderò in alto..."

Thursday, August 7, 2008

Amadeus - Salieri y Mozart/YouTuBe

La pellicola è straordinaria ma assai scarsa di fatti storici.

Salieri is known to have died in a sanatorium and to have blamed himself for Mozart's death. The movie makes no claim to historical accuracy, it is based on a XIX century play that tells the story through the eyes of a Salieri who has gone mad. It is an artistic rendition of how Salieri might have told the story during his last days. It is known that many in Viena felt guilty for not having helped Mozart more, Salieri included.
...
meme en aynat vu ce film des milliard de fois l'emotion reste a chaque fois intact tom hulce qui jouait dans ce film le role titre du grand mozart nous a vraiment emmerveillé il est un des acteurs américains les moins médiatisé mais son talent et énorme
...
jajaja, Esta pelicula esta basada de un "play" en el teatro. Claro Que las personas como Antonio Salieri, el emperador y otros "characters" de la pelicula existieron en vida real, pero el imagen de Salieri, y muchas de las esenas de broma, su plot de matarlo y la manera que Mozart se rei, es afuera de contexto.

Friday, August 1, 2008

La filosofia nel boudoir-De Sade

Se è vero come predisse Apollinaire, che Donatien-Alphonse-Francois De Sade fu profeta dei tempi nostri, conoscere le sue opere complete significa indagare nei meandri piu nascosti dei nostri mali e intenderne le motivazioni.
Fingere d'ignorare il messaggio di Sade sarebbe la scelta peggiore e solo conoscendolo integralmente abbiamo un modo per difenderci dalla "filosofia" sadista, cioè per esorcizzarci un poco da noi stessi e da quei crimini commessi ieri come oggi, che egli- triste e insieme libertino privato della libertà- ha analiticamente elencato in questa settecentesca enciclopedia del male: La filosofia nel boudoir, "La philosophie dans le boudoir"
La letteratura libertina si avvale della parola come di uno strumento efficace, l’erotismo è frutto della descrizione, essa si appunta sui particolari, li moltiplica, costruisce una scena e vi pone degli attori, l’erotismo passa attraverso il filtro dell’immaginazione; esso implica ed esige il doppio della narrazione. Perciò il libertinaggio sussiste come ripetizione di uno schema mediato dall’esterno e riprodotto sotto forma di teatro, di narrazione, di messa in scena di un testo che precede ogni passione. La parola precede l’azione. Inoltre, questa tensione frutto delle parole, è dovuta alla negazione del desiderio da parte del libertino, che si trova così a delegare alle parole il gioco dell’eccitazione...

schiele-man and woman

ULTIMO ATTO

DOLMANCÉ: Ebbene amici miei, nella mia qualità del vostro istitutore, mitigo la sentenza; la differenza tra quelle vostre e la mia consiste nel fatto che le vostre non sono altro che l'effetto di una mistificazione mordace, mentre la mia potrà essere eseguita. Ho di sotto un domestico con uno dei più bei membri creati dalla natura forse, ma che disgraziatamente ha una blenorragia ed è corroso dalla sifilide più terribile di questo mondo. Lo faccio salire, lancerà il suo veleno nei due condotti naturali di questa cara e amabile signora, affinchè, per quanto dureranno gli effetti della crudele malattia, la puttana si ricordi di non disturbare sua figlia quando si farà fottere.(tutti applaudono, si fa salire il domestico, al quale si rivolge il padrone):Laperre, fottete questa donna; è sanissima, e godendo di lei potreste guarire.
Non sono mancati casi del genere.
LAPIERRE: Davanti a tutti, signore?
DOLMANCÉ: Hai pura di farci vedere la tua verga?
LAPIERRE: No, in fede mia! Perche è bellissima...Su, signora. abbiate la bontà di reggervi, vi prego!
MISTIVAL: Santo cielo! che orribile condanna!
EUGÉNIE: Meglio della morte, mamma; almeno quest'estate potrò indossare i miei bei vestiti!
DOLMANCÉ: Divertiamoci nel frattempo; direi di flagellarci l'un l'altro: la signora de Saint-Ange colpirà Lapierre, affinché lo metta con fermezza nella vulva della signora de Mistival; io colpirò la signora de Saint-Ange, Augustin me, Eugénie colpirà Augustin e sarà a sua volta frustata dal cavaliere. ( Dolmancé proseguendo quando tutto è finito:) Bene, esci, Lapierre! Tò, dieci luigi! Oh, perdio! Ecco un'inoculazione come Tronchin non fece mai ai suoi tempi!
SAINT-ANGE: Credo sia importante adesso che il veleno circo­lante nelle vene della signora non esca fuori; di conseguenza, Eugénie deve cucirvi accuratamente la vulva e il culo in modo che il liquido virulento, piu concentrato, meno soggetto all'e­vaporazione, vi consumi le ossa piu in fretta.
EUGÉNIE: Eccellente! Su, ago e filo! ... Aprite le cosce, mam­ma! Vi cucio, cosi non mi regalerete piu né fratelli né sorelle. (Eugénie cuce.)
MISTIVAL: Oh, cielo! che dolore!
DOLMANCÉ (ridendo come un folle): Perdio! idea eccellente! Ti fa onore, Inia cara, non ci avrei mai pensato!
EUGÉNIE: (punzecchiando ogni tanto le labbra della vulva all'interno e il monte di Venere): Non è nulla, mamma; è per provare l'ago.
IL CAVALIERE: La puttanella la fa sanguinare!
DOLMANCÉ (facendosi masturbare da Madame de Saint-Ange, davanti a questa operazione): Sacriddio! come mi eccita que­sto fatto! Eugénie, fate piu punti che potete, così la cucitura tiene meglio.
EUGÉNIE: Ne farò piu di duecento, se occorre... Cavaliere, masturbatemi mentre compio questa operazione.
IL CAVALIERE (obbedendo): Non ho mai visto una fanciulla puttana come questa!
EUGÉNIE (eccitatissima): Meno insulti, cavaliere, o vi pun­zecchio! Pensate a stuzzicarmi come si deve. Un po' anche il culo, angelo mio, ti prego! Ma che hai una mano sola? Non capisco piu nulla, faccio punti a caso... Guardate dove va a ficcarsi l'ago... sulle cosce, le mammelle... Cazzo! che piace­re! ...
MISTIVAL: Scellerata, mi strazi tutta! ... Mi vergogno di averti messa al mondo.
EUGÉNIE: Su, facciamo la pace mammina! ecco, è finita!
DOLMANCÉ (uscendo dalle mani di Madame de Saint-Ange col membro in erezione): Eugénie, dammi il culo, è la mia parte.
SAINT-ANGE: Sei troppo eccitato, la martirizzi!
DOLMANCÉ: E allora? non abbiamo il permesso per iscritto? (La mette a pancia sotto, prende un ago e comincia a cucirle il buco del culo.)
MISTIVAL : Ahi! ahi! ahi! ..
DOLMANCÉ: Zitta, baldracca! ti riduco le natiche in poltiglia... Eugénie, masturbami! ...
EUGÉNIE: Si, ma a condizione che la punzecchiate piu forte, perché mi sembra che la state risparmiando un po' troppo! (Lo masturba.)
SAINT-ANGE: Lavorate di piu su quelle due chiappone!
DOLMANCÉ: Un momento! Ora la crivello come una culatta di bue! Ma tu, Eugénie, che fai? dimentichi le lezioni? non rincappucciarmi la verga!
EUGÉNIE: È che i dolori di questa troia eccitano la mia immaginazione, tanto che non so piu quel che faccio!
(...)
DOLMANCÉ (che ha finito l'operazione, non fa che moltiplicare le punzecchiature sulle natiche della vittima, sborrando): Tri­nità di dio! Cazzo! il mio sperma cola ... si perde, sacriddio! ... Eugénie, dirigilo sulle natiche che martirizzo... Cazzo! cazzo! è fatta... non ne posso piu! ... Perché mai, dopo le piu vive passioni, uno deve sentirsi cosi debole!
SAINT-ANGE: Fottimi, fottimi, fratello! io sborro! ... (Ad Au­gustin) E muoviti tu, cazzone! Non sai che quando sborro vo­glio che uno entri ancor piu nel mio culo?...
com'è dolce essere fottuta da due uomini! (Il gruppo si scioglie.)
DOLMANCÉ: Basta! (A Madame de Mistival) Esci; il cavaliere ti accompagnerà. Saluta la compagnia, puttana! Addio, cavaliere; non fotte­tevi la signora lungo il tragitto: ricordatevi che è cucita e ha la sifilide. (E quando sono usciti.) Noi, amici miei, andiamo a tavola e poi, tutti e quattro nello stesso letto! Questa si che è stata una bella giornata! Non mangio mai meglio, non dormo mai piu tranquillo di quando mi sono macchiato sufficiente­mente di quelli che gli sciocchi chiamano crimini!